A31, pubblicata delibera Cipe. No Valdastico Nord: più un favore che un’approvazione
Priante infatti fa notare che il Cipe ha formalmente ratificato 18,9 chilometri del tracciato, ma, di fatto, ha approvato solo il 40% (7,7 chilometri): gli altri 11,2 chilometri approvati, infatti, non sono ancora definiti con chiarezza in quanto «oggetto di prescrizione localizzativa da parte del Ministero dell’Ambiente». «Come si fa dunque a chiamarlo stralcio funzionale – aggiunge Priante – quando non si sa neanche dove passa più della metà del tracciato approvato? Alla faccia della trasparenza e della partecipazione dei cittadini. È evidente quindi che la delibera del Cipe è stato un favore più che un’approvazione, tanto più che, a conti fatti, non è stato approvato neanche il 20% dei 39 chilometri necessari per arrivare a Trento».
Oltretutto la delibera del Cipe dello scorso 18 marzo stabiliva che entro il 30 giugno 2013 il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti trasmettesse al Cipe stesso il progetto definitivo dell’intera tratta Valdastico Nord, condizione essenziale per mantenere la scadenza della concessione al 2026, e in ottemperanza all’impegno preso con la Commissione Europea. «Ora anche questa foglia di fico è caduta – osserva Priante –, perché nessun progetto definitivo da Piovene a Trento è stato trasmesso al Cipe nei termini previsti: la concessione deve pertanto intendersi scaduta. Tuttavia abbiamo subito assistito a scene in cui gli amici degli amici chiedono ancora favori allo Stato e al Ministro Lupi per ottenere proroghe, deroghe e rinvii, come se non gli fossero già stati accordati tre anni di tempo per trovare l’intesa con Trento e come se non ci fosse l’Europa a vigilare su questi malcostumi tipicamente italiani, che già ci hanno fatto pagare pesanti sanzioni».
«Ci auguriamo che venga finalmente abbandonato questo progetto del prolungamento verso Trento – conclude Priante -, mal fatto, imposto con la forza dello Stato ad una Provincia federalista davvero, e nascosto a sindaci e cittadini. Auspichiamo una gara aperta che conduca ad una nuova concessione autostradale: solo così si avrà la certezza di non vedere realizzate opere inutili e di riservare le esigue risorse a disposizione per infrastrutture essenziali per lo sviluppo socio-economico del Paese».”