Tema trattato: Commercio equo e solidale
27/08/2014 –
È finito il tempo dei Gas (Gruppi d’acquisto solidali). Tranquilli non sono tramontati, ma stanno acquisendo nuova forma. Consumatori, produttori, associazioni, cooperative, consorzi , enti locali e scuole si stanno unendo nei nuovi modelli di economia alternativa: i Des, ovvero Distretto di economia solidale. « È la logica del rischio condiviso: si è tutti sulla stessa barca, interessi composti si uniscono per concorrere al vivere bene, superando la crisi economica de di valori» spiega al Sole 24 Ore Sergio Venezia – cofondatore di uno dei primi gas d’Italia e del Desbri, Des della Brianza, che raccoglie attorno a sé 12 soci economici (cooperative e consorsi con un fatturato aggregato ch supera i 120 milioni di euro l’anno), 13 associazioni e 33 persone fisiche.
Si tratta di un progetto sperimentale che racchiude e ben dimostra quel che può dare oggi l’economia solidale alla società: «Su un’area di 16 ettari messa a disposizione da un privato, con il Comune di Agrate Brianza, si cercherà di dare vita a una realtà che prevede una sorta di comunità agricola sul modello della Csa (Community Supported Agricolture): un certo numero di contadini lavorerà con metodi naturali la terra (i primi prodotti saranno fragole e ortaggi) supportato da acquirenti della zona che attraverso un patto civico, anticipano ai produttori i soldi necessari alla lavorazione e prenotano i prodotti della terra che riceveranno», racconta Venezia.
Sono molte le attività portate avanti dal sistema brianzolo: tra gli altri Spiga & Madia un percorso che supporta tutta la filiera dei pane (i membri del gas versano una quota annuale in anticipo per far si che si avvii la produzione) e Fotogas che promuove l’impianto di pannelli fotovoltaici con il sostegno dei soci.
Intanto in pentola bolle una collaborazione con la ristorazione scolastica per aggiungere al menù delle mense i frutti del lavoro dei contadini locali.
In Italia sono 32 i Des, che si riuniscono annualmente insieme ai rappresentanti delle Reti di economia solidale nazionali (Res), segno che questo tipo di economia cresce. E chissà che non vada a intaccare il modello imperante. Racconta con entusiasmo Venezia: «Attraverso i Res, cerchiamo di realizzare progetti collettivi di economia solidale: ne abbiamo avviato uno con Trenta Spa, fornitore di energia elettrica pulita a un prezzo sostenibile: sono già mille le famiglie che ne hanno beneficiato. Conviene a noi e all’ambiente». Se non bastasse una quota del pagamento va a supportare un fondo da destinare a soggetti deboli… Che dirvi, provate a contattare il Des più vicino a casa vostra, a fondo pagina l’elenco!