Scuola “Marielle Franco”

Nasce da un gruppo di volontarie e volontari in risposta alle crescenti politiche discriminatorie e di intolleranza che si stanno attuando nei confronti delle persone migranti.

 
Il decreto sicurezza recentemente approvato è il simbolo del clima politico che si sta affermando sempre più profondamente sul nostro territorio nazionale. Si tratta di una legge che con le sue norme ponenuovi ostacoli all’ottenimento di protezione da parte dei richiedenti asilo e depotenzia lo SPRAR, il sistema per l’accoglienza dei rifugiatiche finora era stato la risorsa più efficace per l’integrazione delle persone migranti. Il decreto inoltre mette insieme quelli che inizialmente dovevano essere due testi separati: uno sull’immigrazione e uno sulla sicurezza. L’accostamento non è casuale: ancora una volta, la Lega (e chi la segue) presenta come collegati il tema delle migrazioni e quello della sicurezza pubblica, rafforzando implicitamente la percezione di migranti = pericolo.
 
Contemporaneamente, vengono cancellati progetti di inclusione sociale e culturale, indispensabili per valorizzare le persone migranti e per farle sentire individui integrati nella comunità. Un esempio: nel 2016 è stato finanziato il progetto “MigrArti”, un progetto nazionale ideato per la promozione di progetti che hanno contribuito alla valorizzazione delle culture migranti in Italia, nell’ottica dello sviluppo, del confronto e del dialogo interculturale. Nei due anni successivi il bando è stato aperto a progetti di teatro, danza e musica. Entrambi i bandi avevano l’obiettivo di consolidare il legame con i “nuovi italiani”, riconoscendo e valorizzando le loro culture di provenienza e le culture che stanno costruendo in Italia. Nelle scorse settimane la Sottosegretaria alla Cultura ha dichiarato che il progetto “MigrArti”, finalizzato alla promozione delle attività culturali delle comunità immigrate per la migliore inclusione sociale, non può essere considerato “strutturale”, e che verosimilmente non verrà rifinanziato per il 2019.
 
Per questi motivi crediamo che sia importante, anche nella città di Schio, dare una risposta in termini di solidarietà, antirazzismo e inclusione che porti scambio, dialogo, condivisione, in una parola: cultura. La nostra speranza infatti è che i corsi di italiano siano solo l’inizio, e che con il tempo si possa strutturare un’offerta formativa variegata. Già dalle prime riunioni tra volontari infatti c’erano proposte per corsi di matematica, storia, lingue, etc., e tutt* avevamo in mente qualcosa di molto più simile a una scuola che a un corso di italiano.
 
E quindi abbiamo pensato a una scuola, perché cosa c’è di più bello di una scuola libera, inclusiva e solidale? Una scuola è un luogo di dialogo e di condivisione, un luogo dove si impara, dove si fanno progetti e si tessono relazioni, un luogo da cui si esce sempre arricchiti.
 
In questo senso dunque vorremmo ribadire che anche una cosa piccola e gratuita come la nostra è una scuola in tutto e per tutto, lo sta diventando ed è un progetto che vogliamo portare avanti anche in futuro. Per questo motivo, come nella migliore tradizione delle scuole istituzionali, abbiamo deciso di intitolarla a una persona, e questa persona è Marielle Franco.
 
Marielle Franco era un’insegnante, sociologa, attivista e politica afro-brasiliana, lesbica, nata e vissuta nella favela di Maré, a Rio de Janeiro. Lì ha trascorso la sua vita assieme alla sua compagna, lavorando prima come insegnante e poi come attivista per i diritti umani. Nel 2016 diventa consigliera comunale della municipalità di Rio de Janeiro, raccogliendo più di 46000 voti. Come consigliera comunale raccolse dati sulla violenza contro le donne, si battè per garantire il diritto all’aborto e per la costruzione di asili nido e strutture per l’assistenza al parto, e lottò per accrescere la partecipazione femminile alla vita politica del paese. Il suo impegno riguardò anche la lotta contro gli abusi di potere da parte della polizia, responsabile di atrocità, alterazione delle prove, omicidi e corruzione nei confronti dei giovani delle favelas e della comunità lgbtq. Due settimane prima di essere uccisa era stata relatrice in una commissione speciale per il monitoraggio delle attività della polizia.
 
Marielle Franco aveva 38 anni quando è stata assassinata il 14 marzo 2018 dopo aver partecipato a una riunione per discutere della violenza contro le donne nere delle favelas, nella quale aveva difeso le politiche educative rivolte alla popolazione povera e nera, ricordando come lei stessa fosse riuscita a fare l’Università grazie ad esse. Anche se i suoi assassini non sono stati identificati, tutte le piste portano a un’esecuzione di tipo politico operata appunto dalla polizia brasiliana.
 
L’eredità di Marielle Franco è la lotta degli ultimi e delle ultime contro le violenze razziste e maschiliste, una lotta che avviene lontana dai riflettori e che si svolge in uno dei luoghi più poveri e violenti al mondo.
 
Le favelas brasiliane possono sembrarci lontane anni luce dall’Italia, ma in verità la politica neoliberista e conservatrice ha bisogno proprio del degrado: che lo si faccia regalando interi quartieri alla criminalità organizzata, nel caso delle favelas, oppure inventando un’invasione di “clandestini”, per fare un decreto sicurezza serve una minaccia alla sicurezza. Questo è ciò che sta accadendo da ogni parte del mondo: in Brasile, negli Stati Uniti, in Europa, una classe politica composta da ricchi uomini bianchi sta decidendo chi è legale e chi no.
 
Con l’approvazione del decreto sicurezza e la decisione di eliminare lo status di protezione umanitaria (di cui molte persone migranti hanno potuto usufruire negli ultimi anni) in Italia aumenteranno le persone cosiddette “irregolari”. È quindi sempre più importante creare luoghi di preservazione della dignità delle persone e dei loro diritti, organizzare spazi accoglienti, in grado di rafforzare la solidarietà nel territorio. Questo è ciò che vorremmo fare con questa scuola: aprire uno spazio di solidarietà.
 
Ci piace pensare che anche in questa piccola stanza una parte del coraggio di Marielle Franco ci faccia da simbolo e ispirazione: come Marielle, anche noi pensiamo che ciò che serve in questo paese, in tutti i paesi, non sia la sicurezza giocata sui corpi dei più emarginati né la criminalizzazione della povertà, bensì delle politiche educative, di integrazione e di inclusione.
 
Benvenute e benvenuti quindi alla Scuola “Marielle Franco”!
 
I corsi di italiano avranno inizio a gennaio 2019 e si concluderanno a giugno 2019.
 
I corsi saranno gratuiti per permettere a tutti di accedervi, ma abbiamo comunque qualche costo da sostenere: in particolare i costi delle fotocopie.
 
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scuolaitalianoschio@gmail.com