Gestione dei rifiuti di plastica ed efficienza delle risorse: è il riciclo, bellezza, la chiave di volta

[ 7 marzo 2013 ]

Alessandro Farulli

Uno dei capitoli più interessanti del Libro Verde “Una strategia europea sui rifiuti di plastica nell’ambiente”, che il Commissario europeo all’ambiente Janez Potočnik ha presentato a Bruxelles,  è quello relativo alla “Gestione dei rifiuti di plastica ed efficienza delle risorse”. Un testo dal quale emerge chiaro che in questa precisa fase storica è il riciclo uno dei cardini di un nuovo modello di sviluppo che punta a ridurre i flussi di materia e il depauperamento delle materie prime.

«Modalità più sostenibili di produzione della plastica e una migliore gestione dei rifiuti, in particolare, tassi di riciclo più alti – si legge nel capitolo 3 del Libro Verde – , offrono un potenziale significativo per il miglioramento dell’efficienza delle risorse. Allo stesso tempo, esse contribuirebbero a ridurre le importazioni di materie prime, nonché le emissioni di gas serra».

E c’è una spiegazione “tecnica” della cosa: «La conservazione delle risorse può essere rilevante. La plastica viene prodotta quasi esclusivamente a partire dal petrolio e, attualmente, la produzione di plastica rappresenta circa l’8% della produzione mondiale di petrolio, di cui il 4% come materia prima e del 3-4% come fonte di energia per i processi di produzione». Come noto, anche se nella relazione non lo si dice esplicitamente,  il prezzo del petrolio è soggetto a oscillazioni tali che si ripercuote giocoforza su tutti i suoi derivati, plastica in primis. Anche per questo riciclarla, che giusto per ricordarlo non è sinonimo di raccolta e si tratta di un processo industriale, è (sarebbe) un vantaggio.

«Dal punto di vista dell’efficienza delle risorse – prosegue il Libro Verde – , è particolarmente importante evitare l’accumulo nelle discariche dei rifiuti in plastica. L’interramento della plastica rappresenta uno spreco evidente di risorse che dovrebbe essere evitato a favore del riciclaggio come opzione migliore o del recupero di energia». Quale che sia il punto di vista sui termovalorizzatori o inceneritori che dir si voglia, il recupero di energia come si legge a chiare lettere non è affatto escluso dall’Ue, ma è un’opzione in campo sempre preferibile alla discarica.

«Tuttavia – sono ancora parole del Libro Verde – , la percentuale di plastica stoccata nelle discariche resta elevata in diversi Stati membri a causa della mancanza di alternative, oltre allo scarso utilizzo di strumenti economici che si sono dimostrati efficaci».

Ed eccoci a una visione piuttosto condivisibile per il futuro delle produzioni: «La necessità di salvaguardare le risorse naturali e migliorare l’efficienza delle risorse potrebbe essere uno stimolo per incrementare la sostenibilità della produzione di materie plastiche. Idealmente tutti i prodotti di plastica dovrebbero essere completamente riciclabili e disponibili a costi contenuti. Il riciclaggio inizia già nella fase di progettazione del prodotto. Pertanto, la progettazione del prodotto può diventare uno degli strumenti essenziali per l’attuazione della Roadmap sull’efficienza delle risorse  recentemente adottata».

Ma lo stato delle cose al momento è questo: «Bassi tassi di riciclaggio ed esportazione dei rifiuti di plastica per il ritrattamento in altri Paesi rappresentano per l’Europa una perdita importante di risorse non rinnovabili, nonché di posti di lavoro. Il potenziale di riciclaggio della plastica viene ancora sfruttato in minima parte. Ad esempio, il programma di sviluppo irlandese sullo spreco delle risorse ha individuato (tra gli altri) nella plastica la materia che offre il maggiore potenziale riciclaggio in Irlanda. In Germania, dove il 60% dei rifiuti di plastica viene attualmente incenerito, si punta sempre più ad aumentare il tasso di riciclaggio della plastica».

Il riciclo poi è efficace anche per un altro fondamentale obiettivo sostenibile: «Secondo un recente studio, il riciclaggio della plastica e la conservazione dei materiali contribuisce maggiormente a contrastare i cambiamenti climatici, l’esaurimento delle risorse abiotiche e l’ecotossicità dell’acqua dolce. Una maggiore produttività nel settore delle materie aiuterebbe a ridurre gli impatti ambientali. Inoltre, per quanto riguarda i gas serra, la plastica ha mostrato il più alto potenziale di riduzione, insieme alla biomassa e ai metalli».

