Per denunciare le politiche europee con i migranti di Idomeni e il popolo curdo

Il vergognoso accordo tra Unione Europea e Turchia, firmato il 18 marzo 2016, non è che l’ennesimo passo di una politica europea che non ha alcuna intenzione di gestire il flusso migratorio, ma che si ostina a volersi confrontare al fenomeno bloccando qualsiasi accesso al suo territorio, rendendo il viaggio dei migranti sempre più pericoloso e ostile.

L’accordo prevede, infatti, che tutti i ‘migranti irregolari’ che arrivano in Grecia vengano riportati in Turchia e che per ogni siriano che viene rimandato indietro un altro avrà un accesso sicuro in Europa. La stessa definizione di migrante irregolare è discutibile, considerando che proprio a causa delle politiche di chiusura dei confini i migranti non hanno altro modo di raggiungere l’Europa.

La Turchia viene considerata nell’accordo un ‘paese terzo sicuro’ o ‘paese di primo asilo’, la stessa Turchia che, ricordiamo, non garantisce ad oggi diritti fondamentali come la libertà di espressione e la tutela delle minoranze, né la protezione ai rifugiati garantita dagli stati firmatari della Convenzione di Ginevra. E’ chiaro che l’accordo non si basa sulla capacità di questo stato di accogliere i migranti, ma sulla sua capacità di frenare le partenze per l’Europa. Si andranno così a creare nuove e più pericolose rotte, e ancora una volta sarà in gioco la vita delle persone, che non smetteranno di certo di scappare dalla guerra e dalla povertà.

Abbiamo visto l’indifferenza dell’Europa nel campo di Idomeni, dove 15 000 persone, tra donne, uomini e bambini, sopravvivono al limite dell’umanità, abbandonati in un limbo di incerta attesa da mesi e privi di qualsiasi sostegno che non sia quello dei volontari e delle ONG. Non possiamo quindi in nessun modo accettare che ancora una volta l’Europa si sollevi dalle sue responsabilità firmando un accordo criminale con uno Stato che è tutt’altro che un luogo sicuro, uno stato che manganella il dissenso, censura, è complice dell’ISIS e non ha in nessun modo i requisiti per occuparsi dell’accoglienza dei richiedenti asilo. Un’Europa che è altresì impassibile di fronte alle violenze in atto nel Kurdistan turco e che si ostina a mantenere il PKK nelle liste del terrorismo mondiale, ignorando che i combattenti e le combattenti curde sono l’unica reale opposizione a Daesh.

Di ritorno dalla carovana march #overthefortress avevamo ben chiaro che il nostro percorso non poteva finire lì, il monitoraggio della situazione al confine e l’apporto di aiuto concreto nel campo sta infatti continuando, contemporaneamente nuove staffette sono partite per Calais e per Lesbo, altri luoghi simbolo delle fallimentari politiche europee. Al Brennero abbiamo ribadito che ci opporremo alla costruzione di qualsiasi confine e barriera che metta in pericolo il viaggio della speranza dei migranti, per questi stessi motivi il primo maggio saremo davanti all’ambasciata turca. È nostro dovere e responsabilità denunciare le politiche europee e dimostrare che non siamo più disposti a tollerare la disumanità delle loro scelte. Da Idomeni al Brennero e oltre non smetteremo mai di opporci alla scelleratezza di un’Europa che si rifiuta di affrontare la crisi che lei stessa ha generato.

Csa Arcadia

Partenza Bus da Schio dal C.S.A Arcadia (via Lago di Tovel, 18) h 3.30.

Per info e prenotazioni: csa.arcadia@gmail.com