Tra l’ineriza dell’amministrazione e la speculazione dei privati gli sfrattati scelgono di occupare uno stabile abbandonato
Due nuclei familiari sfrattati, una famiglia che per la nona volta andava incontro ad un tentativo di sgombero forzato, ed un palazzo abbandonato da oltre tre anni al degrado dalla Fondazione Mioni, ente in mano alla Banca Popolare ed all’Ipab di Vicenza (commissariato dalla Regione Veneto).
Questo fino a ieri. Perché da oggi questo palazzo colpevolmente lasciato vuoto diventerà la nuova casa di queste tre famiglie.
Secondo l’Ance (Associazione Costruttori Edili Padovani) tra città e Provincia sono oltre 40.000 gli alloggi sfitti; migliaia di questi sono in mano alla speculazione finanziaria, a grandi gruppi e fondazioni, mentre si continua a costruire divorando inutilmente il territorio.
In tutta Italia 650 mila sono le famiglie in lista d’attesa per un alloggio pubblico mentre oltre 5 milioni di alloggi non sono utilizzati, 88 mila (il 7,5% del totale) sarebbero immediatamente disponibili per far fronte all’emergenza
Di contro, migliaia di persone sono soggette a procedura di sfratto o di pignoramento, (70 mila famiglie solo nel 2012) non più in grado di corrispondere il canone d’affitto o la rata del mutuo, dopo aver perso il lavoro o perché costetti a contratti precari.
Contemporaneamente la disponibilità di case pubbliche va riducendosi, svendute nel mercato privato dall’Ater, attenta a produrre profitti piuttosto che ai bisogni dei cittadini. Allo stesso tempo, da due anni il Comune non pubblica le graduatorie per l’assegnazione degli alloggi ERP che intanto rimangono vuoti, mentre per chi è sotto sfratto le risposte sono sempre più rarefatte, in mancanza di politiche abitative lungimiranti ed adeguate ad una crisi che colpisce sempre più a fondo.
Di questa realtà sono state vittime anche la famiglia di Benedetta e Victor, con quattro figli, quella di Fatimo e Richard, con due, ed una coppia di cugini: dagli uffici comunali nessuna risposta dopo mesi di sollecitazioni, un’inerzia che ha prodotto per loro, così come per i proprietari, una situazione insostenibile.
Per questo abbiamo riaperto lo stabile di via Trieste, per esercitare quel diritto fondamentale all’abitazione sancito dalle carte internazionali che questo Paese ed i suoi enti locali non riescono più a garantire, ostaggi volontari delle politiche dall’alto dell’Europa della Troika.
Non chiamateci abusivi, siamo famiglie che come altre sono state ridotte sul lastrico dalla crisi e che hanno scelto di rispondere a questa condizione riconquistandosi un diritto legittimo, invece di abbandonarsi alla disperazione come accaduto anche di recente a Ragusa.
Da qui rivolgiamo un appello a tutte le altre famiglie colpite da sfratto o pignoramento ed alle associazioni che si occupano del problema della precarietà abitativa, per dare vita insieme già il prossimo sabato 18 maggio, alle ore 16.00, nello stabile riassegnato di via Trieste 8, ad una assemblea che riapra in città un percorso comune per affrontare dal basso questo inaggirabile problema.
Rete anti sfratto Padova e Provincia