Nel terzo incontro del ciclo sui femminismo ci siamo occupatə di autrici che hanno basato la loro riflessione su un ripensamento della sessualità femminile: è li che trovano la soluzione e la fuga dall’eternomatività, nel tentativo di liberare le donne e le altre soggettività dall’assoggettamento e dalla sottomissione maschile.

Abbiamo iniziato con AUDRE LORDE, autrice afroamericana del ‘900;5 Essential Audre Lorde Books to Add to Your List
partiamo da una domanda: cos’è il potere per Lorde? È prima di tutto il potere di auto-definizione: possibilità di definirsi autonomamente, senza lasciarsi sovradeterminare da altri. Ma potere è anche sopravvivenza: in un mondo nel quale non era previsto che sopravvivessimo (dalla sua famosa poesia “Litania per la sopravvivenza”) il semplice fatto di continuare ad esistere e resistere, costruire ponti e reti sotterranee, è potere. Infine, e soprattutto, potere significa integrità: non rinunciare a nessuna parte di sé, lottare su tutti i fronti, contro tutte le oppressioni che ci deumanizzano; la stessa Lorde, quando parlava in pubblico si definiva in modo multiplo (“Nera, poeta, femminista, lesbica, madre, guerriera”) non per un traboccante bisogno di autodefinizione ma per mettere in chiaro che la sua lotta non si focalizza su un solo aspetto del suo essere trascurando o addirittura negando gli altri – come di norma gruppi, associazioni, partiti e movimenti ci chiedono di fare. 
In definitiva il potere in Lorde è l’erotico

Erotico dunque non come pornografico ma come l’insieme di quelle espressioni fisiche, emotive e psichiche di ciò che esiste di più profondo e più forte in ognuno di noi, quando lo condividiamo con gli altri: le passioni dell’amore, nei suoi significati più profondi.
Ma perchè l’erotico è potere? Perchè in contatto con l’erotico, io divento meno disponibile ad accettare l’impotenza, o quegli altri stati dell’essere che mi vengono messi a disposizione ma non sono connaturati a me, come la rassegnazione, la disperazione, la cancellazione di sé, la depressione, l’auto-negazione.
L’erotico dunque spaventa: viene quindi demonizzato e alle donne si insegna a rinnegarlo.
Per Lorde, l’erotico permea la nostra vita in tutte le sue dimensioni e inerisce «a due delle cose più politiche che esistano, lavoro e potere».
Lorde riflette e scrive molto anche sulla rabbia: una rabbia che, come abbiamo imparato anche noi, è forza e potenza, generatrice e trasformativa. Una rabbia che spaventa e che per questo non vuole essere ascoltata: “Dimmi come ti senti, ma non dirlo in modo troppo duro, altrimenti non posso ascoltarti”. Ma è il mio modo di parlare che le impedisce di ascoltarmi, o la minaccia di un messaggio che potrebbe cambiare la sua vita? [Poesie per donne arrabbiate].

