Venezia sceglie la differenziata. Chiude l’ultimo inceneritore di Fusina. Bettin: “Una scelta strategica, nel segno di salute, ambiente, sostenibilità e innovazione”

Inceneritore, addio! Venezia sceglie la strada della differenziata, del riciclo intelligente e del recupero energetico. In un incontro con la stampa, svoltosi questa mattina al municipio di Mestre, l’assessore all’Ambiente, Gianfranco Bettin, ha annunciato che entro la fine dell’anno l’impianto di incenerimento situato a Fusina sarà completamente dismesso. Si chiude quindi un capitolo aperto nei primi anni ’90 quando la Regione Veneto, nonostante la contrarietà del Comune di Venezia e le accese proteste dei residenti scelse questo sito per costruire un discusso termovalorizzatore.

Un errore che, come ha osservato l’assessore Bettin, rese più lungo e difficoltoso il passaggio verso un ciclo dei rifiuti più moderno e sostenibile. Adesso però è arrivato il momento di voltare definitivamente pagina. ”La chiusura di questo impianto – ha spiegato Bettin – è una scelta strategica, nel segno della salute, dell’ambiente, della sostenibilità e dell’innovazione. E’ il frutto di un percorso virtuoso che da tempo l’amministrazione ha intrapreso e che consiste nel ridurre a monte la produzione di rifiuti grazie ad una raccolta differenziata spinta, raccoglierli in modo corretto per poi poterli riciclare o ricavarne energia, superando così il vecchio sistema di smaltimento, basato sul conferimento alle discariche e sugli inceneritori, come questo di Fusina per l’appunto, che bruciano i rifiuti senza trattamento”. Una chiusura resa possibile dallo straordinario aumento della percentuale di raccolta differenziata registrato nel 2012 ed in continua crescita. Una chiusura inoltre, che non comporterà nessuna perdita di posti di lavoro, considerato che i 22 dipendenti dell’impianto saranno dirottati ad altre mansioni nel nascente Ecodistretto del riciclo e dell’energia.

“Le emissioni dell’inceneritore di Fusina sono sempre state tenute sotto controllo e negli anni sono state realizzate molte migliorie all’impianto – commenta Bettin -. Ma rimaneva comunque una struttura superata ed inquinante, come lo sono tutti gli inceneritori. La sua chiusura eviterà l’emissione nell’atmosfera di 50 mila tonnellate all’anno di CO2. Un passo importante per la nostra città, che si aggiunge agli ottimi risultati già raggiunti in termini di minor conferimento di rifiuti nelle discariche”.

Una scelta decisamente in controtendenza in una Italia che dal punto di vista del ciclo dei rifiuti rimane il fanalino di coda dell’Europa, considerato che si continua a puntare su una politica di incenerimento con conseguente conferimento in discarica che oramai ha dimostrato tutti i suoi limiti. Eppure nel nostro Paese, circa la metà dei rifiuti prende questa strada fortemente inquinante contro il 5 per cento ottenuto a Venezia. Si continuano inoltre a costruire e a mettere in funzione costosi inceneritori, non ultimo il contestatissimo impianto di Parma.

L’inquinamento in altre parole, è ancora una industria che in Italia fattura bene anche in tempi di crisi ed a cui vengono destinate risorse pubbliche che sarebbe assai meglio dirottare verso soluzioni più virtuose e meno impattanti. Una politica fallimentare che comporta carissime ricadute alla società, all’ambiente e alla nostra salute. Venezia, per fortuna, ha scelto una strada diversa.