Il 25 aprile 1945 i partigiani e le partigiane italiane scendevano dalle valli e dalle montagne. Nonostante le scarpe rotte e i morsi della fame, per venti mesi avevano resistito al fascismo e ai rastrellamenti nazisti. Così le forze della Resistenza entravano nelle città italiane e portavano il bocciolo di un fiore chiamato Libertà.

Ottant’anni dopo, assistiamo con rabbia e sbigottimento al tentativo di tagliare il gambo a quello stesso fiore. I Paesi d’Europa si rinchiudono dietro a cortine di ferro e filo spinato, approvano misure per limitare il diritto di protesta, finanziano le forze di polizia di frontiera per bastonare, deportare e lasciare morire le persone in movimento lungo i confini. Allo stesso tempo i leader di Stati Uniti e Israele discutono pubblicamente di come portare a termine la pulizia etnica in Palestina, così come la spartizione dell’Ucraina con Putin. E mentre alzano il braccio destro davanti alle proprie folle, questi nuovi despoti e tiranni esaltano i valori della guerra, del machismo e del patriarcato, tentando di abrogare i diritti ottenuti dalle lotte transfemministe.

A tutto questo vogliamo rispondere con la forza della solidarietà e dell’impegno collettivo, portando in campo le tante forme di resistenza che animano il nostro Alto Vicentino. Perché proprio l’antifascismo non può limitarsi a essere soltanto un valore, ma deve tradursi anche e soprattutto nel nostro agire quotidiano. Per questo invitiamo gruppi, associazioni, comitati e tutte le persone che vogliano contribuire con le proprie idee, martedì 8 aprile alle 20:30, presso il Palazzo Toaldi Capra, a costruire la prossima Giornata della Liberazione davanti a questi tempi sempre più bui che si prospettano.

La proposta è chiara: costruiamo un grande corteo che sappia riattualizzare i valori di libertà, giustizia e uguaglianza dell’antifascismo, rendendo il 25 aprile non solo un giorno di memoria, ma anche di lotta verso le sfide nuove che ci aspettano. Come 80 anni fa, torniamo nelle strade per celebrare la Libertà, una libertà che sia per tuttx: per donne e soggettività non conformi alla norma eteropatriarcale, per i territori; libertà di lottare e di attraversare i confini; libertà per i popoli oppressi dai colonialismi. Così da unire le voci di chi si batte ogni giorno per un mondo e un futuro libero da oppressioni.


Il 25 aprile non è una ricorrenza. Ora e sempre, resistenza!