La tecnocrazia, la moneta ecosostenibile e le reti elettriche intelligenti

di Patrick M. Wood

PARTE 1:

La “Carbon Currency”: un nuovo inizio per la tecnocrazia?

I critici che pensano che il dollaro USA sarà un giorno sostituito da una nuo­va moneta globale forse pensano troppo in piccolo. Sull’orizzonte mondiale si profila una nuova valuta globale che potrebbe sostituire tutte le monete carta­cee e il sistema economico su cui si basano.

La nuova moneta, battezzata Carbon Currency (moneta carbonio) è stata pensata per sostenere un sistema economico nuovo e rivoluzionario basato sull’energia (intesa come produzione e consumo) anziché sui prezzi. Il nostro attuale sistema economico basato sui prezzi, con le valute a esso associate -che hanno supportato il capitalismo, il socialismo, il fascismo e il comuni­smo — verrà mandato al macero per lasciare spazio a un nuovo mondo basato sul carbonio.

E sotto gli occhi di tutti come le economie basate sui prezzi stiano lasciando il mondo stremato da un sistema agonizzante, e lo evidenzia il rapido declino delle valute cartacee. L’era della moneta legale (banconota non convertibile) fu introdotta nel 1971, quando il presidente degli Stati Uniti Richard Nixon sciolse il legame tra dollaro USA e oro. Poiché il dollaro, diventato moneta legale, era il principale bene di riserva nel mondo, tutte le altre valute hanno finito per adeguarsi, lasciandoci oggi con un mare globale di carta sempre più indesiderata, instabile, inutilizzabile. La ferale situazione economica del mon­do di oggi è un riflesso diretto della somma delle sue monete malate e moren­ti, ma a breve tutto questo potrebbe cambiare.

Ci sono già forze al lavoro per immettere in circolazione una nuova mone­ta, la Carbon Currency, la risposta finale a chi chiede soluzione ai problemi globali di povertà, controllo della popolazione, controllo ambientale, surri­scaldamento globale, distribuzione energetica e ripartizione mondiale della ricchezza economica. Purtroppo per il singolo individuo che vive in questo nuovo sistema, tutto questo richiederà anche un controllo autoritaristico e centralizzato su tutti gli aspetti della vita, dalla culla alla tomba. Che cos’è la Carbon Currency, e come funzionerà? In poche parole, la Car­bon Currency si baserà sulla periodica allocazione delle energie disponibili ai popoli del mondo. Se non verrà utilizzata entro un periodo di tempo, la moneta scadrà (come i minuti di chiamate mensili di un piano tariffario tele­fonico), così lo stesso popolo potrà ricevere una nuova disponibilità calcola- ta in base alle nuove quote di produzione energetica del periodo successivo.

Poiché la catena logistica energetica è già dominata dall’elite globale, la definizione di quote di produzione energetica limiterà la quantità di valuta Carbon Currency in circolazione in ogni dato momento. Inoltre limiterà naturalmente anche la produzione manifatturie­ra, la produzione alimentare e la circolazione delle perso­ne. Le valute locali potrebbero inizialmente rimanere in gioco, ma con il tempo si indebolirebbero venendo to­talmente rimpiazzate dalla Carbon Currency, allo stesso modo in cui l’euro ha sostituito le valute europee dopo un periodo di coesistenza.

Sembra un concetto molto moderno, vero? In realtà, que­ste idee risalgono agli anni Trenta del Novecento, quando centinaia di migliaia di cittadini statunitensi abbraccia­rono una nuova ideologia politica chiamata Tecnocrazia, con la sua promessa di una vita migliore.

Le radici

Filosoficamente, la tecnocrazia affonda le radici nell’auto­crazia scientifica di Henri de Saint-Simon (1760-1825) e nel positivismo di Auguste Comte (1798-1857), il padre delle scienze sociali. Il positivismo elevava la scienza e il metodo scientifico al di sopra della rivelazione metafisica.

I tecnocrati abbracciarono il positivismo perché credeva­no che il progresso sociale fosse possibile solo attraverso la scienza e la tecnologia.

II movimento sociale della tecnocrazia, con il suo sistema contabile basato sull’energia, si può far risalire agli anni Trenta del Novecento, quando un oscuro gruppo di inge­gneri e scienziati lo propose come soluzione per la Grande Depressione.

