“In Turchia come nelle piazze del Brasile, la moltitudine ha saputo usare efficacemente la comunicazione, ma ciò che resta decisivo è l’organizzazione sociale e politica, per cambiare davvero le cose.” Settecento persone hanno partecipato, nella serata di lunedì 8 luglio allo Sherwood Festival di Padova, alla conversazione con Toni Negri condotta da Beppe Caccia e dedicata a “Moltitudini, imperi e pratica del comune in tempo di rivoluzioni”.
Filo conduttore dell’incontro sono stati, infatti, i concetti innovativi per il pensiero critico e la pratica politica introdotti da Negri nei libri omonimi, scritti a quattro mani con Hardt nell’ultimo decennio, cioè “impero”, “moltitudine” e “comune”.
Viviamo un’epoca marchiata a fuoco dalla crisi finanziaria ed economica globale, ma i suoi smottamenti non producono ovunque gli stessi effetti. L’interrogativo di partenza è stato allora se, di fronte alla messa in discussione dell’egemonia politica e militare statunitense e al declino dell’Europa dell’austerity, questi tre concetti siano ancora validi per interpretare il mondo e orientare le pratiche di chi vorrebbe radicalmente cambiarlo.
Del resto i nodi affrontati in occasione del ritorno di Toni Negri a Sherwood Festival sono stati tanti e complessi.
la discussione si è sviluppata in cinque tappe.
– Quali le caratteristiche inedite di una crisi di cui non s’intravede l’uscita? E come queste stanno trasformando quei modelli di accumulazione capitalistica flessibile, che avevano segnato il superamento del fordismo? A quali modificazioni negli equilibri tra le maggiori potenze mondiali, vecchie e nuove, stiamo assistendo e quali conseguenze hanno e avranno per le condizioni di vita di miliardi di donne e uomini? E’ la categoria di “impero” adeguata all’epoca della presa “estrattiva” del capitale finanziario sull’intera società e la vita?
– Alla luce delle più recenti insorgenze sociali che stanno, anche contraddittoriamente, punteggiando il bacino del Mediterraneo (dalla Tunisia alla Turchia e, di nuovo, all’Egitto) e connotando il tumultuoso sviluppo dei paesi del BRICS (dalle lotte operaie e ambientali in Cina alle proteste in Brasile), che cosa significa oggi distinguere tra un concetto di “moltudine in sé” quale lettura della composizione sociale del lavoro vivo contemporaneo e quello di “moltitudine per sé” quale possibile soggetto politico della trasformazione?
– A cinque anni di distanza dalla sua formulazione in “Commonwealth”, la nozione di produzione e pratica del “comune” è stata tradotta nell’ampia diffusione del tema dei “beni comuni” (non senza qualche banalizzazione e confusione). mettendo finalmente in discussione la legittimità della proprietà privata, ma anche oltrepassando ogni superstite centralità del “pubblico” e dello Stato. Insieme all’idea del “reddito di cittadinanza” (che non può essere ridotto ad ammortizzatore sociale, né a semplice rivendicazione da aggiungere ad un lungo elenco), quella di “comune” può costituire uno dei pilastri di una concezione alternativa dei rapporti sociali, che si organizza in nuove istituzioni. In che modo?
– Inevitabile è stato, a questo punto, affrontare la questione dell’Europa, la particolare gestione capitalistica della crisi che qui si è affermata con la spirale senza via d’uscita tra politiche di austerity, impoverimento di massa, stagnazione e recessione e declino socio-economico; il processo di integrazione continentale e la profonda crisi di legittimità delle sue istituzioni politiche. Quali possono essere le prospettive possibili per chi desidera un’altra Europa, ripensata a partire dallo spazio mediterraneo?
– E, last but absolutely not least, se l’orizzonte delle lotte della moltitudine è una pratica del comune che riconnetta democrazia assoluta ed eguaglianza, cioè giustizia sociale per tutti e per ciascuno, si ripropone in tempo di grandi rivolgimenti, la questione della pensabilità e praticabilità oggi di un’idea di rivoluzione.
Tanti auguri dunque a Toni, e tanti auguri a tutti noi che ci rimettiamo in cammino su un percorso tutt’altro che scontato di ricerca teorica e pratica.