Lampedusa – Nuovo naufragio a Sud dell’isola. Ancora morti nel “Mare Nostrum”

17 cadaveri recuperati, 200 dispersi. Rilanciamo l’appello per un canale umanitario di ingresso autorizzato e sicuro dei migranti in fuga dalle guerre

da Meltingpot

 

Eppure Mare Nostrum doveva a ver risolto tutto, affidando la vita di migliaia di persone nelle mani degli scafisti per poi raccoglierli in mare una volta che i radar ne avrebbero segnalato la presenza. Ma anche l’operazione militare/umanitaria italiana, sventolata come la grande soluzione, comincia a rivelare la sua verità. Fino a quando non saranno istituiti percorsi di ingresso autorizzato e sicuro per chi fugge dalle guerre, quel canale umanitario chiesto a gran voce da migliaia di persone con l’appello lanciato proprio da queste pagine dopo la strage del 3 ottobre 2013, sarà impossibile mettere fine alle morti, alle violenze, agli abusi e le torture sui migranti.

Già negli scorsi giorni sono arrivate notizie di altre tragedie consumatesi intorno alla fine di aprile. 139 morti del confine che vanno aggiungersi ad un bollettino di altri ventimila in questi due ultimi decenni. Quaranta persone erano morte in acque libiche solo ieri.
La notizia di oggi però ci parla di decine di morti in acque pattugliate dall’operazione Mare Nostrum le cui navi si spingono fino a 12 miglia dalle coste libiche. Un rimorchiatore, che si trovava al servizio di alcune piattaforme petrolifere, ha lanciato l’allarme. Il barconone è affondato a 50 miglia dalla Libia e a 100 miglia dall’isola di Lampedusa. Si parla di circa 400 persone a bordo e finora solo 200 di queste sono state tratte in salvo. Sono invece diciassette i cadaveri recuperati rimangono quindi circa 200 dispersi che rischiano di essere già sul fondo del mare. Non si conoscono però le dinamiche del naufragio. Ciò che invece sembra chiaro è che l’ipocrisia della risposta dei governi europei a questa incessante richiesta di protezione, guarda alle morti del mediterraneo facendone una questione di distanze. In mare insomma si può morire purché non avvenga sotto i nostri occhi, nel Mare Nostrum appunto….

Per questo rilanciamo a tutti l’appello per l’apertura immediata di un percorso di ingresso sicuro e garantito per chi fugge dalle persecuzioni, un canale umanitario che sottragga il destino di migliaia di persone che hanno il diritto di chiedere asilo, dalla morte, abbattendo anche le barriere interne all’Europa che ingabbiano migliaia di persone in Italia o nel primo paese di approdo.

Le notizie sulla probabile tragedia continuano ad arrivare frammentate, Giusi Nicolini alla Stampa dichiara che a bordo c’erano almeno 400 persone, 14 i corpi senza vita recuperati circa 215 sopravvissuti e almeno 200 dispersi.

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