Sono trascorsi 40 anni, ma ancora non è permesso ricordare collettivamente quattro vite, quattro persone, quattro compagni e compagne.
Tuttavia, nonostante in troppi abbiano cercato di nasconderlo come se niente fosse, dopo 40 anni quel ricordo è ancora vivo e fervido in una moltitudine di persone: di fronte ad un evento tanto tragico quanto importante, non può esistere silenzio.
A dimostrarlo sono tutte quelle figure che, continuamente osteggiate, ricordano e vogliono continuare a ricordare Alberto, Angelo, Maria Antonietta e Lorenzo.
In questi giorni, come purtroppo ciclicamente accade, la questione è tornata alla ribalta nelle pagine dei giornali locali perché qualcuno ha avuto la “sfacciataggine” di presentare all’
Ed ecco subito levarsi gli scudi difensivi: dai peggiori fascisti (capeggiati da un vero criminale, Roberto Fiore) agli animi più “democratici” e appartenenti all’amministrazione locale, hanno sentito il bisogno di esprimere le loro rimostranze.
A loro avviso non si dovrebbe tenere nessuna mostra, nessun ricordo e nessuna testimonianza dovrebbero avere voce! Nessuno dovrebbe permettersi di parlare di quegli anni tanto tragici quanto importanti, non una parola dovrebbe essere spesa sulle esperienze e sulle persone che hanno reso più vivo questo territorio: in sostanza, nessuna legittimazione a chi era parte dei processi politici e di cambiamento, a chi viveva in un corpo sociale ampio e variopinto, che parlava a tante e tanti e si batteva a fianco degli emarginati, degli oppressi, dei subalterni.
Chiaro come un mantra arriva quel concetto che vuole imporre una logica unica ed esclusiva: “la lettura di quegli eventi e dei loro protagonisti è negata a coloro che li hanno attraversati ed è, al contrario, prerogativa assoluta di chi li ha combattuti e denigrati”.
Ed è su questi principi che oggi vogliamo essere chiari ed espliciti.
Non siamo più disposti a rimanere in silenzio, a fingere che in questa provincia tanto ricca e produttiva quanto divoratrice di dignità e libertà, non ci sia mai stato nulla in grado di costruire legami veri e forti nelle pratiche di lotta e di rivendicazione di diritti.
Non ci stiamo a tacere di fronte a quella che è anche la nostra storia, la storia dalla quale proveniamo, dalla quale sono nate le esperienze di movimento, le conquiste di diritti, il contrasto dei privilegi e le battaglie che negli anni hanno attraversato questo territorio.
Auspichiamo che la mostra da cui è nata quest’ultima farsa polemica abbia la possibilità di tenersi e di essere attraversata da più persone possibili, indipendentemente
Ci teniamo inoltre a chiarire che se qualcuno crede di poter ostacolare il ricordo di quelle quattro persone con la prevaricazione, la censura o le azioni squadriste ci troverà pronti a contrastarlo.
Vogliamo quindi invitare tutti e tutte ad un doppio appuntamento di avvicinamento alla data dell’11 Aprile 2019: un’occasione di approfondimenti di quella che fu un’esperienza politica che segnò in modo indelebile il nostro territorio e un momento di ricordo condiviso di Alberto, Angelo, Maria Antonietta e Lorenzo.
Come recitava un volantino di tanti anni fa “ci sono vite che pesano come piume e vite che pesano come montagne”.