Nel capito 5 poi si entra ancor di più nel cuore della questione: «In linea di principio, il riciclaggio dei rifiuti di plastica rappresenta una scelta migliore rispetto al recupero di energia o lo stoccaggio in discarica. Sebbene, in una prospettiva di ciclo di vita, non tutti i rifiuti di plastica si prestano al riciclaggio, non vi sono ragioni tecniche per cui la plastica dovrebbe finire nelle discariche invece di essere riciclata o sfruttata per il recupero di energia. Questo risultato può essere ottenuto attraverso l’eliminazione o il divieto graduali dello smaltimento in discarica dei rifiuti in plastica mediante una modifica della direttiva 1999/31/CE in materia di gestione delle discariche. Entrambe le opzioni sono già operative per quanto concerne rifiuti organici (eliminazione), pneumatici, liquidi, esplosivi (divieto). Gli Stati membri con percentuali di rifiuti stoccati discarica inferiori al 5%, come Germania, Paesi Bassi, Svezia, Danimarca, Belgio, Austria raggiungono un tasso di recupero dei rifiuti di plastica, incluso il riciclaggio, tra l’80% e il 100% (attenzione, si parla di recupoero quindi riciclo, ma anche recupero energetico quindi termovalorizzazione ndr). Questi Paesi hanno adottato misure che permettono concretamente di trasferire i rifiuti combustibili dalle discariche, con un’azione pari a un vero e proprio divieto. La maggior parte degli Stati membri meno virtuosi non applica tali misure e fissa delle tariffe/tasse per lo stoccaggio dei rifiuti nelle discariche spesso pari a soli 7 € a tonnellata».

«Tuttavia – viene successivamente aggiunto – , alcuni Stati membri con elevati tassi di recupero e divieto di stoccaggio dei rifiuti in discarica evidenziano percentuali di riciclaggio della plastica piuttosto modeste, mediamente del 28% circa. Il rapporto attuale tra riciclaggio della plastica e recupero di energia dai rifiuti di plastica potrebbe essere migliorato attraverso misure a favore della raccolta differenziata, cernita e recupero dei materiali. Un divieto di stoccaggio in discarica con conseguente preponderanza del recupero energetico rispetto al riciclaggio non sarebbe in linea con la gerarchia dei rifiuti. Può essere utile riflettere sulle modalità di utilizzo degli strumenti economici per guidare il flusso di rifiuti attraverso questo sistema gerarchico, evitando l’ “effetto aspirapolvere” a favore della trasformazione dei rifiuti in energia».

«Uno studio sulle stime di produzione dei rifiuti in Europa fino al 2035 – viene sottolineato – ha preso in esame l’introduzione di forti strategie mirate all’ampliamento delle attività di riciclaggio, inoltre ha  individuato nella plastica le maggiori potenzialità di riduzione dell’impatto ambientale dei rifiuti». Seguono le domande che potete legge in fondo al pezzo alle quali, dal nostro punto di vista, si potrebbe in larga parte rispondere efficacemente con un incentivo al riciclo della materia paragonabile ai famoso (o famigerato) Cip6 e al riacquisto dei prodotti derivati dal riciclo. Se è giusto migliorare la raccolta differenziata, ridurre lo smaltimento in discarica e la termovalorizzazione, è lapalissiano che va spinto il riciclo anche per dare seguito al resto della filiera: una volta raccolto il materiale altrimenti che ci facciamo?

Domande:

(1) Il quadro normativo vigente consente di trattare la plastica in modo adeguato oppure la legislazione in vigore deve essere adeguata?

(2) Come è possibile delineare misure volte a promuovere un maggiore tasso di riciclo della plastica in modo tale da garantire effetti positivi per la competitività e la crescita?

(3) La corretta implementazione dei requisiti di trattamento dei rifiuti presenti nelle attuali normative in materia di discariche consentirebbe di ridurre in modo adeguato lo stoccaggio in discarica dei rifiuti di plastica?

(4) Quali misure risulterebbero opportune ed efficaci al fine di favorire il riutilizzo, il riciclo e il   recupero della plastica rispetto allo smaltimento nelle discariche? Il divieto di stoccaggio nelle discariche per le materie plastiche rappresenterebbe una soluzione adeguata o sarebbe sufficiente un aumento delle tasse sulle discariche oltre all’introduzione di prospettive alternative alle discariche stesse?

(5) Quali altre misure potrebbero risultare utili per portare il recupero dei rifiuti di plastica a un livello superiore nella gerarchia dei rifiuti, riducendo così il tasso di recupero dell’energia a favore del riciclaggio meccanico? L’introduzione di una tassa sul recupero dell’energia sarebbe una misura utile?

(6) Sarebbe utile incentivare in Europa la raccolta porta di tutti i rifiuti di plastica di pari passo con un sistema di pagamento in base al volume di rifiuti per gli altri materiali, oppure questa soluzione dovrebbe diventare addirittura obbligatoria?