16 / 11 / 2011
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Martedì 15 ottobre alle ore 19.30 in Piazza Garibaldi si sono trovate circa 150 personein occasione della #OccupySchio, sulla spinta dell’iniziativa globale #OccupyTheWorld lanciata da Wall Street. L’obiettivo dei movimenti che hanno aderito alla manifestazione, era evidenziare l’inadeguatezza delle misure che tutti i governi, sotto la pressione del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Centrale Europea, stanno adottando per affrontare la crisi economica. Anche i cittadini di Schio hanno espresso la loro contrarietà ai tagli allo stato sociale, alla privatizzazione dei servizi pubblici e alle leggi che inaspriscono la precarietà del lavoro. Tutte le manovre che vanno in questa direzione, contribuiscono solamente ad impoverire maggiormente la popolazione, ad attingere ricchezza dalle loro ultime risorse al fine di sanare un sistema economico instabile e vantaggioso per soli pochi, perennemente soggetto a collassi.
Negli ultimi giorni abbiamo anche assistito all’ascesa di un “governo tecnico”, anche questo fatto muove gli indignati di Schio. Solo le scelte politiche possono presiedere all’attuazione di “tecniche”, ma chi si farà carico di questo onere? I tecnici non devono rendere conto a nessun elettore, tanto meno il loro compito consiste nel lavorare per un interesse comune dei cittadini. Il nostro “governo” applicherà delle misure, la cui responsabilità politica non sarà imputabile a nessuno e questa è la definitiva privazione di ogni residuo di democrazia.
Un altro grave fatto accaduto di recente, ha ulteriormente incrementato l’indignazione e l’arrabbiatura dei Draghi Ribelli dell’alto vicentino. Un attivista scledense è stato chiamato dai carabinieri per essere sottoposto ad una intimidazione attraverso un processo di avviso verbale. In esso viene presupposto infondatamente che egli sia responsabile di una condotta di vita penalizzabile con l’applicazione di misure di sicurezza sulla sua persona. Non solo non ci sono prove a testimoniare le ridicole accuse, ma viene fatto riferimento alla sua situazione lavorativa instabile, condizione che molti oggi vivono non per volontà propria, ma a causa di una crisi di cui non sono responsabili. Essere precari non è certo un crimine, soprattutto se si è regolarmente iscritti all’Università e volontari del Servizio Civile Nazionale. E’ chiaro il tentativo di intimorire chi, legittimamente si è adoperato per preservare i beni comuni e il proprio territorio, esercitando il diritto di democrazia. Ancora una volta nuove leggi vengono costruite su misura per arginare e sopprimere le lotte e il conflitto sociale.
Al contrario, per difendere il diritto di tutti di mobilitarsi al fine di costruire progetti di valorizzazione dei territori e un futuro migliore, i draghi ribelli hanno manifestato, in questa occasione, la loro contrarietà alle politiche di repressione. Questi fatti dicono che i draghi sono nel giusto e sicuramente saran stimolati ad essere ancora più attivi nei territori per costruire alternative di sviluppo e preservare la democrazia intesa come bene comune. Quindi ieri è stata respinta al mittente l’intimidazione, senza ricevute di ritorno. Inoltre verrà fatto subito ricorso a questo procedimento assurdo.
L’ intenzione che gli scledensi in piazza Garibaldi erano tesi a comunicare, anche con la proiezione di un filmato, è quella di avanzare una concreta proposta alternativa, attraverso la riappropriazione dei beni comuni a partire dai nostri territori e dalla denuncia dell’inutilità di opere e infrastrutture, che oltre ad essere estremamente dispendiose, sono anche dannose all’ambiente. Tra queste si ricordano la Pedemontana, il potenziamento di una linea di combustione dell’inceneritore di Ca’ Capretta e la discarica di Monte di Malo.
occupyschio-draghi ribelli scledensi