Pesci volanti avvistati in laguna.
Bettin: “Spettacolo meraviglioso e inquietante”
Le segnalazioni ne attestano la presenza non solo nelle zone di laguna più prossime al mare, ma anche nelle parti più interne, addirittura nei canali industriali di Marghera, e in Canal Salso a Mestre, a dimostrazione del fatto che la trasformazione va estendendosi, anche se ovviamente sono la laguna centrale e il tratto di fronte alle bocche di porto ad attrarre i pesci volanti. Il bacino interno, però, si dimostra adatto ad ospitarli anche se solitamente vivono in acque aperte lontano dalle rive, e certamente non appartengono alla comunità ittica lagunare. La loro presenza non passa certo inosservata, data la loro capacità di effettuare, mediante le pinne pettorali, “voli” più o meno lunghi sopra la superficie d’acqua. Di qui le numerose segnalazioni che in questi giorni sono arrivate al Museo di Storia Naturale e all’Osservatorio della Laguna del Comune di Venezia.
Gli esperti di biologia marina della comunità scientifica veneziana stanno raccogliendo dati per interpretare il fenomeno, nelle sue dimensioni e nelle sue possibili cause. Che nella laguna centrale, quella solcata dal “canale dei petroli” tra Malamocco e Marghera, fosse in atto una progressiva marinizzazione, è noto e documentato da numerosi studi scientifici. Le dinamiche erosive in corso, portano all’aumento delle profondità dei fondali in quella parte di laguna, determinando modifiche alla componente biotica, sempre meno di tipo lagunare e sempre più simile a quella marina. L’avvento dei pesci volanti – come peraltro l’accertata presenza la scorsa estate in laguna della foca monaca – potrebbe essere un ulteriore sintomo di una laguna in rapida evoluzione verso uno scenario di baia marina.
“Occorre studiare con grande attenzione il contesto ampio dell’alto adriatico e lo scenario globale dei mutamenti climatici, nei quali inserire le dinamiche più tipicamente locali che, in laguna, tendono ad accentuare il fenomeno. La laguna è da sempre un organismo che solo l’azione umana ha mantenuto in equilibrio, impedendone l’interramento o la trasformazione in braccio di mare. Evidentemente, oggi, è quest’ultimo rischio a dover richiedere le maggiori attenzioni”, commenta Gianfranco Bettin.
Comunicato stampa del Comune di Venezia