Il Comune di Napoli è il primo ad aver reso concreta la scelta referendaria di giugno scorso, in cui 27 milioni di cittadini hanno deciso di escludere i privati nella gestione del ciclo delle acque. E’ stata infatti approvata la delibera per la trasformazione dell’Arin s.p.a (Azienda risorse idriche napoletane), in un’azienda speciale a carattere totalmente pubblico, l’Abc (Acqua bene comune).

Si riparte dall’Abc quindi, dalla rivalutazione di un bene inestimabile e inalienabile che è l’acqua. Le innumerevoli pressioni che le multinazionali fanno sul Parlamento europeo, al fine di rendere l’acqua una merce , non si placheranno facilmente e ci vuole il pugno duro da parte dei Comuni. Le associazioni, i comitati, i movimenti per la difesa dei beni comuni , hanno vinto, ed è solo a loro che dobbiamo il merito di aver resistito , in totale controcorrente, alla logica mondiale delle privatizzazioni forzate, che è ormai slogan di tutte le parti politiche. E’ la vittoria della cittadinanza attiva, che sembrava essere scomparsa dai grandi referendum italiani degli anni settanta sull’aborto e sul divorzio. Sulla scia di questo trionfo, il 10-11 dicembre 2011 si terrà a Napoli il primo incontro della Rete Europea dei comitati per l’acqua pubblica. Questo per portare un milione di firme al Parlamento Europeo perché dichiari l’acqua un bene comune , in vista del Consiglio Mondiale dell’acqua di Marsiglia.Il sindaco, che ha fatto dell’acqua pubblica uno dei perni della sua campagna elettorale, esprime la sua soddisfazione : “ringrazio il Movimento per l’acqua pubblica”. La nuova azienda si avvarrà nel cda di due rappresentanti della cittadinanza attiva, su suggerimento delle associazioni ambientaliste, tre esperti per il settore tecnico, giuridico e manageriale. Tutto poi farà capo a un Comitato di controllo, formato da vari rappresentanti .”L’acqua in città – continua De Magistris– sarà gestita con sistemi di trasparenza, garantendo il controllo per la salute dei cittadini e tenendo i costi bassi.” Sulla questione dei prezzi è intervenuto anche Riccardo Realfonzo,titolare del Bilancio, il quale ha assicurato che l’Abc guarderà sicuramente e subito al bilancio, anche perchè l’obiettivo del nuovo Ente, è quello di reinvestire i guadagni in infrastrutture necessarie per la collettività.

Nel 2004, 150 comuni di Napoli e Caserta votarono la privatizzazione dell’acqua e da allora i comitati si sono battuti per ottenerne la ripubblicizzazione con il rovesciamento della decisione ottenuto in due anni di battaglie. Due anni dopo i sindaci di Napoli e Caserta votarono la ripubblicizzazione ma a ciò non fu dato seguito coi fatti per l’opposizione di Bassolino e Iervolino. Oggi la battaglia a Napoli sembra aver raggiunto un punto, che è poi la “ semplice” obbedienza alla volontà di 27 milioni di cittadini. Il Forum Italiano dei movimenti per l’acqua e il comitato acqua pubblica Napoli si aspettano ora che anche le altre città seguano l’esempio napoletano, che è un’esemplare lezione sulla ormai dimenticata e sepolta democrazia partecipativa.