Il tuffo degli attivisti in canal della Giudecca si è conquistato le simpatie del web e dei notiziari

Venezia il giorno dopo. Tutti contro le Grandi Navi

Caccia: “L’annuncio del presidente Letta di voler definire le modalità dello stop al transito in Bacino è già un primo significativo risultato ottenuto dalla giornata di lotta”

22 / 9 / 2013

 

12067_10151693771835749_922332345_nIl giorno dopo, tutti a dire che avevamo ragione noi. La manifestazione a difesa di Venezia con tanto di pentole e tuffo in canale dei piccoli Davide contro i giganti Golia, ha suscitato la simpatia del popolo del web che l’ha fatta girare nei social network e nei notiziari di mezzo mondo. Perché Venezia all’estero fa audience perlomeno quanto il raddrizzamento della Costa Concordia in Italia. Ma anche a casa nostra, la nuotata contro corrente di tante sirene e sirenetti che ha impedito il passaggio ai brutti mostri del mare si è guadagnata stima ed elogi anche da ambienti notoriamente non inclini all’impegno ecologista. Quello dello spettacolo, ad esempio, con Mara Venier, Patty Pravo, Celentano, Linus e altri ancora.

La provocazione delle multinazionali crocieristiche che hanno voluto dare una dimostrazione di forza schierando in un solo giorno una “flotta di guerra” di ben dodici Grandi Navi, ha avuto sabato la risposta che si meritava. Una sfrontatezza insostenibile nel piano politico, la loro, come le Grandi Navi sono insostenibili in quello ambientale.

E così la prova di forza alla fine si è rivoltata contro di loro, e si è trasformata in una straordinaria giornata di lotta grazie a un centinaio di attivist* dei centri sociali che in mattinata hanno “fatto visita” al terminal delle crociere all’interno dell’aeroporto internazionale di Tessera, a oltre un migliaio di veneziani inferociti che hanno affollato la riva delle Zattere e a una cinquantina di indomit* ragazz*, con il loro tuffo in acque non calmissime né limpidissime.

E grazie a tutti loro, oggi nessuno si azzarda più ad affermare che le Grandi Navi siano “normalità” e non un autentico problema per Venezia. Unica eccezione è il bilioso comunicato del Venezia Terminal passeggeri che si ostina a contestare i dati degli arrivi e delle partenze. Comunicato cui ha risposto l’assessore all’Ambiente. “E’ inutile che i portavoce di Vtp contestino i numeri sui transiti di navi a Venezia in questo fine settimana – ha risposto Gianfranco Bettin -. Sono numeri tratti dalle fonti ufficiali. Tra sabato e domenica a Venezia sono attese dodici navi di stazza superiore alla 40mila tonnellate e 6 di stazza inferiore. Totale: 36 transiti come avevamo scritto. Vtp continua a considerare normale tutto questo, senza voler capire che, in una città come Venezia, è proprio questa ‘normalità’ a essere abnorme agli occhi del mondo”.

Anche il sindaco Giorgio Orsoni è intervenuto sulla questione rilasciando questa dichiarazione all’Ansa: “Adesso è l’ora delle decisioni, ma delle decisioni immediate”. E riferendosi alla manifestazione: “Ci si renda conto che questo è lo stato d’animo dei veneziani, che io condivido.” E ancora: “Questa è la punta dell’iceberg di un malumore diffuso nella città di Venezia del quale chi è deputato a decidere le soluzioni deve ormai considerare”.

Soluzioni sì, ma quali? Il ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, che prima di sabato, parlava ancora di “numero chiuso”, ha sposato la tesi dell’opzione zero. “E’ mia intenzione proporre nella prossima riunione di ottobre un percorso che porti all’opzione zero del passaggio delle Grandi Navi su Venezia – ha dichiarato all’Ansa – partendo da uno spostamento di quote crescenti su Marghera in attesa di soluzioni strutturali definitive”.

Quali saranno queste “soluzioni strutturali definitive” è ancora tutto da scoprire. Il comitato Grandi Navi ha già fatto sapere che non accetterà soluzioni peggiori del male come lo scavo di altri canali o la realizzazione di mega porti all’interno di una laguna fin troppo cementificata.

Contro le Grandi Navi si è scoperto all’improvviso anche il governatore veneto, Luca Zaia. «È un’immonda schifezza nel senso che è un problema che va risolto. Siamo assolutamente favorevoli all’uscita delle navi dal canale della Giudecca e dal bacino di San Marco ma è fondamentale che si decida e si decida velocemente. Ci sono diverse ipotesi, noi sosteniamo che il punto di arrivo dev’essere quello di mantenere l’occupazione, che interessa quasi 5 mila lavoratori, ma anche e soprattutto di non inquinare. Per esempio, le navi quando arrivano in banchina devono spegnere i motori». Bisognerebbe spiegare a Zaia che le Grandi Navi non possono spegnere i motori neppure quando sono all’ancora perché se l’impianto di areazione non funziona in fondo alle stive o nelle cabine interne la gente morirebbe soffocata. Inoltre, riaccenderli prima della partenza inquinerebbe in pochi minuti più che mantenerli al minimo per tutta la durata della sosta. Ma, soprattutto, il governatore leghista del Veneto chiacchiera bene davanti alle telecamere, ma razzola molto male nelle occasioni e negli atti ufficiali: Zaia sostiene infatti lo scavo del canale Contorta e il mantenimento delle navi in Marittima.

Come era prevedibile, a favore dell’allontanamento delle Grandi navi dalla laguna si è schierato l’intero arcipelago ambientalista. Riportiamo solo una nota del Fondo Ambiente che recita “E’ necessario mettere fine a questo cinico abuso della città. Un consumo che dà meno di quanto riceve e distrugge il nostro futuro” e ha lanciato un appello ai ministri dell’Ambiente e dei Beni Culturali e pure al Capo Dipartimento della Protezione civile. Prevenire i disastri, riteniamo, è meglio che farci la diretta televisiva dopo.

E nella mattinata di domenica, il presidente del consiglio Letta ha annunciato per il prossimo 1° ottobre un vertice del governo “per definire le modalità dello stop alle grandi navi davanti a Venezia”. “Sarebbe ora – ha commentato il consigliere comunale veneziano Beppe Caccia – visto che il decreto Clini Passera, con il divieto al transito in bacino di San Marco e canale della Giudecca, è datato 1° marzo 2012, cioè oltre un anno e mezzo fa. Ma l’annuncio del governo è già un primo significativo risultato ottenuto dalla giornata di lotta di sabato.”

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