27 febbraio – Iniziate le operazioni di esproprio – Articolo in aggiornamento

Durante lo sgombero alla Baita Clarea Luca, attivista No Tav pressato dalle forze dell’ordine, cade da un pilone

AGGIORNAMENTI

27 / 2 / 2012

 

AGGIORNAMENTI

12.00 Pare che nella baita ancora da demolire ci siano ancora 15 persone mentre continua il blocco nell’autostrada di Bussoleno.

11.50 Dall’Assemblea dei movimenti del nord est i primi appuntamenti per oggi: a Padova alle ore 18.00 davanti alla Prefettura, a Vicenza ore 18.00 a Piazza Castello, ore 18.00 Teviso in Piazzetta Aldo Moro

11.45 A Bussoleno ed anche in altre zone si sta bloccando l’autostrada e la statale

Per le 11.30 è prevista un’assemblea alla rotonda di Vernetto a Bussoleno,intanto giunge la notizia della demolizione della baita Clarea. Si continua a chiedere come ha fatto il presidente della Comunità montana Val di Susa e Val Sangone Sandro Plano,  «di sospendere le operazioni di allargamento del cantiere per non aumentare le tensioni».

Ore 11.00 da Repubblica.it in merito alla situazione di Luca di dice che secondo il quadro ufficioso dell’ospedale: “E’ stato colpito da elettricità a media tensione, muove le gambe, è cosciente e orientato, sospetta lesione interna con versamento, vasta emorragia interna, probabili fratture sterno e costole, ustioni di secondo grado”.

Ore 10.30 All’Ansa i legali del movimento No Tav dichiarano che: ”Ltf si e’ presentata nuovamente soltanto con un’ordinanza prefettizia in palese violazione dell’articolo 2 del Testo unico di Pubblica sicurezza, che prescrive quella procedura soltanto in casi di estrema urgenza, che qui non vi sono. Presenteremo immediato ricorso al Tar del Piemonte”.

Ore 10.00 La zona è circondata e militarizzata, gli attivisti No Tav denunciano l’arroganza dell’operazione. C’è molta determinazione e viene chiesto di fermare i lavori immediatamente.

Ore 9.15 I manifestanti No Tav si stanno concentrando a Giaglione. La zona è circondata dalle forze dell’ordine.

ore 9.00 Durante lo sgombero della Baita in Clarea, un manifestante, Luca proprietario di uno dei terreni che dovrebbero essere espropriati, salito su un pilone per protesta, pressato dalle forze dell’ordine, è caduto. Dopo un ritardo nei soccorsi, ora è stato portato via in ambulanza e poi elicottero al Cto di Torino.

Poco prima di cadere Luca in collegamento con Radio Blackout diceva di essere salito sul pilone per continuare la protesta, poi saluta e lascia il collegamento avendo visto che sta salendo un “arrampicatore”.

ore 8.00 Sono cominciati da alcune ore i lavori per l’ampliamento del cantiere per il tunnel geognostico della Tav Torino-Lione.

Dopo la grande manifestazione di sabato scorso, 24 ore prima del previsto, sono cominciate le operazioni di per allargamento del cantiere “di interesse strategico” che comporterà gli espropri dei terreni.

L’intera zona è stata militarizzata fin dalla mattina presto ed è iniziato lo sgombero della baita Clarea.

Durante lo sgombero della baita Clarea Luca Abbà, conosciuto attivista No Tav,  era salito su un pilone e pressato dalle forze dell’ordine è caduto.

Forte la preoccupazione per la sua salute, dopo una mezz’ora finalmente è stato portato via in ambulanza e poi in elicottero fino al Cto di Torino. Le sue condizioni sono gravi.

Gli attivisti No Tav si stanno concentrando a Giaglione e tutta la zona è presidiata dalle forze dell’ordine.

Viene lanciato l’appello a mobilitarsi in Val di susa e in tutti Italia contro l’ulteriore forzatura e militarizzazione della costruzione della Tav.

Un’opera inutile come hanno gridato in migliaia sabato al corteo in Val di Susa, contro cui opporsi a partire dalla difesa del territorio e del futuro.

Un’opera che nel tempo della crisi diventa ancora più assurda visto che i costi che comporta e che potrebbero avere bel altra destinazione.

L’esproprio dei terreni viene contestato anche da un punto di vista legale. Lo stesso Legal Team parla di  “una vera e propria emergenza democratica”.

La manifestazione di sabato aveva dimostrato l’ampia opposizione alla Tav e ai tentativi di criminalizzare, come successo con l’operazione giudiziaria della Procura di Torino, una lotta che parla di un altro modo di pensare e costruire il presente e il futuro.

Dall’altra parte si continua a cercare di criminalizzare il movimento No Tav e a provocare come ha è stato fatto con le cariche alla Stazione di Torino alla conclusione della manifestazione di sabato.