Testimonianze e riflessioni. Mercoledì 31 marzo, alle 20.30 in diretta sulla nostra pagina facebook
Solidarietà: prendersi cura, dare tempo ed energie per sostenere chi è in difficoltà, dedicarsi verso chi ha bisogno, pensare e costruire una comunità equa e giusta.
Dal nascere della pandemia questa parola ha caratterizzato molte attività che hanno visto persone e organizzazioni, già interne a percorsi di mutuo aiuto e cura del territorio, intensificare il proprio agire.
La solidarietà ha spazzato via quella falsa retorica dell’andrà tutto bene, usciremo tutti assieme da questa crisi, ce la faremo ecc.
La solidarietà, il prendersi cura delle persone, delle relazioni, della comunità ha rotto quindi una retorica vuota e falsa mettendo sin dall’inizio in evidenza le contraddizioni che emergevano con più arroganza grazie all’accelerazione data dal Covid.
Chi aveva poco ha perso o rischia di perdere quel poco, chi ha tanto lo ha incrementato usando la situazione per aumentare i propri profitti e il proprio potere.
L’agire per la solidarietà sta diventando lo strumento interpretativo delle disuguaglianze sociali e contemporaneamente permette nuove relazioni che da questo partono per organizzarsi, riconoscersi, darsi strumenti e luoghi indipendenti a servizio dei molti e per costruire miglior qualità della vita per le persone.
Praticare forme di mutuo aiuto, creare reti locali di collaborazione, intensificare alcune attività per una redistribuzione di dignità e diritti, questi sono e saranno nei prossimi tempi alcuni degli obbiettivi da porsi immaginare ed edificare una società diversa.
La distribuzione di pacchi alimentari, aiuti umanitari, il mettere i propri corpi a disposizione della cura di altre vite, cercare di sostenere i bisogni di famiglie e persone ignorate da un assetto istituzionale sordo alle richieste di aiuto che proprio in quest’ultimo anno sono vertiginosamente aumentate, sono oggi pratiche indispensabili perché rompono l’isolamento e la solitudine di chi si è trovato/a solo/a, di chi è alla ricerca di una vita migliore ma viene bloccato o respinto, di tutti quei e quelle giovani che si sono visti costretti a rompere legami, amicizie, affinità.
La solidarietà è la cura a tutto ciò.
Essa irrompe in maniera radicale, come forse prima non riusciva a fare, nell’evidenziare ciò che è bene e ciò che è male, rimette in moto spazi di aggregazione e relazione.
Proprio per questa sua funzione eretica e per la sua potenzialità, in questo momento dove tutto dovrebbe essere controllato e supervisionato da uno stato paternalistico, molte esperienze di mutualismo e solidarietà indipendenti ed autonome, vengono estromesse, accusate di essere sovversive o criminali, isolate, nel tentativo di spegnerle e annichilirle completamente.
Crediamo che una resistenza a questa crisi sia ripartire e sostenere chi cura piedi e corpi martoriati da viaggi estenuanti e pericolosi per oltrepassare un confine, da chi salva vite di persone costrette a migrare, dai luoghi che nei territori si mettono a disposizione per le proprie comunità, dando spazio a nuove esperienze di cura collettiva.
Ne parliamo con:
Gianandrea Franchi – Linea d’Ombra Trieste
Angela Di Biase – Caracol Olol Jackson Vicenza
Carlo Cunegato – Consigliere Comunale Schio