Da qualche tempo, stiamo ricevendo segnalazioni e richieste di aiuto da parte di persone che in questa quarantena non sono più in grado di procurarsi il cibo quotidiano.
Abbiamo finora provveduto con i nostri scarsi fondi a procurare quanto richiesto (pasta, pane, olio e generi di prima necessità), ma non siamo in grado, da soli, di sostenere uno sforzo così impegnativo per il lungo periodo che sembra annunciarsi.

In questi due mesi di “era Covid-19”, all’emergenza sanitaria si è sommata l’emergenza economica, e mentre il racconto mainstream si focalizza sulla “ripresa”, di cui peraltro non si vede traccia, gli aiuti e gli investimenti sono in massima parte rivolti alle imprese.
Poco e in modo insufficiente è destinato direttamente alle persone per poter fronteggiare le spese quotidiane e mantenere le proprie famiglie.

Se è vero che l’emergenza sanitaria può colpire tutti indistintamente (perché il virus è democratico e tutti noi possiamo esserne contagiati) , è altrettanto vero che l’emergenza economica, conseguente alla pandemia, accentua le disuguaglianze e le ingiustizie prodotte dal sistema in cui viviamo.

Questo sistema lo conosciamo bene: è quello che lascia indietro le persone più svantaggiate perché non interessato a mettere in campo strumenti di welfare adeguati.
Viene lasciato indietro chi non può richiedere i buoni spesa, chi avendo più figli, non ha possibilità di avere più computer per le lezioni online, chi non ha possibilità di acquistare una stampante e relative cartucce di inchiostro per i compiti, chi non ha fissa dimora e così via per molte altre situazioni.

Siamo conviti che queste fasce di popolazione debbano essere protette e siamo altrettanto convinti che questo non avvenga da programma di stato, ma solamente da un sentire comune di solidarietà che più relazioni possono instaurare nel territorio.

C’è bisogno di una comunità che si metta a disposizione degli ultimi… per non lasciarli indietro.
Con questo sentimento, e a seguito delle segnalazioni che ci arrivano dal territorio dell’Alto vicentino, abbiamo pensato di promuovere strumenti di aiuto solidale e di protezione.

Chiediamo a tutte e tutti di attivarsi:

• contribuendo economicamente alle spese alimentari alle quali stiamo provvedendo;
• supportando la creazione di un “punto di raccolta alimentare” rivolto a persone in difficoltà economica, e alla creazione di uno sportello di informazione e assistenza nei comuni dell’Alto vicentino.
Le richieste aumentano e il bisogno in alcuni casi è urgente.

Partecipare ad un percorso solidale vicino agli ultimi ci permette di mettere in discussione l’attuale mondo e oltre ad immaginare, a cominciare assieme a realizzarne un altro.

NB: E’ possibile fare donazioni, tramite bonifico con causale “Donazioni Emergenza Cibo”, intestatario “Associazione Agorà”.
IBAN: IT92 G086 6960 7520 0600 0940 523