Il principale scienziato dietro le quinte della tecnocrazia era M. King Hubbert, giovane geofisico che più tardi (tra il 1948 e il 1956) inventò la teoria del picco di produ­zione petrolifera, oggi famosa come “teoria del picco di Hubbert”. Hubbert affermava che la scoperta di nuove riserve energetiche e il relativo sfruttamento sono soggetti a un graduale esaurimento, che alla fine porta alla rovina economica e sociale. Molti seguaci moderni di questa te­oria ritengono che la recessione globale del 2007-2009 sia stata parzialmente esacerbata dai prezzi record del petro­lio, che riflettono la validità della teoria. Hubbert ha svolto i suoi studi accademici presso l’Univer­sità di Chicago, conseguendo il dottorato nel 1937, e in seguito ha insegnato geofisica alla Columbia. Ha ricevuto numerose onorificenze durante la sua carriera, tra cui il Rockefeller Public Service Award nel 1977. Nel 1933, Hubbert e Howard Scott avevano creato un’or­ganizzazione chiamata Technocracy, Inc. La parola “tec­nocrazia” deriva dal greco techne, che significa “capacità”, e kratos che significa “governo”. Dunque, è il governo di ingegneri, scienziati e tecnici capaci, che si oppone a un governo di funzionar! eletti. Si discosta da tutte le altre forme di governo, tra cui comunismo, socialismo e fasci­smo, che operano in un’economia basata sui prezzi. Da fondatori dell’organizzazione e del movimento poli­tico chiamato Technocracy, Inc., Hubbert e Scott sono anche stati co-autori del Technocracy Stitdy Course, pub­blicato nel 1934. Questo libro funge da “bibbia” della tecnocrazia, e costituisce il manifesto a cui si ispira il suc­cessivo pensiero tecnocratico moderno. La tecnocrazia partiva dall’assunto che solo gli scienziati e gli ingegneri erano in grado di gestire una società com­plessa basata sulla tecnologia. Poiché la tecnologia — nei ragionamenti dei fondatori — aveva cambiato la natura sociale delle società, i metodi di governo e le economie precedenti erano diventati obsoleti. I tecnocrati disdegna­vano politici e burocrati, che consideravano incompeten­ti. Invece, utilizzando il metodo scientifico e le tecniche gestionali scientifiche, speravano di minimizzare le enor­mi inefficienze dell’amministrare una società, e così, con­sumando meno risorse ci sarebbero stati più vantaggi per tutti i membri della società.

Il fattore cardine della tecnocrazia era l’implementazìone di un sistema economico basato sulla distribuzione ener­getica, anziché sui prezzi. I tecnocrati proponevano di so­stituire la moneta tradizionale con dei crediti energetici. La loro attenzione mirata all’uso efficiente dell’energia è stato probabilmente il primo barlume di un movimento ambientalistico e di ecologia sostenibile negli Stati Uniti. L’enfasi moderna sulla riduzione del consumo di combu­stibili a base di carbonio, che causano surriscaldamento globale ed emissioni di CO,, è essenzialmente un prodot­to di un precedente pensiero tecnocratico. Come scienziati, Hubbert e Scott hanno cercato di spie­gare (o giustificare) le loro argomentazioni in termini di fisica e legge della termodinamica, che è lo studio delle trasformazioni dell’energia tra calore e lavoro meccanico. L’entropia è un concetto della termodinamica che rappre­senta la quantità di energia in un sistema che non è più disponibile per compiere lavoro meccanico. L’entropia dunque aumenta a mano a mano che la materia ed ener­gia del sistema degradano verso lo stadio finale dell’uni­formità inerte. In parole povere, entropia significa che ciò che è usato è perso per sempre.

