Blockupy Benetton
Verso Francoforte iniziative a Padova, Vicenza, Venezia, Trieste e Trento
In seguito ai fatti avvenuti di recente in Bangladesh, dove sono morte 1127 persone per il crollo di una fabbrica tessile, oggi, in tante città del nord-est, sono state bloccati i principali store della multinazionale Benetton.
A Venezia, Vicenza, Padova, Trieste e Trento i punti vendita della multinazionale sono stati chiusi con striscioni, sopra alle vetrine, dove solitamente si possono vedere i capi d’abbigliamento in esposizione, sono state attacchinate foto e cartelli a dimostrazione del vero volto di Benetton, alcune vetrine sono state inoltre sanzionate con lanci di vernice e frattaglie.
BENETTON E’ DIRETTAMENTE RESPONSABILE DI QUESTE MORTI.
Gli operai che lavoravano nel complesso industriale di otto piani percepivano uno stipendio di 32 dollari al mese (una media di poco più di 1 dollaro al giorno), con turni lavorativi di dodici ore al giorno.
Troppe volte negli ultimi decenni abbiamo visto le multinazionali porre al primo posto il profitto a scapito dei diritti e delle condizioni lavorative delle persone.
Declinare la responsabilità di quello che è successo a chi gestisce direttamente le aziende in Bangladesh è ipocrita e falso. Il sistema finanziario e la globalizzazione sono basati esattamente sullo sfruttamento dei lavoratori laddove sono più deboli e costano di meno.
Benetton, così come molte altre aziende, cavalca e governa questi meccanismi da alcuni decenni, delocalizzando la produzione e le merci semplicemente perché la manodopera lavorativa è largamente sfruttata e le materie prime hanno dei costi bassissimi.
Tutti devono essere consapevoli che larga parte di quello che acquistiamo e indossiamo è prodotto con lo sfruttamento di tantissime donne e uomini, se non addirittura con il sacrificio del loro sangue e delle loro vite.
Non è con “le lacrime di coccodrillo” piuttosto che con la sola firma al “Bangladesh Fire and Building Safety Agreement”, il protocollo, sponsorizzato dai sindacati internazionali che prevede l’attuazione di un piano operativo per la messa in regola delle fabbriche, che la situazione muterà in meglio.
Le iniziative di oggi si inseriscono nel percorso della coalizione italiana “Blockupy Frankfurt” verso le giornate di mobilitazione europea di fine maggio nella capitale economica tedesca ed europea.
Perché le colpe di Benetton, sono le stesse della maggior parte delle multinazionali europee, ma anche delle principali istituzioni finanziarie e politiche della stessa, di quella visione di sviluppo che passa attraverso lo sfruttamento dell’altro, quell’idea di Europa che noi contestiamo, quell’Europa che rifiutiamo e che vogliamo ricostruire a partire dal rispetto delle persone, dal rispetto dei diritti e della dignità per tutti.
United colors against Benetton
Centri sociali del Nord-est