RICORDO DI MUHAMMAD ALI, SPLENDIDO DISERTORE

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che volava come una farfalla ma pungeva come un ape

 

 

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in bottega, qui, avevamo ricordato il suo rifiuto di andare in Vietnam e anche il poeta:

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Muhammad Alì rifiutò di andare sotto le armi

di Francesco Masala (*) e di Energu

Nero-sc.
“Nessun Vietcong mi ha mai chiamato sporco negro!”

 

…il 28 aprile 1967, quando l’allora campione del mondo dei pesi massimi rifiutò ufficialmente di unirsi all’esercito statunitense e di combattere nella guerra del Vietnam. Cassius Clay spiegò brevemente ma chiaramente il motivo della sua decisione in un comunicato stampa, dove affermava di aver “cercato a lungo nella mia coscienza, ma è per me impossibile essere fedele alla mia religione accettando la chiamata alle armi”.

Il Governo prese atto della decisione ma non rispose con nessuna immediata presa di posizione, dato che l’arresto di Clay avrebbe richiesto diversi mesi prima di potersi concretizzare. Immediata invece la reazione delle commissioni pugilistiche statunitensi, che gli ritirarono la licenza a combattere e gli revocarono il titolo di campione del mondo.

“Incriminarlo richiederebbe almeno 30 giorni – aveva spiegato alla stampa esattamente 46 anni fa l’avvocato Morton Susman – e ci vorrebbe poi probabilmente almeno un altro anno e mezzo prima di poter mandare Cassius Clay in prigione, dato che i logici ricorsi farebbero rimbalzare il caso di tribunale in tribunale”.

La questione non venne comunque presa alla leggera dallo stesso Mohammed Ali, dato che la pena prevedeva sino ad un massimo di cinque anni di detenzione ed una multa di 10’000 dollari. Questo fu esattamente quello che capitò, visto che nel giugno dello stesso anno venne condannato proprio con i termini elencati. La Corte Suprema degli Stati Uniti revocò però il verdetto nel 1971…

da www.labottegadelbarbieri.org