Inoltre, lo stadio finale dell’entropia è T’uniformiti iner­te”, dove non avviene nulla. Così, se l’uomo consuma tut­ta l’energia disponibile e/o distrugge l’ecologia, esse non si potranno mai più ripristinare. Il metodo tecnocratico per evitare l’entropia sociale è aumentare l’efficienza della società attraverso l’attenta distribuzione dell’energia di­sponibile e la misurazione del prodotto conseguente ai fine di trovare uno stato di equilibrio, o pareggio. Per facilitare tale equilibtio tra uomo e natura, la tecno­crazia proponeva che i cittadini ricevessero dei Certificati energetici per le operazioni economiche: “…[I Certificati energetici] vengono emessi individualmente per ciascun individuo adulto dell’intera popolazione… “Il reddito e il tasso di spesa di ciascuno viene registrato dalla Sequenza di distribuzione, dunque per la Sequenza di distribuzione è facile accertare in ogni dato momento lo stato del bilancio di un dato cliente… “Acquistando merci o servizi, l’individuo paga con Certi­ficati energetici debitamente identificati e firmati… “Il significato di tutto ciò, dal punto di vista della traccia-bilità di quanto accade nel sistema sociale e del controllo sociale, si può apprezzare meglio esaminando in prospet­tiva l’intero sistema. Innanzitutto, una sola organizzazio­ne si occupa di fornire di risorse umane e fare funzionare l’intero meccanismo sociale. La stessa organizzazione non solo produce, ma distribuisce tutti i beni e servizi…” Le due differenze chiave tra la valuta basata sui prezzi e i Certificati energetici sono che:

a) la valuta è generica rispetto a chi la detiene, mentre i Certificati vengono registrati individualmente per ogni cittadino;

b) il denaro persiste, mentre i Certificati scadono.
Quest’ultimo aspetto sarebbe di grande ostacolo per l’ac­cumulo di ricchezze e proprietà, o potrebbe addirittura eliminarlo del tutto.

Transizione

All’inizio della Seconda guerra mondiale, con la ripresaeconomica [negli Stati Uniti, NdT], la popolarità del­ la tecnocrazia si è ridotta; tuttavia, sia la Technocracy, Inc. che la sua filosofia sono sopravvissute. Oggi esistono due principali siti Web che rappresentano la tecnocrazia in Nord America: Technocracy, Inc., con sede a Ferndale, Washington, all’indirizzo www.technocracy.org, e un’organizzazione sorella di Vancouver, nella Columbia Britannica, che è Technocracy Vancouver, all’indirizzo www.technocracyvan.ca. Se originariamente la tecnocra­zia si concentrava esclusivamente nel continente norda­mericano, oggi il movimento sta crescendo rapidamentein Europa e in altre nazioni industrializzate. Per esempio, il Network of European Technocrats (Rete dei Tecnocra­ti Europei, NET) si è formato nel 2005 come “movi­mento autonomo sociale e di ricerca che mira a esplorare e sviluppare sia la teoria che la struttura della tecnocra­zia”. Il sito del NET afferma di accogliere membri da tutto il mondo.

Ovviamente, qualche organizzazione di serie B, con i ri­spettivi siti Web, non può sperare di creare o implementare una politica energetica globale, non perché le idee non siano ancora vive e vegete.

La teoria del picco di Hubbert, introdotta nel 1954, ha avuto sicuramente maggior influenza sul pensiero moderno e un grosso ruolo nel movimento ecologista e ambientalista.

Anzi, si può dire che l’intero movimento contro il surriscaldamento globale

 

La proposta moderna

Visti i legami tra movimento ambientalista, surriscalda­mento globale e il concetto tecnocratico dei Certificati energetici, ci si aspetterebbe che la Carbon Currency sia un’idea di quella particolare comunità, e infatti è così. Nel 1995, nell’articolo “Verso una moneta unica basata sul carbonio” pubblicato in New Sdentisi, Judith Hanna ha scritto: “La mia proposta è definire una quota globale annuale per i] consumo di combustibili fossili, e suddivi­derla equamente tra tutti gli individui adulti del mondo.” Nel 2006, la prestigiosa Harvard International Review ha pubblicato “Una nuova moneta”, in cui si leggeva: “Per chi ha interesse nel rallentare il surriscaldamento globa­le, le azioni più efficaci risiedono nella creazione dì foni valute nazionali legate al carbonio… Il compito principale di studiosi e legislatori è scavare nella storia alla ricerca di indicazioni più utili. 11 surriscaldamento globale è consi­derato un problema ambientale, ma per trovarne le solu­zioni migliori non si deve cercare tra i canoni delle leggi ambientali. L’ubiquità del carbonio nell’economia mon­diale richiede che qualsiasi regime per limitare le emissio­ni prenda in considerazione i costi. Infatti, quello che è considerato il regime migliore è il mercato delle emissio­ni, che è il più sensibile ai costi. E poiché un mercato in cui si scambiano emissioni e carbonio è più simile a un mer­cato valutario che non alla lotta contro un inquinante, i legislatori dovrebbero imparare dalla borsa e dalla finanza come regolare i mercati del carbonio. Dobbiamo antici­pare le sfide politiche che sorgeranno — tra cui il controllo dei punti di contatto tra ciascuno dei sistemi di scambio nascenti, le norme penali per la contraffazione di licenze e la cooperazione giudiziaria – con la diffusione di questo sistema che pane dal basso” (corsivi aggiunti)

