Trivellazioni a Ferrara, non c’è pace neanche per aree ‘faunisticamente importanti’
di Maria Rita D’Orsogna | 9 dicembre 2015
“Il progetto interessa direttamente il sito Natura IT 4060008 ZPS Valle del Mezzano”
Dal Provvedimento di VIA con cui si dà esito positivo alle trivelle in provincia di Ferrara
E’ una storia che Kafka non avrebbe potuto scriverla meglio. Purtroppo per noi si risolve con il solito successo dei petrolieri. Perché? Perché in Italia chi decide semplicemente non conosce e tanto meno ama il prezioso territorio che gli è stato dato, la gente che lo vive, e tanto meno la democrazia che dovrebbe rappresentare. Veramente questi burocrati che autorizzano trivelle a destra e a manca non meritano questa nazione.
A vincere è la Aleanna Resources, micro-ditta americana con sede in Delaware. Da oggi i nostri amici sono autorizzati a bucare un bel pozzo di gas nella concessione Corte dei Signori, per cercare metano a 1400 metri di profondità nel sottosuolo. Il pozzo si chiamerà Trava 2 dir e verrà trivellato in località Ostellato, provincia di Ferrara.Leggo il Decreto Ministeriale che autorizza tale operazione. E’ tutto nella prassi, con frasi di repertorio come “vista la documentazione…”, “vista l’istanza…”, “considerato che…” e poi sfilze di date, note protocollate, pronunce di uffici vari. Sono tutte formulazioni standard.
E poi arrivo a “preso atto che il progetto interessa direttamente il sito Natura IT 4060008 ZPS Valle del Mezzano” e resto letteralemente stupita. Devo rileggere due volte. Veramente abbiamo un progetto di idrocarburi che “interessa direttamente” una zona speciale protetta e li lasciamo trivellare?
Vado allora a vedere meglio cosa sia questa Valle del Mezzano. Siamo nel delta del Po, l’area è ricca di campi e canali con coltivazioni di grano, mais, orzo, girasole, frutta e pomodori. Non ci sono case e proprio per questo la natura regna sovrana, anzi tutta la zona è considerata “faunisticamente molto importante”. Ci sono qui zone di ripopolamento e l’area pullula di fagiani, starne, aironi. Ci sono aree di nidificazioni fra le più importanti d’Italia, con specie rare, birdwatching e altre attività ricreative. L’abbondanza di vita animale è resa possibile da un’ottima simbiosi tra la vita faunistica e l’agricoltura.
Insomma, una piccola oasi di pace. Ma, di grazia, a che servono le zone speciali protette se dentro ci mettiamo le trivelle? Veramente non c’è più niente di intoccabile in questa nazione? Continuo a leggere. Il resto fa piangere o ridere, a seconda di come uno vuole prenderla.
Testuali parole dal Decreto Ministeriale:
“Con riguardo all’interferenza del progetto con il detto Sito Natura 2000 il proponente ha presentato uno studio d’incidenza. A seguito della valutazione di incidenza nell’ambito dell’istruttoria tecnica la Commissione Tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale VIA e VAS su detto studio d’incidenza è emerso che gli impianti, grazie alle misure di mitigazione previste, sono stimati trascurabili e il progetto risulta quindi compatibile con l’area sottoposta a tutela.”
Vanno a chiedere ai petrolieri di fare ulteriori “studi di incidenza” per capire che effetti avranno i loro pozzi? E quali sono queste misure di mitigazione? Ma poi, cosa altro possono dire i petrolieri d’America? Che è tutto apposto, no? E’ sempre così. Comunque la si rigiri, sono parole che non mancano mai: effetti trascurabili. I petrolieri faranno indagini, faranno buchi, ci saranno fanghi, ci saranno camion che attraverseranno stradine di campagna, ci saranno squilibri nella natura, ci sarà la possibilità di subsidenza o di aumentare la sismicità, ma qui è’ tutto “trascurabile” grazie a misteriose “misure di mitigazione” previste dai petrolieri stessi. E quelli del Ministero ci credono pure. A proposito di sismicità indotta, cosa hanno da dire? Ecco:
“Si raccomanda la predisposizione di una rete per il rilievo sismico in grado di raccogliere i dati riguardanti l’attività sismica locale per almeno un anno prima della messa in produzione del pozzo”.
Quindi possiamo stare tutti tranquilli perchè per un anno ci sarà il monitoraggio. Cioè osserveremo cosa accade, e se viene la sismicità ci penseremo strada facendo. Teniamo le dita incrociate, quindi!
La regione Emilia Romagna ha qualcosa da dire? Ma certo che no. E infatti rimandano qualsiasi parere a data da destinarsi. Ecco:
“La regione non provvederà all’espressione del parere di competenza nell’ambito del procedimento di VIA ministeriale, riservandosi di formulare eventuali prescrizioni in sede di rilascio dell’Intesa Stato-Regione prevista dalle vigenti leggi di settore”.
Questa dicitura non mi era capitata mai di leggerla. Sono senza parole, pare che questa area protetta non gli interessi. Quindi, visto che è tutto lieve e trascurabile, c’è la mitigazione e la regione non dice niente, il Ministero dell’Ambiente e quello del Turismo rilasciano la compatibilità ambientale al pozzo nella zona protetta.
Bontà loro, aggiungono un po’ di prescrizioni: dovranno cercare percorsi idonei con i loro camion, visto che c’è la possibilità che la viabilità venga danneggiata dal passaggio di mezzi pesanti. Ma non era tutto trascurabile? E poi dovranno elencare chi e come prenderà i rifiuti prodotti, comunicare le date di lavori, usare le migliori tecniche possibili e fare modelli matematici sulla subsidenza indotta. Scommettiamo che anche il modello matematico dirà che è tutto trascurabile? Potranno portare con se un ornitologo, ma deve avere “comprovata esperienza” e deve essere nominato dalla Regione. Se per caso trovano reperti archeologici sono tenuti alla “scrupolosa osservanza” delle leggi in materia.
Et voilà, con poche righe è tutto firmato e stabilito. Che importa se quella è la casa degli aironi. Che importa se lì ci sono dei delicati equilibri naturalistici in cui le trivelle non c’entrano niente. Firmato il ministro dell’Ambiente, Gianluca Galletti, e dei Beni e delle attività culturali e del Turismo, Dario Franceschini.
Io so perché hanno scelto la Valle del Mezzano: perché aironi e nidi, fiumi e paludi, non parlano, non protestano, non si arrabbiano. Sta a noi parlare, protestare, arrabbiarci per difendere quelle terre prima che sia troppo tardi. Dobbiamo diventare tutti un po’ più attivisti e dire all’Emilia Romagna, a Galletti, a Franceschini che trivellare in aree protette è un abominio e che di trascurabile c’è solo il loro inesistente amore per l’Emilia Romagna e per l’Italia.