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CORTEO – Giornata Internazionale contro la violenza maschile sulle donne e di genere
Novembre 25 @ 18:30 - 21:00
Lunedì 25, ore 18.30
CORTEO – Giornata Internazionale contro la violenza maschile sulle donne e di genere
Il 25 novembre è la Giornata Internazionale contro la violenza maschile sulle donne e di genere.
Un anno fa ci siamo lasciat3 con la promessa che ognun3 di noi si facesse carico della propria parte di responsabilità smantellando il sistema patriarcale pezzo dopo pezzo.
Scendiamo in piazza per dire basta a violenze emotive, psicologiche, economiche e fisiche.
A un anno dal femminicidio di Giulia Cecchettin, i numeri sono impietosi: siamo a quasi 100 femminicidi dall’inizio dell’anno, 5 in Veneto. Dopo la nostra rabbia, cosa è cambiato?
Il governo continua a criminalizzare chi cerca libertà spingendo il sistema sanitario a ignorare sempre più il diritto di scelta sul nostro corpo (la gpa diventa reato universale e il diritto all’aborto sempre più impraticabile) e ci tratta come oggetti privi di coscienza e potere decisionale, riflettendo una cultura che ci sminuisce, come avviene anche nei media e nella pubblicità.
Le discriminazioni nel lavoro persistono, così profondamente radicate che anche alte cariche del governo scelgono di farsi chiamare al maschile, mostrando quanto poco siamo considerate come donne.
Le nuove linee guida di educazione civica nelle scuole si concentrano su mercato, assicurazioni e gestione del denaro, trascurando e svuotando di significato il tema della violenza di genere.
La prevenzione non esiste e il risultato è visibile, le violenze infatti, quando vengono finalmente riconosciute e condannate, continuano. È fondamentale affrontare il problema alla radice, invece di limitarsi a interventi superficiali quando la violenza diventa una minaccia per la vita.
Dobbiamo riconoscere i micromachismi quotidiani e non giustificarli con silenzi e sorrisi.
Di fronte a tutto questo l’unica risposta che ci vediamo propinata è quella securitaria: pene più pesanti, maggior controllo, retoriche emergenziali, più polizia per le strade. Noi invece sappiamo che l’unica risposta possibile è la decostruzione pezzo pezzo di questo sistema radicalmente patriarcale e machista e non permetteremo che sui nostri corpi si giustifichino le ennesime politiche securitarie.
Noi non stiamo zitt3! Grideremo il nostro pensiero e faremo dei nostri corpi strumenti politici di autodeterminazione, per noi e per tutt3 le altr3, anche quell3 che più non hanno voce.
P.S. portiamo pentole e padelle per fare rumore, dato che non vogliamo più stare zitte!