Venezia si mobilita contro le Grandi Navi
Il giorno dell’assalto
Una vergognosa provocazione delle multinazionali delle crociere
Sabato prossimo, 21 settembre, non sarà un giorno come gli altri per Venezia. In Marittima sono attese 771.987 tonnellate di ferro galleggianti. Sarà il giorno dell’assalto, dell’inquinamento da polveri sottili e ossidi di azoto, della distruzione dei fondali, delle onde anomale (con che coraggio i vigili multeranno i barchini perché tirano a manetta in Bacino?) Sarà il giorno del “via vai” autostradale di un treno di tre chilometri di Tir alti come grattacieli a un tiro di fionda dalla Basilica. Quella Basilica per la quale la Soprintendenza vieta – e giustamente – di tenere concerti in piazza per non danneggiarne i delicati mosaici. Sarà sopratutto il giorno del “il Governo sta discutendo le alternative? Il Comune vorrebbe il numero chiuso? E noi facciamo vedere a lui e a tutti quanti che continuiamo a fare quel cazzo che vogliamo”. L’arrivo delle 12 Grandi Navi va letto sopratutto come una vergognosa provocazione delle multinazionali delle crociere.
Non è neppure un caso che tutto ciò avvenga proprio mentre la Tv – quando ci dà un attimo di tregua dalle tormentose vicende di Silvio – ci assilla con i filmati del recupero della Costa Concordia. Il tutto presentato con la massima spettacolarità, senza ricordare che con catafalchi del genere in giro per i mari gli incidenti sono sempre in agguato. Una vera e propria pubblicità gratuita per le crociere su queste specie di villaggi turistici galleggianti.
Ma l’assalto delle 12 Grandi Navi va letto anche come un rilancio della posta in gioco proprio nel momento in cui si discute di alternative e di laguna a “numero chiuso”. E’ in questa ottica che le multinazionali delle crociere stanno mettendo le mani avanti. Domani potranno dire: “Dodici son troppe? Bontà nostra, siamo disposti a scendere a sei”. Un po’ come si contratta nei mercati orientali, partendo dal doppio per arrivare a metà.
Ed è proprio per questo che sabato prossimo, alle 14,30 alle Zattere dobbiamo esserci tutti. Per far capire alle multinazionali che hanno passato il segno e per ricordare agli amministratori della città ad al Governo che l’unico “numero chiuso” che ci piace è lo zero. E che l’unica alternativa che accettiamo è che questi mostri marini, col loro carico di inquinamento e di brutture, girino al largo dalla nostra laguna.