Gli autori hanno concluso che “dopo sette anni di perdite di tempo e analogie errate, il regime internazionale per il controllo del carbonio ha finalmente preso, seppur a tito­lo sperimentale, una strada produttiva”, (corsivi aggiunti) Nel 2006, Fallora ministro britannico dell’Ambiente Da­vid Miliband ha parlato al Convegno e dibattito annuale della Commissione di Controllo e ha dichiarato aperta­mente: “Immaginate un paese in cui il carbonio diventa una nuova moneta. Ci porteremo dietro carte di paga­mento con un credito sia in sterline che in punti-carbo­nio* Quando compreremo elettricità, gas e carburanti, useremo 1 punti-carbonio, oltre alle sterline. Per contri­buire a ridurre le emissioni di carbonio, il Governo fisserà dei limiti sulla quantità di carbonio che si potrà usare.” (corsivi aggiunti) Nel 2007 * il New York Times ha pubbli­cato L’articolo “Quando il carbonio diventa una moneta” di Hannah Fairfield, in cui annunciava senza mezzi termini: “Per creare un mercato del carbonio, è necessario che si crei una valuta dì crediti di carbonio che 1 partecipanti possano scambiarsi.'(corsivi aggiunti) Point iGàrbonpimpórferite società di consulenza globa­le, collabora con Bank of New York Mellon per valuta­re i mercati del carbonio, che stanno vivendo una rapida crescita. Nel 2008, ha pubblicato un report dal titolo “Verso una moneta-carbonio comune. Esplorazione del­le prospettive per mercati di carbonio “integrati globali”, che discute dell’efficienza ambientale ed economica in un contesto simile a quello visto originariamente con Hub-bert nel 1933.

Infine, il 9 novembre 2009, il britannico Telegraph ha presentato l’articolo “La possibilità di una ‘razione di carbonio’ personale per tutti in Gran Bretagna’1; “Imple­mentare delle razioni di carbonio per ciascun individuo sa­rà il metodo più efficace per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra. Le persone riceve­ranno un codice unico da. utilizzare per l’acquisto di dotti che contribuiscono all’impronta ecologica di come carburanti, biglietti aerei ed elettricità; Come per il conto bancario, ogni mese verrà inviato, un estratto conto per aiutare i cittadini a tenere una contabilità dei consu­mi Se il loro ‘conto carbonio’ andrà a zero, dovranno pa­gare per ottenere altri crediti.” (corsivi aggiunti) Come potete vedere, questi riferimenti sono tutt’altro che di serie B, tanto per le fonti quanto per il contenuto. La corrente sottomarina dell’iniziale pensiero tecnocratico ha finalmente raggiunto la costa, e ora le sue onde lambi­scono la spiaggia.

Un prototipo di tessera energetica

Nel luglio 1937, un articolo di Howard Scoti su Technocracy Magazìne descriveva molto dettagliatamente la Tes­sera di distribuzione energetica, Dichiarava che fuso di un simile strumento come “mezzo contabile faceva parte del cambiamento proposto dalla tecnocrazia per una pos­sibile organizzazione del nostro sistema socioeconomico”. Inoltre Scott scriveva: “Verrà emesso direttamente un cer­tificato per ciascun individuo. Sarà non trasferibile e non negoziabile, dunque non potrà essere rubato, perso, prestato, preso in prestito né ceduto. Non sarà cumulativo, dunque non lo si potrà risparmiare e non maturerà inte­ressi né aumenterà di valore. Non dovrà necessariamente essere speso, ma perderà validità dopo

un periodo di tem­po designato.. Nel 1937* questa poteva sembrare fantascienza ma oggi è assolutamente plausibile. LaXechnocràcy, Ine. ha offerto un’idea aggiornata di come potrebbe, essere questa Tesse­ra di distribuzione energetica. Sul suo sito Web legge:
“Ora è possibile usare una: tessera di plastica simile alle moderne carte di credito con all’interno un microchip. II chip potrebbe contenere tutte le informazioni necessarie per creare una tessera di distribuzione energetica còme descritto in questo opuscolo.;Le stesse,informazioni sa­rebbero fornite in ogni forma compatibile con le tecno­logie più recenti, tuttavia, quello che è spiegato qui è il concetto di una Tessera di distribuzione energetica.” Studiando questo prototipo di tessera si può notare che serve anche come carta d’identità universale e contiene un microchip. Questo riflette la filosofia tecnocratica per cui ogni persona della società deve essere meticolosamente monitorata, e ogni sua transazione deve essere giustificata, per poter controllare ciò:che consumate termini ener­getici e anche come contribuisce al processo produttivo.

