Tratto da www.adlcobas.it

Questa mattina in seguito alla lettura della stampa locale, sentiamo l’urgenza di far chiarezza di fronte a un tentativo di screditare una legittima lotta per la salvaguardia del posto di lavoro e per il mantenimento dei diritti dei lavoratori.

Ieri mattina a Grisignano era in atto una giornata di sciopero indetta da Adl Cobas. Dalle 7 di mattina hanno cominciato ad arrivare fuori dai cancelli lavoratori e lavoratrici dei magazzini logistici di Unicomm, Dial, Aspiag ed Alì in solidarietà alla lotta dei 60 facchini, messi in mezzo a una strada dal Prix, lunedì 18 gennaio scorso.

Quello che stiamo vedendo in questi giorni è l’applicazione del sistema a “tutele crescenti” del Jobs Act: se, in caso di cambio d’appalto, non accetti di passare da un contratto a tempo indeterminato a uno nuovo a tempo determinato senza anzianità e livelli acquisiti in anni di lavoro, vieni messo in mezzo a una strada; se lotti e protesti contro questa ingiustizia, subisci cariche e lancio di lacrimogeni.

Ieri mattina abbiamo visto mani e braccia spaccate, nel pomeriggio abbiamo visto sgomberare un presidio di persone sedute a terra con un lancio di decine di lacrimogeni. Tutto questo, perchè la vita di 60 persone non vale niente di fronte “all’agibilità dei cantieri”. Per le forze dell’ordine è più importante garantire la circolazione delle merci e i profitti delle aziende piuttosto che il futuro di 60 famiglie.

Ieri si è verificata l’applicazione concreta della lettera firmata il 19 gennaio scorso da Regione Veneto, Provincia di Padova, committenti (Prix, Despar–Aspiag Service, Trasporti Romagna-Mg Service, Alì e Unicomm), Legacoop e sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil per sollecitare l’intervento tempestivo delle forze dell’ordine ”in caso di comportamenti intimidatori verso la committenza”.

Se committenti concorrenti nel mercato si uniscono per continuare ad utilizzare il meccanismo dei cambi d’appalto e godere degli sgravi fiscali del Jobs Act con finte “neoassunzioni”, vuol dire quello che sta succedendo al Prix è un modello di creazione di schiavitù all’interno dei luoghi di lavoro che riguarda tutti i lavoratori. Infatti, come alcuni di noi hanno dichiarato alla stampa locale: “Non molleremo, perchè siamo uomini e lavoratori con una dignità da difendere. Lottiamo per noi e per i tanti che sono nelle medesime condizioni, non saranno le bastonate a piegarci”.

Tocca uno, Tocca tutti!

I lavoratori e lavoratrici del Prix in lotta per la dignità

Adl Cobas