In migliaia riempiono il Campus Al Manara
Ha aperto ufficialmente oggi i battenti il Forum Sociale a Tunisi. Già dalla prima mattina l’atmosfera è del grande appuntamento.
In migliaia hanno riempito gli spazi comuni delle aree dell‘Università El Manara. Una sorte di happening in cui si mischiano musiche, esposizioni, banchetti e stand, spazi di socialià.
Una dimensione di informalità e di incontro al di là anche di quello che succede dentro le centinaia di stanze adibite ai dibattiti, che come spesso accade sono fin troppo ridondanti in quantità.
Grande partecipazione anche al Villaggio dello sport, allestito in tempo record da UISP e Sport alla rovescia, che per tutto la giornata diventa un crosspoint frequentatissimo tra partite di pallavolo, calcio, musiche e condivisione dell’idea dello sport per tutt@.
In teoria, perche poi in pratica tutto si mischia, ci sono alcune grandi spazi tematici: climate change, migrazioni, euromediterraneo, Palestina, mondo del lavoro, Euromediterraneo. Ma oggi è soprattutto il momento dell’incontro e tutt@ passeggiano, intervistano, cercano di orientarsi. Sono in tantissimi i tunisini soprattutto giovani che affollano l’enorme area universitaria.
Tanti anche gli attivisti internazionali e dall’Italia in giornata è anche arrivato il grosso dei partecipanti alla Carovana Libertè e Democratiè che da oggi inizierà a raccontarsi con il Diario di Viaggio curato da Riccardo Bottazzo.
Girando per gli stand cogli le animate discussioni intorno alla Siria. Già ieri al corteo si vedevano persone con immagini che inneggiavano a Assad, come bastione “antimperialista” e altri che gridavano slogan contro il dittatore e a sostegno delle opposizioni.
In Siria c’è una vera e propria guerra civile, combattuta in forma armata tra le zone controllate manu militari dal regime e le zone liberate dalle varie e composite organizzazioni dell’opposizione.
Una guerra civile su cui pesano e si giocano interessi geopolitici di ogni sorta e che spinge moltissimi a lasciare il paese, affollando i campi profughi.
Parlando con alcuni oppositori siriani viene dipinto un quadro durissimo della oppressione del regime, la determinazione ad abbatterlo, l’opposizione agli interventi esterni e e la richiesta che il sostegno giunga anche dalla solidarietà dei movimenti a livello internazionale. Quando si arriva alla domanda sulla presenza di gruppi integralisti, anche formati da militanti stranieri e foraggiati abbondantemente da appoggi esterni, la risposta che ci viene data è che la cosa importante ora è abbattere il regime. E ci viene da riflettere ancora una volta sullo schema ” il nemico del mio nemico è mio amico” e ai molti preoccupanti scenari che spesso questo schema inevitabilmente porta con sè.
Intervista a Sara Ajlyakin – attivista ell’opposizione siriana
Intervista a Thaer Al Sahli – blogger siriano
Ma non è solo ovviamente solo questo tema che crea discussioni nel Forum, ad esempio girando tra i vari stand si trova lo stand del Fronte Polisario che rivendica l’autodeterminazione del popolo Saharawi nel deserto del Sahara e uno spazio dei sostenitori dell’idea che il Sahara sia del Marocco.
Al Forum partecipa anche un’ampia delegazione dall‘Iraq per denunciare che a 10 anni dalla guerra il governo di Al Maliki, appoggiato a livello internazionale, reprime chi si oppone e che le condizioni di vita sono sempre più dure. Una dura realtà che dimostra come la guerra non risolva i problemi nè tanto meno importi la “democrazia”. In Iraq si terrà prossimamente il primo Forum Sociale con l’idea di appoggiare e far conoscere i percorsi della società civile irachena.
Intervista a Martina Pignatti Un Ponte per …
Intervista con attivista iracheno promotore del Forum Sociale a Baghdad
Il Forum è anche un occasione per le miriadi di realtà tunisine di mostrarsi attraverso mostre, materiali, installazzazioni artistiche e soprattutto racconti. Zied Dabbar, giornalista, ci racconta la drammatica realtà di chi muore attraverando il Mediterraneo. Con lui abbiamo affrontato anche l’ipocrisia del sostegno economico europeo ed in particolare italiano volto alla continuazione del business più che al sostegno reale della società tunisina. Una situazione che crea povertà e che spinge ancora a migrare nonostante la crisi renda ben difficile l’idea dell’Europa come terra dove realizzare facilmente i propri sogni. Più giusto sarebbe che ognuno possa ritornare a casa propria e viverci con dignità.
Intervista a Zied Dabbar
Verso sera un incredibile tramonto fa da sfondo alle musiche e ai balli che in maniera spontanea chiudono la prima giornata di questa partecipata kermesse specchio sopratttto della grande vitalità della realtà tunisina.
Il 28 marzo dalle 15.00 alle 16.30
In diretta webstreaming dal Campus Al Manara Tunisi
Immagini e voci dal Forum Sociale Mondiale
Interviste e contributi live a cura di GlobalProject – DinamoPress – Un Ponte per .. – A Sud – Carovana Libertè e Democratiè
Servizio ed interviste realizzate da Globalproject in collaborazione con DinamoPress
Per contatti in Tunisia:
Globalproject 0021692201225
Carovana Libertè e democracie 0021699998375