Questo libro evidenzia la centralità dei dispositivi nella nostra esperienza quotidiana, scegliendone alcuni di esemplari rispetto al poetico e alla salute. Essi si rivelano decisivi nella determinazione del soggetto che scrive e che vive, al punto da condizionarne la stessa possibilità di esistenza. Il poeta, infatti, si definisce attraverso lo stile, che altro non è che la messa in atto di specifici dispositivi retorici. Lo stesso vale per gli apparati che ci determinano in quanto esseri umani in grado di sopportare la precarietà del vivere: filosofie, processi biochimici, procedure sanitarie e scelte di campo definiscono il nostro modo di essere-nel-mondo, in un’età in cui del soggetto non è rimasto quasi nulla, giacché volontà e libertà si irregimentano secondo modelli di cui egli non dispone, ma che lo dispongono, anzi lo indispongono in un aperto già tutto mediato dal potere. Guglielmin prosegue la sua ricerca sulla finitudine, mettendo in scena un io plurale, contraddittorio eppure ostinatamente alla ricerca di un senso, ma tutto ancora da costruire e decostruire, dove gli opposti – autenticità / inautenticità, natura / cultura, elitario / popolare, interiore / esteriore – non sono che imprescindibili dispositivi del presente, spesso figli dell’alienazione.
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Stefano Guglielmin:

(Schio, 1961), laureato a Padova nel 1986 in filosofia. Tra gli ultimi libri pubblicati, troviamo le sillogi Maybe it’s raining. Selected poems 1985-2014 (2014), Ciao cari (2016) e Dispositivi (2022) e i saggi Blanc de ta nuque. Uno sguardo (dalla rete) sulla poesia italiana contemporanea, Voll. 1 e 2 (2011 e 2016) e La lingua visitata dalla neve. Scrivere poesia oggi (2019). Sue poesie e saggi critici sono usciti su numerose riviste italiane ed estere e su siti web. Un suo racconto è uscito in AA.VV., L’occhio di vetro. Racconti del Realismo terminale (2020)

Toni Moretti:

Inizia l’attività concertistica negli anni ’80, che lo porterà a suonare in tutta Italia con moltissime formazioni musicali. A fine anni’90 fonda un suo quintet con il quale tiene concerti in tutta Italia e all’estero per presentare i cd contenenti sue composizioni. Ha suonato tra l’altro con: Jonh Surman, Markus Stockhausen, Javier Girotto, Rita Marcotulli, Greg Burk, Garrison Fewell, Carol Sudhalter, Frank Vignola, Darell Hill, Yojce Yuille, Christina Lux, Knagui Damon Knagui, Jean Rich, Paolo Birro, Alfonso Santimone, Bruno Cesselli.. In ambito classico con l’Orchestra dell’Accademia Musicale ha accompagnato alcuni tra i più importanti solisti. Ha pubblicato diversi cd di cui è compositore e arrangiatore: 1- Easy Way – 1995 (MP Records) 2- Umbria – 2000 (Intersound music) 3- Entrèe – 2003 (Ed Pagina 3) 4- Yes I Will – 2005 (Splas(h) Records 5- Amadeus Lives!! – 2007 6- Elisabeth Geel jazz quartet & Orchestra – 2009 7- A Bassa Voce – 2011 8- Una Cometa – 2013 (Maya Records)