Il Comune di Napoli è il primo ad aver reso concreta la scelta referendaria di giugno scorso, in cui 27 milioni di cittadini hanno deciso di escludere i privati nella gestione del ciclo delle acque. E’ stata infatti approvata la delibera per la trasformazione dell’Arin s.p.a (Azienda risorse idriche napoletane), in un’azienda speciale a carattere totalmente pubblico, l’Abc (Acqua bene comune).
Nel 2004, 150 comuni di Napoli e Caserta votarono la privatizzazione dell’acqua e da allora i comitati si sono battuti per ottenerne la ripubblicizzazione con il rovesciamento della decisione ottenuto in due anni di battaglie. Due anni dopo i sindaci di Napoli e Caserta votarono la ripubblicizzazione ma a ciò non fu dato seguito coi fatti per l’opposizione di Bassolino e Iervolino. Oggi la battaglia a Napoli sembra aver raggiunto un punto, che è poi la “ semplice” obbedienza alla volontà di 27 milioni di cittadini. Il Forum Italiano dei movimenti per l’acqua e il comitato acqua pubblica Napoli si aspettano ora che anche le altre città seguano l’esempio napoletano, che è un’esemplare lezione sulla ormai dimenticata e sepolta democrazia partecipativa.