Sabato 22 ottobre a Schio, alle 18.30
Assemblea pubblica in piazza Duomo
Sabato 15 ottobre cinquecentomila persone, tra cui centinaia di donne e uomini partiti da tutta la provincia di Vicenza, hanno riempito le strade di Roma nella giornata mondiale dell’Indignazione, che ha visto svolgersi manifestazioni in 82 paesi. Uno straordinario movimento è sceso in piazza contro la crisi economica, contro la distruzione dell’ambiente e la privatizzazione dei beni comuni, contro la precarietà e la cancellazione dei diritti nel mondo del lavoro, ponendo il problema e l’urgenza di costruire un’alternativa al modello di sviluppo attuale, che sia in grado di affrontare la crisi economica, politica, sociale e ambientale con proposte innovative e radicalmente diverse da quelle propinate dalla Bce, dal Fondo Monetario, da Draghi e da Trichet
- Gli scontri di piazza S. Giovanni non hanno nulla a che fare con le pratiche di un movimento che indirizza la sua indignazione nella costruzione di un diverso mondo possibile. Quelle azioni non condivise, inutili e pericolose, sono state fatte contro quello straordinario movimento. Il risultato è stato quello, prevedibile se non scontato, di mettere in secondo piano la ricchezza che quella piazza esprimeva, lasciando spazio a quanti vedono come un pericolo ogni forma di dissenso, facendo arretrare pericolosamente il discorso pubblico oggi concentrato sul ripristino di leggi speciali e misure che mirano a comprimere, se non annullare, l’agibilità democratica nel nostro paese.
- Così come abbiamo criticato chi, con le proprie azioni, ha voluto stravolgere il senso della giornata del 15 ottobre, respingiamo allo stesso tempo il tentativo di criminalizzare ogni forma di critica e dissenso. Dobbiamo oggi impegnarci per mantenere aperti tutti gli spazi di partecipazione e di democrazia, di confronto e discussione. Non è una questione che investe solo i movimenti, è un problema che investe l’intera società, dal singolo cittadino ai partiti e sindacati.
- Siamo convinti che la migliore risposta sia nella costruzione di spazi pubblici, nella partecipazione e nella capacità di intervenire nelle contraddizioni che quotidianamente ci troviamo di fronte. Abbandonare il campo significherebbe far regredire il nostro paese, cancellare ogni speranza di cambiamento, di alternativa. Per questo parteciperemo alle iniziative che erano già in agenda o che sono scaturite come momenti pubblici di riflessione dopo il 15 ottobre. Lo faremo a partire da sabato 22 ottobre a Schio, dove si terrà alle 18.30 un’assemblea pubblica in piazza Duomo per discutere del 15 ottobre; lo faremo partecipando alla manifestazione di sabato 29 ottobre a Porto Tolle contro la centrale a carbone, per sostenere un modello energetico sostenibile; lo faremo il 5 novembre a Mason Vicentino, al fianco dei comitati che si battono contro grandi opere devastanti come la Pedemontana, per la difesa del territorio e dei beni comuni.
- LA DEMOCRAZIA E’ UN BENE COMUNE!