Partiamo da un fatto: accogliamo con favore l’invito a partecipare all’assemblea pubblica indetta dalla FIOM per sabato a Bologna.
In questo momento di crisi drammatica e generale, i cui costi sono fatti pagare, senza sconto alcuno, ai giovani, alle donne, al lavoro dipendente e non, è importante costruire spazi pubblici di lotta e di rottura dell’ordine costituito dal Governo Tecnico.
C’è un altro fatto reale e concreto. Attorno alla difesa dell’articolo 18 dello Statuto del lavoro del 1970 si stanno dispiegando molteplici resistenze operaie, ci sono scioperi ignorati dai media mainstream e che si sviluppano nel territorio con blocchi stradali ed autostradali.
Non è una battaglia “simbolica”, ma concreta e materiale. Non è simbolico difendere la rigidità di classe contro la mobilità d’interesse del capitale. Come non è un optional l’agibilità dell’organizzazione del, e nel, lavoro.
L’articolo 18, quindi, non è un argomento di principio, bensì un elemento ricompositivo della lotta contro la crisi e che così si sta dando nei territori.
Lo spirito pubblico di questa lotta va esteso, va fatto circolare come un virus nelle fabbriche del sapere, tra le partite IVA -per nulla avvantaggiate dalle iniziative della Fornero- e le forme dello sfruttamento che si annidano nelle 46 forme contrattuali che rimarranno intatte.
Per noi difendere l’articolo 18 è anche reclamarne l’estensione alla nuova composizione di classe, nella forma del diritto alla continuità del reddito: questo è il pilastro portante dell’ipotesi di coalizione sociale del lavoro vivo contro la gestione corrente della crisi.
C’è uno spazio sociale aperto, ora e qui: è stato possibile grazie alla ribellione diffusa e spesso dal basso che ha bloccato la firma dei segretari confederali della riforma Monti/ Fornero.
Saremo a Bologna per rilanciare immediatamente l’ipotesi di sciopero generale.
Serve uno sciopero generale vero, forte, corale, che blocchi il paese ed il governo, che parli il linguaggio della rottura contro la dittatura commissaria della finanza privata, ben rappresentata dall’ordine simbolico dello spread, e che faccia vivere l’alternativa politica.
Noi non crediamo che le cose accadano da sé, che si possa aspettare l’arrivo del treno perfetto- ammesso che vi sia-, ma che la lotta comune sia frutto di scelte anche soggettive e di scommesse da giocare con passione e voglia di essere in molti.
Non è tempo di mitezza, ma di passione e determinazione.
Invitiamo a nostra volta tutti e tutte coloro i quali sono disoccupati, in cassa integrazione ordinaria e straordinaria, in cerca di lavoro, senza reddito, a venire a Palazzo Re Enzo sabato mattina.
Per l’articolo 18, per il reddito. Per lo sciopero generale. United we surge.
Prime firme:
Cs TPO (Bologna), Lab AQ16 (Reggio Emilia), Art Lab (Parma), Lab. Paz Project (Rimini)
Centri sociali del Nord Est
Assemblea Permanente dei Movimenti del Nord Est
Centri sociali delle Marche e Ambasciata dei diritti (Marche)
Laboratorio Insurgencia e D.A.D.A – Università Federico II (Napoli)
Esc Atelier Autogestito (Roma)
Horus Project (Roma)
Action Diritti in movimento (Roma)
Laboratorio Sociale (Alessandria)
Comunità in resistenza (Empoli)
Ya Basta! (Perugia)
Laboratorio Zeta (Palermo)
Comunità di San Benedetto (Genova)
CSOA Zapata (Genova)
OCCUPY ARCHEO TOWER (TARANTO)