Comunicato Stampa Opzione zero – Re-Common – Counter Balance 22 gennaio 2014
Passante di Mestre: Opzione Zero, Re-Common e Counter Balance presentano esposto agli organismi di controllo Europeo.
Giù le tariffe, i cittadini hanno già pagato il Passante con le tasse. Il debito di CAV è illegittimo, si indaghi piuttosto sullo spropositato aumento dei costi per la realizzazione dell’opera.
Si chiede a OLAF di indagare su possibili episodi di corruzione nella costruzione dell’opera e di verificare i recenti finanziamenti della BEI e di Cassa Depositi e Prestiti a CAV SpA.
La Giunta Zaia e il CDA di CAV hanno responsabilità pesantissime, non possono nascondersi dietro a una foglia di fico.
Il comitato Opzione Zero, l’associazione Re:Common, la Rete Europea Counter Balance hanno presentato un dettagliato memorandum a OLAF l’organo ispettivo dell’Unione Europea, chiedendo che indaghi sul prestito di 350 milioni di euro erogato dalla Banca europea per gli investimenti (BEI), tramite l’italiana Cassa depositi e Prestiti, alla compagnia pubblica CAV. Il dossier è stato spedito anche alla Procura della Repubblica di Venezia, alla Corte dei Conti italiana e alla Corte dei Conti Europea.
Partecipata dall’Anas e dalla regione Veneto, la CAV SpA è una società totalmente pubblica creata nel 2008 per la gestione del Passante, della tangenziale di Mestre e del tratto di autostrada Padova-Mestre. La convenzione tra CAV e ANAS (società anche questa pubblica) approvata nel 2011, prevede che CAV restituisca ad ANAS circa 1 miliardo di euro entro il 2032 attraverso il gettito dei pedaggi autostradali. Si tratta della somma anticipata dalla stessa ANAS per la costruzione dell’opera.
“Il tornello di Vetrego è solo un pretesto – afferma Mattia Donadel di Opzione Zero- i pedaggi sul Passante e sulla Padova-Mestre sono i più cari d’Europa perché il traffico è in netto calo e la CAV non sa più come restituire i soldi ad ANAS, tanto che ora, si è ulteriormente indebitata con CDP e BEI per 423,5 milioni di euro, e pensa pure di ricorrere ai famigerati Project Bond, una sorta di titoli finanziari legati all’opera. Ma lo capiscono anche i bambini che di debito in debito il buco si allarga sempre di più. Su questa vicenda sia la Giunta Regionale di Zaia sia il CDA di CAV hanno responsabilità precise e pesanti”.
Rincarano la dose Rebecca Rovoletto e Lisa Causin portavoce del Comitato: “l’allargamento del debito produrrà nel breve periodo ulteriori rincari dei pedaggi per spremere le tasche dei cittadini, che il Passante però lo hanno già pagato con le tasse. Ma quando la situazione diventerà insostenibile allora dovranno risponderne direttamente la Regione Veneto e ANAS, i soci di CAV; e a quel punto è facile immaginare cosa potrà produrre: tagli ai servizi pubblici locali come sanità, trasporti e scuole e ancora nuove tasse”.
Obiettivo di Opzione Zero, Re-Common e Counter Balance è dunque accendere i riflettori a livello europeo su questa situazione esplosiva.
Nel dossier (in allegato l’estratto) si fa riferimento al dettagliato rapporto della Corte dei Conti, che nel marzo del 2011 aveva sollevato forti dubbi su vari aspetti della costruzione e della gestione dell’opera: mancati controlli, uso smodato degli strumenti emergenziali, aumento ingiustificato dei costi, possibilità di infiltrazioni della criminalità organizzata nella concessione dei subappalti. D’altra parte proprio la Mantovani SpA e la FIP Industriale, società gemelle entrambe protagoniste nei lavori di costruzione del Passante, sono al centro di importanti inchieste della Magistratura veneziana e di quella siciliana: nel febbraio 2013 viene arrestato Piergiorgio Baita ex AD della Mantovani per false fatturazioni e corruzione; mentre lo scorso ottobre, l’amministratore delegato di una delle società del consorzio, FIP Industriale, è stato arrestato dalle autorità anti-mafia di Catania con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa legato alla costruzione della tangenziale di Caltagirone in Sicilia. Nonostante ciò, la BEI è andata avanti con l’erogazione del prestito, effettuata nell’aprile del 2013.
Continua Rebecca Rovoletto: “Innumerevoli sono state le occasioni in cui comitati e gruppi di azione civile hanno denunciato pubblicamente e apertamente l’opacità del sistema politico-affaristico instaurato dai potentati che da vent’anni governano la Regione del Veneto. Opacità nelle procedure, negli affidamenti di appalti, nella gestione delle opere pubbliche e delle risorse economiche, nell’utilizzo forzato di strumenti tecnico-legislativi emergenziali. Il “sistema veneto” è strutturalmente corrotto e il caso del Passante di Mestre e della gestione CAV ne sono uno degli emblemi. È tempo che tutti gli organi di controllo, anche quelli europei, si rendano responsabili di garantire la legalità, e il corretto e trasparente utilizzo del denaro pubblico”.
“Sono anni che ci viene detto ‘l’Europa ce lo chiede’” ha dichiarato Antonio Tricarico di Re:Common. “Questa volta siamo noi, cittadini italiani vittime della corruzione del ‘sistema Veneto’, a chiedere all’Europa di investigare le responsabilità dirette di funzionari della Banca europea per gli investimenti che hanno concesso fondi, nonostante i magistrati italiani avessero già scoperchiato la pentola sulla corruzione che riguarderebbe la CAV e il Passante di Mestre”.
“Se l’OLAF è un’istituzione seriamente impegnata nella lotta alla corruzione e al riciclaggio, dimostri che la Bei viene trattata e indagata al pari delle altre istituzioni europee e almeno per una volta faccia pagare anche ai responsabili della Banca a Lussemburgo il fatto di non aver controllato adeguatamente l’uso dei soldi pubblici che gestiscono, andando poi a legittimare l’ormai diffusa corruzione italiana” ha aggiunto Elena Gerebizza sempre di Re:Common.
Intanto Opzione Zero sta lavorando per mettere punto un ricorso al TAR sullo spropositato aumento dei pedaggi e sul mancato arretramento della barriera di Mestre. Annunciata poi una manifestazione in zona Roncoduro per il 22 febbraio, giornata di mobilitazione nazionale di tutti i comitati lanciata dal Movimento No TAV.
Comitato “Opzione Zero” – Riviera del Brenta Venezia