Approvata la relazione dell’Europarlamentare Vittorio Prodi
Plastica, l’Europa vota per il riciclo
Incentivi all’industria del riciclaggio e non per gli inceneritori. Stop alle discariche
[14 gennaio 2014]
Approvando il report, titolato Una strategia europea in materia di rifiuti di plastica nell’ambiente, il Parlamento invita la Commissione europea a presentare, entro il 2014, proposte per eliminare progressivamente – entro il 2020 – lo smaltimento in discarica dei rifiuti riciclabili e recuperabili, senza tuttavia incentivare l’incenerimento di questi rifiuti e proponendo di vietare in toto il conferimento in discarica della plastica riciclabile. Si chiede inoltre – precisano al Parlamento europeo – che i rifiuti di plastica non siano utilizzati per il recupero di energia, a meno che tutte le altre possibilità siano state esaurite.
Come proposto da Prodi, che della relazione è il relatore, il Parlamento ha anche chiesto di bandire – entro il 2020 – le sostanze pericolose usate nella produzione della plastica, come i metalli pesanti e le cosiddette plastiche oxo-degradabili che, appunto, non sono naturalmente degradabili e che contengono pericolose sostanze chimiche. Nel rapporto viene anche chiesto di ridurre drasticamente (anche in questo caso prima del 2020), e dove possibile di vietare, i sacchetti di plastica monouso: solo nel 2010 ne sono stati immessi sul mercato comunitario 95,5 miliardi. Circa il 40% dei rifiuti di plastica in Europa, precisa inoltre Prodi, proviene da imballaggi ed è quindi importante rivedere la normativa in materia, in un’ottica di economia circolare.
I deputati dell’Europarlamento sottolineano che il potenziale economico del riciclaggio di materie plastiche è ancora in gran parte non sfruttato e, attualmente, solo il 25 % dei rifiuti plastici sono riciclati; si tratta di una stima molto incerta a causa dei noti deficit sulla contabilità dei flussi di materia nei quali il nostro Paese è campione, ma la percentuale molto bassa è certamente indicativa (e probabilmente sottostimata). Se ben applicata, entro il 2020 la normativa UE sui rifiuti potrebbe portare a un risparmio di 72 miliardi di euro l’anno, incrementare il fatturato annuo dell’UE di 42 miliardi di euro nel settore della gestione e del riciclaggio dei rifiuti, nonché creare oltre 400.000 posti di lavoro.
Ma per raggiungere quest’obiettivo gli incentivi economici non bastano (anche se sono necessari). «Al contempo – spiega Vittorio Prodi – proponiamo da un lato di finanziare in via prioritaria le infrastrutture di riciclaggio rispetto allo smaltimento in discarica e all’incenerimento dei rifiuti, dall’altro di motivare e incentivare i cittadini e le imprese ad adottare il concetto di economia circolare». Un cambio di prospettiva nel settore implica inoltre «la necessità di formare i lavoratori e il Fondo sociale europeo può contribuire a soddisfare la richiesta di posti di lavoro sostenibili e di qualità in settori a bassa intensità di risorse».
«Il Parlamento – chiosa Prodi – rinnova oggi la richiesta dei cittadini di un ambiente sano e per una produzione e un consumo basati sul concetto di economia circolare». La politica deve ora mostrarsi all’altezza dei buoni propositi, e dalle parole attendiamo che si passi ai fatti, in Europa come in Italia. Di tempo, purtroppo, ne abbiamo perso già in abbondanza.
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