images (1)I ricchi e i poveri. Sugli effetti del TTIP sulle nostre vite – di Saro Romeo

A proposito di TTIP e in relazione al testo di Grateful Dead sul tema che ha toccato alcuni punti centrali soprattutto sul piano politico, vorrei sottolineare alcuni altri aspetti che, con la ratifica del trattato, avrebbero ricaduta diretta sulla nostra vita. In particolare, la netta divisione che, con la firma del TTIP, si verrebbe rapidamente a creare tra consumatori ricchi, ai quali sarà consentito di accedere a prodotti alimentari di qualità ad altissimo costo, e poveri, costretti a mangiare carne agli ormoni e piena di prodotti tossici. L’Europa cederebbe con ciò, insomma, una serie di conquiste sulla sicurezza alimentare, che vuole dire diritto alla salute, annullando anche questo livello di “diritto acquisito”.

Questo vale anche per la sanità che, allo stesso modo, vedrebbe approfondirsi la frattura tra chi ha mezzi economici ed è in grado di “acquistare” servizi e chi non ne ha. Nonostante critiche e opposizioni, anche molto autorevoli e perfino interne al potere finanziario stesso, si procede segretamente verso la ratifica del trattato.

Sul piano giuridico, a mio avviso, vi sono alcuni elementi che hanno a che vedere con il TTIP e che andrebbero analizzati a fondo.

L’ISDS (Investor State Dispute Settlement, che si occupa della risoluzione delle dispute investitore-stato – per altro già drammaticamente operante) è una magistratura internazionale “privata”, il cui tribunale si costituisce di volta in volta e il cui giudizio non è appellabile. Le Corporation possono, tramite questo organismo giuridico, citare gli Stati e le politiche che riducono, anche potenzialmente, i lori profitti. Di solito vincono. Prima della firma, i trattati internazionali di questo tipo vengono analizzati nei dettagli in modo daarmonizzare, segretamente, le legislazioni degli Stati contraenti. È ciò che sta attualmente avvenendo con il TTIP in relazione all’Europa.

Armonizzare di fatto vuol dire adeguare le legislazioni a quelli del contraente più forte (Usa), ovvero cancellare i diritti acquisiti per permettere la libera penetrazione (mai termine più adatto!) nei mercati. Insomma, si tratta di un apparato giuridico “privato” più potente delle legislature dei singoli stati.

Inoltre, il Fondo monetario internazionale e le grandi Agenzie Economiche mondiali fungono da apparato coercitivo per gli eventuali stati “riottosi”, anche se questo aspetto non è completamente chiaro.

Infine, le parti sociali che hanno generato le Costituzioni sono radicalmente mutate. Ciò produce l’inadeguatezza delle Carte costituzionali stesse e spinge il capitale finanziario, con l’appoggio delle grandi multinazionali a cancellarle, ad aggirarle, d’imperio. Noi stessi sosteniamo, da gran tempo, l’inadeguatezza della Carta costituzionale, ma il nostro scopo è quello di riscriverla, aggiornandola, non di sopprimerla. Parlando di TTIP, mi sembrerebbe dunque utile anche approfondire questi aspetti, legati alla perdita di sovranità dei singoli paesi che si trasforma in una corsa verso l’abrogazione dello stato di diritto vigente negli stessi.

Sul piano economico, oltre quanto già sottolineato nel testo di Greateful Dead che citavo all’inizio di queste note – ma anche da altri – aggiungo che non se ne parla molto, ma molti paesi esprimono perplessità e qualche ipotesi di veto. In realtà, trattati come questo favoriscono in modo spudorato le grandi e grandissime Corporation, soprattutto della distribuzione, dell’agroalimentare e della salute (ma non solo). In brevissimo tempo potrebbero godere di condizioni tali da riuscire a fagocitare le medie e piccole imprese, destinandole al fallimento. L’Europa vede una grande presenza di imprese di media e piccola dimensione (e non a caso anche negli Usa queste ultime si oppongono al TTIP), che sarebbero destinate, in breve, a fare la fine del sorcio.

L’aspetto “consolatorio” che ci viene offerto è che, grazie al TTIP, parte dell’Europa agricola, e non solo, si ritaglierebbe la fetta alta del mercato “ricco”. A parte lo squallore politico in sé di questa considerazione (il contadino che coltiva cavoli a basso salario non potrebbe neanche annusarli, visto il loro costo finale, ma si ridurrebbe a mangiare, a sua volta, quelli al veleno) pongo a tutti una domanda: quanti sono e quanto grande può essere la pancia dei consumatori ricchi, considerando la tendenza attuale – non è il numero dei ricchi che aumenta ma le ricchezze di ciascuno di loro – per divorare la produzione agricola europea ? E, inoltre, il resto del mondo?

In coda (ma non troppo) andrebbe aggiunta la questione Monsanto e Ogm che meriterebbe un approfondimento a sé, anche qui sul piano giuridico ed economico, oltre ovviamente che su quello politico. C’è insomma, molta materia per analisi e approfondimenti, anche teorici.

L’esperienza che abbiamo costruito a Catania, con l’Assemblea Costituente del Comitato NO TTIP, ha mostrato come sia stato più facile e immediato illustrare questi meccanismi – che risultano di più facile comprensione – di quanto non sia spiegare, ai non addetti al discorso, i nuovi (!) meccanismi estrattivi, cioè come la vita venga messa a valore, nonostante il martellamento oramai pluriennale che facciamo sul tema. Ciò, a mio avviso, perché la coscienza collettiva ha profondamente introiettato il vecchio concetto di divisione tra tempo di lavoro, dal quale si estrae profitto, e tempo vita, per se stessi. Raccontare come questa dicotomia non funzioni più così è più complicato di quanto non sembri. Abbiamo necessità di tradurre questo concetto, per farlo comprendere anche a coloro che pure già lo vivono sulla propria pelle, quotidianamente – nuove generazioni che hanno subìto una cesura di memoria storica. Esempi come questo possono aiutarci a spiegare che cosa voglia dire tutto questo nella pratica.

I temi legati al TTIP e agli Ogm sono, insomma, un ottimo aggancio anche per illustrare concretamente i nuovi meccanismi di sfruttamento della vita, tenendo conto che i giochi non sono ancora fatti. Dobbiamo ricordarci che la rivolta di Seattle è scoppiata proprio come risposta a una vecchia versione di trattati come questo.

da effimera.org