Discarica di Vianelle a Marano (VI), l’UE interroga l’Italia

Il Commissario Ue all’Ambiente risponde a Zanoni che chiederà informazioni alle autorità italiane su possibili violazioni alle normative ambientali Ue.

Zanoni: “L’ampliamento delle tipologie di rifiuti conferibili nella discarica potrebbe mettere a rischio la falda acquifera sottostante e la salute di migliaia di cittadini”

 

“La Commissione non è al corrente del cambiamento delle condizioni operative della discarica di Vianelle. Le competenti autorità nazionali saranno invitate a trasmettere le informazioni necessarie per determinare se sussistano le violazioni segnalate”. E’ la risposta del Commissario Ue all’Ambiente Janez Potočnik all’interrogazione di Andrea Zanoni, eurodeputato ALDE e membro della commissione ENVI Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, sull’ampliamento della discarica Vianelle a Marano Vicentino (VI). “Adesso sono curioso di vedere cosa risponderanno le autorità italiane di fronte a questo concreto rischio per la falda acquifera sottostante e la salute di migliaia di cittadini”.

 

Zanoni aveva denunciato lo scorso aprile la decisione della Provincia di Vicenza di ampliare la tipologia di rifiuti che possono essere smaltiti all’interno dell’area di Vianelle a Marano Vicentino (VI). La struttura, classificata ancora oggi impropriamente come discarica per inerti volta alla ricomposizione ambientale della cava sulla quale insiste (in parte ancora attiva), per effetto di una serie di autorizzazioni della Provincia di Vicenza è arrivata ad assumere caratteristiche diverse da quelle originarie con volume ricettivo pari a circa 3.600.000 m³ di rifiuti su una superficie di oltre 230.000 m². Inoltre un decreto provinciale ha aumentato di ulteriori 13 nuovi codici CER le categorie di rifiuti conferibili in discarica.

 

La discarica ha ormai raggiunto dimensioni abnormi e le tipologie di rifiuti conferiti sono in costante aumento. E questo senza che sia stata effettuata alcuna procedura di Valutazione Impatto Ambientale VIA come prevede la direttiva 2011/92/UE – attacca l’eurodeputato, che ricorda come “la direttiva 2011/92/UE prevede che stante l’attuale volumetria e tipologia dei rifiuti autorizzati e la peculiare ubicazione della medesima, la nuova autorizzazione all’esercizio avrebbe dovuto essere preceduta da una procedura di VIA, che invece non è stata fatta. Inoltre potrebbero essere stati omessi anche altri adempimenti della direttiva Discariche 1999/31/CE”.

 

Per tutti questi motivi ho ritenuto opportuno, vista la leggerezza con la quale certe autorità locali stanno trattando questa potenziale bomba ad orologeria per l’ambiente e gli abitanti della zona, chiede un parere della Commissione europea – conclude Zanoni – Adesso vedrò cosa risponderanno le autorità locali restando pronto ad intraprendere ogni ulteriore iniziativa”.

 

BACKGROUND

 

L’ultimo decreto della Provincia di Vicenza n. 62/Suolo Rifiuti/2012 del 20.04.2012, ha aumentato di ulteriori 13 nuovi codici CER le categorie ammesse (tra questi: CER 17 03 02, CER 19 12 12 e CER 10 01 17) la discarica è ora autorizzata a ricevere rifiuti corrispondenti a ben 62 diversi codici CER, 37 dei quali classificabili di volta in volta come pericolosi o non pericolosi a seconda delle concentrazioni di determinate sostanze in essi presenti all’esito di analisi chimiche all’uopo effettuate.

 

Lo scorso agosto Andrea Zanoni aveva incontrato Stefano Zambon presidente del Movimento Salvaguardia Ambiente di Marano Vicentino e l’Assessore all’Ambiente di Marano, Luca Francesco a margine di un sopralluogo all’ex cava Vianelle denunciando i gravi rischi per la salute e per la falda acquifera durante un incontro in Municipio a Marano Vicentino.

 

Nella sua denuncia alla Commissione europea, Zanoni ha ricordato anche che la perizia del geologo Pier Luigi Marchetto eseguita su incarico del Comune di Marano Vicentino (VI), evidenzia come l’impianto è separato solo da una sottile barriera impermeabile artificiale che dovrebbe avere invece uno spessore doppio, dallo strato ghiaioso e sabbioso a elevata permeabilità sopra una fondamentale falda acquifera utilizzata per l’approvvigionamento di acqua potabile dagli acquedotti della zona che servono oltre 700.000 abitanti.

 

 

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