Il consigliere comunale di Venezia, Beppe Caccia, ha così commentato l’operazione della Procura della Repubblica di Torino che ha portato questa mattina ad arresti e perquisizioni per la manifestazione dello scorso 3 luglio in Val di Susa:

“Insieme a migliaia di donne e uomini, a cittadini della Valle e arrivati da ogni dove per difendere il territorio come bene comune, il 3 luglio nei boschi di Ramats c’ero anch’io. A manifestare contro un’opera inutile e devastante, che sperpera miliardi di euro di risorse pubbliche, contro un cantiere che è stato imposto con la forza militare, nonostante la volontà, democraticamente espressa, di un’intera comunità. A raccogliere e soccorrere decine di manifestanti, giovani e meno giovani, feriti nelle cariche e dai lacrimogeni deliberatamente sparati ad altezza d’uomo e a distanza ravvicinata.”

“La Val di Susa siamo tutti noi, tutti noi che nel giugno scorso abbiamo votato per l’acqua bene comune e contro il nucleare, tutti noi che pensiamo che i beni comuni vengano prima degli affari di pochi. Per questo è folle, oltre che ingiusto, il tentativo in atto di criminalizzare l’intero movimento No Tav e con esso un’intera comunità. Tutte le persone oggi arrestate devono al più presto tornare in libertà. Tutte.”

“Ma il mio pensiero va in particolare a Zeno Rocca, giovane e brillante studente di Giurisprudenza dell’Università di Padova, generoso attivista strappato questa mattina ai suoi studi di diritto. E a Guido Fissore, consigliere comunale di Villar Focchiardo, un uomo delle istituzioni locali che sa correttamente svolgere il proprio ruolo a difesa del suo territorio e della sua gente, uno che ha molto da insegnare a tanti politicanti di mestiere.”

“Questi arresti vorrebbero far paura a chi non piega la testa e difende la democrazia. Dovrebbero servire ad imporre un progetto insostenibile. Come, in queste ore, sta cercando di fare Italferr, società delle Ferrovie, che ha avviato i sondaggi geognostici in tutta la provincia di Venezia per un tracciato di TAV in gronda lagunare e sulla costa, che tutti i Comuni interessati (a partire da Venezia) hanno già rifutato. Loro non riusciranno a fermarci, ma noi li dobbiamo fermare.”

Venezia, 26 gennaio 2012