Intanto ieri è stato trasmesso in diretta dalla sede ERT ed amplificato nelle piazze l’ultimo concerto dell’Orchestra Sinfonica e del Coro dell’emittente, quasi un concerto d’addio che ha commosso e ha chiamato alla lotta a tutti i greci.

Grecia, struggenti note

Verso la chiusura dell’emittente pubblica ERT

dav Globalproject
17 / 6 / 2013

 

Mentre il FMI dichiara che ha fatto bere una medicina troppo amara allo Stato greco e ai suoi cittadini, che la cura da cavallo rischia di uccidere il cavallo stesso e per finire che la politica del severo rigore, a colpi di tagli pesantissimi a tutto il settore pubblico, può trasformarsi in un default con gravi ripercussioni in tutta Europa.

Intanto Barroso e Draghi si affannano a confermare la politica di rigore fino a qui applicata in tutta l’Europa mediterranea, un po’ per tenersi buoni la Bundesbank, la Corte di Giustizia tedesca e la Merkel, che da sempre ne sono l’ago della bilancia, un po’ perchè il neoliberalismo è il loro credo religioso che neppure le smentite ufficiali accademiche riescono a scalfire.

Il Governo greco di Samaras applica alla lettera le richieste della Troika: ad un anno esatto dalle elezioni del giugno 2012, che hanno dato vita al primo governo di coalizione nella storia politica contemporanea della Grecia,  tra lo stupore generale, viste anche le dichiarazioni internazionali ed europee sui positivi riscontri del debito greco; ha deciso di staccare la spina ai tre canali TV e alle varie stazioni radio locali della Hellenic Broadcasting Corporation (ERT).

Sembra siano almeno 2.656 gli impiegati licenziati.

Le trasmissioni TV sono state interrotte la sera stessa, ma i giornalisti hanno continuato le programmazioni in streaming mentre davanti agli studi di Atene si raccoglieva una folla di manifestanti. Tecnici, giornalisti, musicisti, insomma tutti i dipendenti hanno dato via ad una occupazione dell’emittente che tutt’ora prosegue. Da subito è stato indetto uno sciopero generale di 24 ore in Grecia a seguito della chiusura della emittente, ad indire la protesta sono stati i due sindacati più grandi del Paese, Gsee e Adedy. Incrociano le braccia dipendenti dei trasporti pubblici e degli ospedali, oltre che gli impiegati delle compagnie aeree.

I giornalisti stanno continuando a realizzare trasmissioni, che vengono mandate in onda online in streaming dall’Unione europea di radiodiffusione (Uer), l’ente associativo di emittenti nazionali pubbliche e private in Europa, e da un canale gestito dal Partito comunista greco.

Indubbiamente la contradditoria decisione di Samaras, dallo stesso giustificata dalla necessità di consegnare ai rappresentanti della Troika (Fondo Monetario Internazionale, Unione europea e Banca centrale europea) la lista dei primi 2.000 dipendenti statali da licenziare, è stata a dir poco affrettata ed ha provocato un grave danno alla sua immagine; anche perché è un azzeramento di una esperienza lavorative e culturale riconosciuta e amata dal popolo greco, senza che sia posta alcuna alternativa concreta.

Forse Samaras, forte dei risultati degli ultimi sondaggi che, in caso di un ricorso anticipato alle urne, danno la vittoria al suo partito, ha sinora respinto la richiesta degli alleati politici. La decisione di chiudere la tv pubblica Ert, infatti, ha spaccato la coalizione di governo. Da una parte il premier conservatore di Nuova democrazia, Antonis Samaras, che ha ribadito la sua convinzione di tenere chiusa l’emittente lasciando a casa tutti i 2.656 dipendenti, riaprendo la tv alla fine dell’estate con un personale ridotto; dall’altra la posizione degli altri due partiti della coalizione di governo, il partito socialista Pasok e Sinistra democratica, che hanno presentato ieri al Parlamento una proposta di legge per annullare la chiusura di Ert, di ritirare il decreto legge sulla chiusura della Ert e procedere alla ristrutturazione dell’ente lasciandolo in attività.

Intanto ieri è stato trasmesso in diretta dalla sede ERT ed amplificato nelle piazze l’ultimo concerto dell’Orchestra Sinfonica e del Coro dell’emittente, quasi un concerto d’addio che ha commosso e ha chiamato alla lotta a tutti i greci.

Vedere ed ascoltare per credere.