NON SI POSSONO CONDANNARE COMPORTAMENTI CHE TUTELANO
LA VITA DEL PIANETA E LE PROSSIME GENERAZIONI
COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA –
Art. 9
La Repubblica promuove……..Omissis…….Tutela il paesaggio ……….Omissis………………
Art. 32.
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività,
Sempre più spesso vengono messi in campo dispositivi repressivi contro i movimenti e le comunità resistenti che si oppongono alle scelte imposte dall’alto, caratterizzate dall’attacco al welfare e ai diritti dei cittadini e dalla devastazione ambientale in nome del profitto.
Si può infatti notare come tutte quelle realtà che combattono ogni giorno per la conquista di diritti fondamentali, come quelli legati al tema della casa e della tutela del territorio, siano esposte ad una repressione di carattere giudiziario che mira a criminalizzare le lotte sociali.
Le misure coercitive arrivate ai danni degli attivisti dei movimenti per il diritto alla casa, le accuse di terrorismo agli attivisti No Tav, le contravvenzioni spropositate contro il Comitato No Grandi Navi di Venezia dopo il tuffo in acqua dello scorso Settembre, sono solo alcuni degli esempi più eclatanti.
Anche a Schio questo modus operandi è stato applicato nei confronti di chi si mobilita contro l’inceneritore Cà Capretta.
Infatti cinque attivisti che hanno preso parte all’iniziativa del 12 Ottobre messa in atto per contestare la pratica dell’incenerimento e per chiedere una diversa gestione dei rifiuti sono stati colpiti da un provvedimento delle autorità che li condanna al pagamento di oltre mille euro a testa. Sanzione pesante, in quanto l”iniziativa assolutamente pacifica e colorata, non ha visto alcun tipo di danneggiamento nei confronti dell’impianto. Cosa però singolare è il momento in cui questi provvedimenti sono arrivati. Notizia di pochi giorni fa è infatti il recente accordo raggiunto tra AVA ( Alto Vicentino Ambiente ), società che gestisce i rifiuti di 31 comuni, ed Unicredit, per il finanziamento di 7 milioni di euro sui 14 milioni totali che serviranno a rinnovare ed ampliare la prima linea di incenerimento, la più vecchia, e che porterà l’impianto scledense a smaltire 91 mila tonnellate di rifiuti annui al posto delle 64 mila fino ad ora smaltite.
Scelta questa che è in netto contrasto con la volontà dei cittadini e con la propaganda messa in campo da molti candidati sindaci verso le prossime elezioni amministrative di Schio, che sbandierano ai quattro venti il loro no all’inceneritore ma che in merito a questo accordo, passato senza alcun clamore, non pronunciano una sola parola.
Perchè i 14 milioni di euro destinati al rinnovo e all’ampliamento dell’impianto Cà Capretta, che lo vedrà di conseguenza ancora sgradito ospite di questo territorio, non sono destinati ed utilizzati per la ricerca di virtuosi metodi di smaltimento rifiuti e quindi di pratiche alternative e soprattutto realmente ecocompatibili con la terra?
Perchè si va ancora a finanziare metodi obsoleti e antichi di smaltimento rifiuti invece di cercare di spingere la raccolta differenziata ad arrivare a percentuali alte ma veritiere come è stato fatto in altri comuni, cosa che avrebbe oltretutto importanti ricadute occupazionali nel territorio?
A fronte delle ultime notizie in merito ai disastri ambientali prodotti da impianti come la centrale di Porto Tolle che per anni, nonostante le denunce degli ambientalisti e dei comitati cittadini, funzionò prima a zolfo e gasolio e poi, dal ’95, a orimulsion, avvelenò l’aria danneggiando il delicato ambiente del Delta del Po e causando gravi patologie alla popolazione e, in particolare, all’infanzia, e viste le condanne che sono state sentenziate a carico degli ex vertici di Enel, riteniamo che il concetto di “ragionevole dubbio” vada sempre evidenziato, anche con mobilitazioni delle persone che mettono la propria faccia per una qualità di vita e un futuro migliore.
Riteniamo quindi il provvedimento di condanna ai cinque attivisti contro l’inceneritore di Schio, un atto che si distanzia dalla vocazione della costituzione e quindi risulta una volontà di criminalizzare le forme di lotta e di mobilitazione per la tutela della salute e del territorio.
Rete dei Comitati Altovicentino
Sottoscrittori aderenti:
Comitati Difesa Salute e Territorio Valle Agno/Alto Vicentino
Assemblea contro il rischio chimico Marghera
Associazione Culturale GAS “Terra di Nessuno” (Caltrano)
Comitato 2 si per l’acqua bene comune PD
Gruppo Isolon (Chiuppano)
Comitato ambiente e sviluppo di Cavarzere
Comitato Diritto alla città
Comitato No Grandi Navi, Laguna Bene comune
Eco-magazine.info
Opzione Zero – Mira
Rete comitati Polesani
Rete dei comitati cittadini di Rovigo
Michele Boato Ecoistituto del Veneto
Luca Mamprin AmicoAlbero
Giulio Labbro Francia Movimento Consumatori
Arch. Carlo Costantini (membro di Altroveneto)
Massimo Marco Rossi (Produttore Televisivo Indipendente)
Beppe Caccia (Consigliere Comunale Venezia)
Susanna Scotti (Padova)
Giuliana Longoni (attivista di Salviamo il paesaggio)
Giuliana Bltrame (A.L.B.A. Alleanza Lavoro Beni Comuni Ambiente)
Antonella Marzana (membro di WWF Rovigo)
Rebecca Rovoletto (Dolo)
Mattia Donadel
Luigi Lazzaro – presidente Legambiente Veneto