Chiaro ed incisivo il messaggio con cui si sta preparando l’iniziativa a Venezia in occasione della visita di Renzi in laguna per partecipare al Digital Venice 2014.
Le richieste che si vogliono portare direttamente a Renzi sono la voce della città, di chi in questi anni ha lottato contro il sistema che ha avvelenato la laguna, di chi si mobilita contro le grandi navi: scioglimento del Consorzio Venezia Nuova, moratorio dei lavori alle bocche di porto, ispezione tecnica sui lavori del sistema Mose.
Quel che è avvenuto a Venezia non è un problema di “mele marce” ma è paradigmatico dell’essenza delle grandi opere come è stato affermato durante l’iniziativa dei comitati ambientali e in difesa del territorio di tutto il Veneto davanti alla Regione, per lanciare la campagna per la moratoria delle grandi opere.
L’appuntamento per tutti è l’8 luglio alle 10.00 in Piazzetta dei Leoni – Arsenale.
Tommaso Cacciari #nograndinavi
FERMARE SUBITO LE “GRANDI OPERE” INUTILI E DANNOSE
“Grandi Opere” = Malaffare: ora ci sono le prove inconfutabili di quanto denunciato in tutti questi anni dai comitati, dalle associazioni, dai movimenti.
Va abbattuto il sistema perverso delle “Grandi Opere” in quanto vera causa sistemica della corruzione nella quale sono coinvolti partiti di entrambi gli schieramenti, dal P.d.L. al P.D., dalla Lega all’UDC, a dimostrazione delle completa trasversalità che caratterizza quello che potremmo definire “Il Grande Partito degli Affari”.
Per i comitati, le associazioni e i movimenti che da anni si battono in tutto il territorio del Veneto contro le decine di “Grandi Opere” inutili e dannose non c’è nessuna sorpresa rispetto a tutto il marciume che emerge dall’inchiesta veneziana su MOSE e “Grandi Opere”, ma solo la conferma di quanto da anni denunciano con inchieste, esposti, ricorsi e mobilitazioni.
Il livello iper-pervasivo della corruzione, che ha coinvolto pezzi importanti della Giustizia (compresi T.A.R. e Consiglio di Stato), delle Forze dell’Ordine, degli apparati amministrativi pubblici, delle Università, degli organi di informazione e delle istituzioni politiche di governo della Regione e del Paese, spiega molto bene perché le istanze dei comitati non siano mai state prese in considerazione.
La Rete Veneta dei Comitati rifiuta la retorica delle “mele marce”: qui è l’intero albero, ad iniziare dal fusto e dalle radici, ad essere incancrenito!
In molti, a cominciare dal Presidente Renzi, vorrebbero far credere che il problema è causato dal malcostume, da qualche mela marcia, mentre invece le regole vanno bene così come sono e, soprattutto, pretendono che le opere vadano comunque avanti! Per i cittadini questo significherebbe un enorme danno, ambientale ed economico, oltre alla beffa di essere derubati da chi doveva rappresentarli e tutelarli.
Perché quello che emerge in Veneto, come in Lombardia, come in tante altre parti d’Italia, è che proprio le “Grandi Opere” pubbliche, gestite attraverso la Legge Obiettivo, i Commissari straordinari, il Project financing, l’affidamento in concessione, sono state il mezzo, il terreno di coltura per costruire e alimentare vere e proprie cricche malavitose di stampo politico-affaristico; sodalizi che non si sono fatti il minimo scrupolo nel devastare interi territori pur di intascare miliardi di euro di denaro pubblico a proprio esclusivo vantaggio.
La riprova di ciò sta nel fatto che nessuna delle “Grandi Opere” previste in Veneto risponde ai requisiti di sostenibilità ambientale ed economica e di necessità rispetto agli effettivi bisogni della popolazione; tutte sono state pensate in funzione di un unico scopo: massimizzare il profitto privato che se ne poteva ricavare.
Ciò che per noi conta veramente è quindi mettere la parola fine al Sistema delle “Grandi Opere”, con tutta la normativa, speciale od ordinaria, pensata ad arte per sostenerle e sottrarle alla trasparenza e al controllo.
Per questo la Rete Veneta dei Comitati per la difesa dei territori e dei Beni Comuni lancia una Campagna di informazione e sensibilizzazione della popolazione per ottenere una moratoria immediata su tutti i grandi progetti in corso di realizzazione e in programma in Veneto. La Campagna sarà articolata e diffusa nei territori attraverso azioni di sensibilizzazione, raccolta firme, mobilitazioni, e si concluderà con una grande manifestazione popolare nel prossimo autunno.
Questa la piattaforma della Campagna:
– Moratoria immediata su tutte le “Grandi Opere” in corso di realizzazione o in progetto in Veneto fino alla conclusione delle inchieste in corso e all’attuazione di una verifica sulla loro utilità, affidabilità tecnica e sostenibilità economica ed ambientale, con la partecipazione di tutti i soggetti portatori di interessi, ad iniziare dai semplici cittadini.
– Stop al MOSE, alle nuove autostrade, alle linee TAV, al carbone nella centrale di Porto Tolle, allo scavo nuovi canali per portare le grandi navi in laguna, agli inceneritori, ai prelievi indiscriminati d’acqua dai fiumi, agli Ospedali unici realizzati con le finanza di progetto.
– Scioglimento del Consorzio Venezia Nuova e sequestro cautelativo dei cantieri, dei macchinari e dei beni delle imprese che hanno messo in atto azioni criminali ai danni della pubblica amministrazione;
– Revoca e annullamento di ogni autorizzazione, concessione, contratto, affidamento di lavori che possa essere il frutto di corruzioni, favoreggiamenti o altro tipo di pressioni e attività illecite da parte di imprese, loro consorzi o altri mandatari;
– Annullamento di tutte le leggi, i provvedimenti, i regolamenti che – a partire dalla “Legge Obiettivo” del 2001 – hanno “semplificato” le procedure in materia di “Grandi Opere” derogando alla normativa sugli appalti e attribuito poteri immensi ai “commissari straordinari”. In particolare, chiediamo il divieto di affidamento di lavori senza gara d’appalto e in mancanza dei progetti definitivi, così come di ricorso al sub-appalto.
– Cancellazione del sistema della Finanza di Progetto (“Project Financing”) e dei “Lavori in Concessione”.
– Avvio delle procedure per il recupero del denaro pubblico che le imprese hanno “devoluto” ad altri scopi rigonfiando i costi realizzazione delle opere.
– Immediata approvazione di una legge che vieti alle imprese che intrattengono rapporti economici con enti pubblici (concessioni, appalti, convenzioni, ecc.) di devolvere denaro a qualsiasi titolo (finanziamenti, sponsorizzazioni, ecc.) a partiti, fondazioni, personaggi politici. “Liberiamo” così le imprese dal pizzo della politica.
– Ricostruzione degli organismi di valutazione e controllo ambientale per renderli indipendenti dai poteri politici ed economici: eliminazione dei conflitti d’interesse, di competenze e della concentrazione dei poteri in una sola figura.
– Garantire pubblicità, trasparenza e partecipazione piena dei cittadini sull’operato della pubblica amministrazione e su tutte le decisioni che riguardano le opere ed i beni pubblici.
Rete regionale veneta contro “Grandi Opere” e produzioni inquinanti