31 / 1 / 2014
Iniziano oggi nell’isola, troppe volte simbolo del dramma che si compie alle frontiere dell’Europa, le giornate della Carta di Lampedusa
Un primo risultato della proposta lanciata all’indomani della strage del 3 ottobre è già stato raggiunto: la costruzione di un percorso comune.
Le modalità con cui in queste settimane si è scritta la base della Carta, la partecipazione ampia ma su punti e temi chiari, come la libertà di circolazione, la fine delle strutture di detenzione per i migranti, dimostrano che è possibile immaginare percorsi di coalizione, di prospettiva che dal basso disegnino un’altra idea dello spazio euromediterraneo fatta di diritti e dignità. Una scommessa da riempire e arricchire.
Arrivati sull’isola ieri i partecipanti all’incontro della Carta di Lampedusa hanno voluto distribuire una lettera rivolta agli abitanti. Un modo per far capire che quando si parla di diritti questo è inteso per tutti. Anche per chi questa isola la abita tutti i giorni e che si scontra con problemi e contraddizioni che troppe volte vengono volutamente dimenticati, sommersi dal ruolo di frontiera a cui si vorrebbe condannare questo spazio di mondo.
Sull’isola tra i tanti già arrivati anche Samy che arriva da Amburgo.
E’ uno dei profughi transitati dall’isola e che fa parte dell’iniziativa “Lampedusa in Hamburg”. Samy ci racconta che tornare a Lampedusa è stato come rivivere improvvisamente non solo le sofferenze e i dolori ma anche l’inizio di un percorso di lotte che li ha portati a fronteggiare le leggi ingiuste dell’Unione Europea, che insiste nel chiedere ad ogni essere umano un pezzo di carta per poter esistere. Samy assicura che nessuna richiesta assurda da parte delle autorità potrà fermare la loro battaglia per il diritto alla dignità, una lotta determinata e risoluta, condotta da 350 rifugiati ad Amburgo e molte altre migliaia in altri paesi europei.
Oggi inizieranno alle 17.00 nella Sala dell’aereoporto i lavori della Carta di Lampedusa con l’incontro “Da Lampedusa all’Europa”a cui parteciperà il sindaco Giusi Nicolini, i cittadini per far conoscere la realtà dell’isola, le voci dei suoi abitanti, la vita di un luogo condannato dalle politiche europee a vivere una vita di frontiera.
Interverranno anche i partecipanti arrivati dai paesi europei e nordafricani.
Ma già in mattinata i partecipanti alla Carta di Lampedusa saranno ospiti di una scuola locale per incontrare gli studenti e continuare un dialogo reale con gli abitanti dell’isola.
Sarà possibile seguire l’incontro in diretta su Progetto Melting Pot Europa.
Si continuerà sabato con la discussione e stesura della Carta di Lampedusa, per concludere domenica con l’assemblea plenaria dedicata a dibattere l’agenda e le mobilitazioni comuni europee, in cui mettere in rete e condividere campagne, scadenze e iniziative.
Lettera aperta ai cittadini e alle cittadine di Lampedusa.
Il 31 gennaio e l’1 e il 2 febbraio 2014 a Lampedusa arriveremo in molti: decine di associazioni, movimenti, singoli, e poi sindacati, giuristi, gruppi laici e religiosi provenienti da tante parti d’Italia e da diversi paesi europei e nordafricani.
Saremo lì per scrivere la Carta di Lampedusa, e affermare dei principi che tutelano la libertà e i diritti di tutte le persone, a partire dal fatto che nessun essere umano deve più essere sottoposto a violenze e detenzioni arbitrarie, né tanto meno rischiare la propria vita, solo perché ha voluto o dovuto lasciare il proprio paese per raggiungerne un altro. Vogliamo porre le basi per la costruzione di una nuova Europa e di un Mediterraneo di pace, in cui non ci sia spazio per la militarizzazione, e in cui Lampedusa sia liberata dal ruolo che i governi italiani di qualsiasi colore politico, nonché l’Unione europea, le hanno imposto per troppo tempo: quello di confine e di frontiera.
Vorremmo scrivere questa Carta sulla vostra isola e insieme a voi per rovesciare simbolicamente questa immagine di Lampedusa, rendendola invece il centro propulsore di un’altra idea di spazio Mediterraneo ed europeo.
In questi ultimi vent’anni avete accolto sul vostro territorio migliaia di altre persone venute anche da molto più lontano, oltre che centinaia di giornalisti, associazioni, politici e, non da ultimo, poliziotti e militari di ogni ordine e tipo.
Sappiamo che di questo siete stanchi, e che sarebbe giusto che si smettesse di parlare di Lampedusa quasi solamente in relazione alle migrazioni, invece che valorizzarne le bellezze e le potenzialità, e, soprattutto, invece di affrontare i problemi che rendono la vostra vita disagiata, come l’assenza di strutture sanitarie e scolastiche, e che la politica dovrebbe finalmente farsi carico di risolvere.
Non possiamo promettere che il lavoro che porteremo avanti nei tre giorni in cui saremo lì con voi servirà a migliorare la situazione critica che vivete quotidianamente e, certamente è vero, dopo quei tre giorni noi andremo via e voi resterete sulla vostra isola ad affrontare i problemi di sempre.
Possiamo dirvi, però, che i nostri scopi, a partire dal radicale ripensamento delle attuali politiche migratorie, coincidono con quello di restituire definitivamente Lampedusa a se stessa e ai suoi cittadini e cittadine.
Per queste ragioni vi chiediamo di aiutarci, partecipando nei modi e nelle forme che voi riterrete più opportuni, a costruire la Carta di Lampedusa nel rispetto della vostra storia, della vostra fatica, del luogo meraviglioso che abitate.
Le partecipanti e i partecipanti alla Carta di Lampedusa
da: globalproject.info