Abbiamo poi affrontato CARLA LONZI, F come Femminismo. Carla Lonzi e l'alfabeto di Lucio Fontana - Fondazione  Magnani Roccapensatrice femminista e critica d’arte italiana degli anni ’70 che mette al centro del suo pensiero la politicizzazione del sesso e dell’uguaglianza
Insieme a Carla Accardi e Elvira Vanotti fondano il Collettivo di Rivolta femminile, nel cui manifesto dichiarano: La donna non va definita in rapporto all’uomo. Su questa coscienza si fondono tanto la nostra lotta quanto la nostra libertà. Si rifiuta quindi l’uguaglianza, dal momento che viene considerata come un tentativo ideologico per asservire la donna a più alti livelli. Viene invece politicizzata la differenza, portata avanti tramite la pratica dell’autocoscienza: “rivolta” in questo senso significa sottrarsi ad un sistema costruito da e per l’uomo (si parla dunque di femminismo della differenza). 
Un altro testo fondamentale di Lonzi è “Sputiamo su Hegel“: il titolo, fortemente polemico e spregiudicato, sta ad indicare il rifiuto di accettare l’universale maschile: Non riconoscendosi nella cultura maschile, la donna le toglie l’illusione dell’universalità. Sputare su Hegel significa rigettare anche il marxismo e la psicanalisi, anch’essi centrati sulla figura del maschio bianco. 
Da ultimo abbiamo affrontato “La donna clitoridea e la donna vaginale“, scritto nel contesto delle battaglie per l’aborto: Lonzi porta una posizione inedita. Fa una passo indietro rispetto al momento in cui la donna si trova a dover abortire e si chiede come mai la donna rimane incinta: perché c’è stato sesso penetrativo (non protetto); e al piacere di chi è funzionale la penetrazione? Generalmente più dell’uomo che della donna. Questo ragionamento porta Lonzi a riabilitare l’orgasmo clitorideo e con esso tutte le pratiche sessuali femminili che esulano dalla penetrazione, fino ad allora  considerate infantili e immature. Sostiene che l’orgasmo vaginale tanto decantato dagli psicanalisti altro non è che un mito funzionale è il modello patriarcale della complementarietà dei sessi e che avere imposto alla donna una coincidenza che non esisteva come dato di fatto nella sua fisiologia è stato un gesto di violenza culturale che non ha riscontro in nessun altro tipo di colonizzazione. In questo senso Lonzi è convinta che sia necessario chiedere la legalizzazione dell’aborto ma non una nuova legislazione su di esso: è arrivato il momento che l’uomo (di cui lo stato è espressione) smetta di mettere bocca sul corpo delle donne.

L’ultima autrice che abbiamo affrontato Monique Wittig. Riflessioni a partire da The Straight Mind and Other Essays  (1992) | Iaph Italiaè MONIQUE WITTIG, pensatrice francese contemporanea di Lonzi e che porta avanti un femminismo materialista (ossia fondato sulla revisione di Marx) e propone una lotta politica antagonista (in un suo articolo su può leggere “Che l’antagonismo si manifesti in tutta la sua luce”). L’obiettivo? La rivoluzione. O, almeno, la giustizia, e la trasformazione sociale.
Wittig parte dall’assunto che l’eteronormatività non è un semplice orientamento sessuale ma un vero e proprio sistema sociale che giustifica la subordinazione delle donne in tutte le sfere della società, e che si fonda sulla complementarietà uomo-donna
Per abbattere l’eteronormatività Wittig propone tre pratiche: un sabotaggio epistemologico che vada a smascherare la presenza dell’eteronormatività patriarcale in tutti i campi del sapere (storia, antropologia, psicoanalisi, linguistica ecc.). L’utilizzo esclusivo del pronome personale neutro anzichè di quelli femminile o maschile. La terza pratica è la “soggettivazione come mezzo di identificazione”: per portare avanti la battaglia femminista bisogna disidentificarsi dalla donna perchè l’identità di donna, fa notare Wittig, è stata costruita come opposta, complementare e subordinata all’identità dell’uomo, e può esistere quindi solo in un’economia di tipo eterosessuale. Questo soggetto in grado di praticare la sovversione dell’ordine eterosessista e patriarcale è la lesbica, concetto rispetto al quale Wittig precisa: «Il lesbismo è molto più dell’omosessualità (concetto omologo a quello di eterosessualità). Il lesbismo è molto di più della sessualità. Il lesbismo apre un’altra dimensione dell’umano (nella misura in cui la sua definizione non si basa su una pretesa ‘differenza’ dei sessi). Oggi, le lesbiche stanno scoprendo questa dimensione al di fuori di ciò che è maschile o femminile».

Lorde, Lonzi e Wittig sono nel femminismo una presenza spregiudicata, irriverente, uno schiaffo in faccia. Partendo dai bisogni e desideri di ciascuna mettono in critica il patriarcato da una prospettiva per molti versi inedita, portando al centro il personale. Politicizzano la sessualità ma anche la corporeità tutta, fino ai sentimenti. 

CONSIGLI DI LETTURA

  • Sorella Outsider, Audre Lorde
  • Usi dell’erotico: L’erotico come potere, A. Lorde
  • Manifesto di Rivolta femminile, Carla Lonzi
  • Sputiamo su Hegel, C. Lonzi
  • La donna vaginale e la donna clitoridea, C. Lonzi
  • Il pensiero eterosessuale, Monique Wittig
  • Non si nasce donna, M. Wittig

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