I player del mercato del carbonio

II moderno sistema di crediti di carbonio è un’invenzio­ne del Protocollo di Kyoto e ha iniziato a guadagnare slancio nel 2002, quando nel Regno Unito è stato sta­bilito il primo schema di scambio a livello di economia nazionale. Comparso nelle leggi internazionali nel 2005 questo mercato di scambio si avvia, secondo le stime, a raggiungere i 3.000 miliardi di dollari entro il 2020, se non prima.

Gracida Chichilnisky, direttrice del Colombia Consortiun for Risk Management e autrice del testo sui crediti di carbonio del Protocollo di Kyoto, ha scritto nel suo ar­ticolo “Chi ha bisogno di un mercato del carbonio?”: “Il mercato del carbonio è dunque fatto sostanzialmente di flussi di cassa e di operazioni di trading, ma è anche una soluzione per un futuro redditizio e più verde,33 E chi sono i “trader” che aprono le porte a tutti questi profitti? Attualmente., guidano il branco J. E Morgan Chase, Goldman Sachs e Morgan Stanley. Un articolo di Bloomberg, “I capitalisti del carbonio si scaldano per un mercato del clima che utilizza i derivati3‘ (4 dicembre 2009), notava: “Le banche si stanno preparando a lare con il carbonio qualcosa che hanno già fatto in preceden­za: progettare e mettere sul mercato dei titoli derivati che aiuteranno le aziende clienti a coprirsi dal rischio di prez­zo nel lungo periodo. Sono anche pronte a vendere pro­dotti finanziari correlati al carbonio a investitori esterni.” Alla J.R Morgan, la donna che ha inventato originaria­mente i credit default swap, Blythe Masters, oggi è a ca­po del dipartimento che gestisce il trading di crediti di carbonio per la banca. Considerando la forza assoluta dei colossi bancari globali alle spalle del trading di carbonio, non sorprende che gli analisti stiano già prevedendo che il mercato del carbonio a breve surclasserà, per proporzioni, i mercati di altre merci. Naturalmente, una valuta non è che il mezzo per raggiungere un fine. Chiunque controlli la valuta controlla anche l’economia e la struttura politica che vi si accompagna. La tecnocrazia e un sistema conta­bile basato sull’energia non sono concetti teorici sterili. Se l’elite globale ha intenzione di sostituire alle valute na­zionali la Carbon Currency, anche il mondo economico e i sistemi politici cambieranno per sempre e in modo sostanziale.

PARTE 2:

Smart Gridi: la tecnocrazia diventa realtà?

Il Technocracy Study Course ha delineato in grande detta­glio i principi della tecnocrazia per quanto riguarda pro­duzione, distribuzione e utilizzo dell’energia. Secondo Scott e Hubbert, la distribuzione delle risorse energeti­che deve essere monitorata e misurata affinchè il sistema funzioni.

I due concetti chiave sono dunque: monìtorare e misurare.

Hanno scritto che il sistema deve occuparsi di:

“1 Registrare quotidianamente, 24 ore su 24, la conver­sione di energia totale netta…

“2. Tramite la registrazione dell’energia convertita e con­sumata, rendere possibile un carico bilanciato.

“3. Fornire un inventario continuo di tutta la produzione e il consumo.

“4. Fornire una registrazione specifica del tipo e delle ca­ratteristiche di tutte le merci e i servizi, con i luoghi di produzione e di utilizzo.

“5. Fornire una registrazione specifica dei consumi di cia-scun individuo, oltre a una descrizione e una cronologia delle attività dell’individuo stesso.. .

Negli anni Trenta, una tecnologia simile non esisteva. Ma il tempo è stato amico dei tecnocrati, perché oggi sì, questa tecnologia esiste ed è in rapido corso di imple-mentazione per fare esattamente ciò che hanno specifi­cato Scott e Hubbert, vale a dire monitorare, misurare e controllare esaustivamente ogni Kilowatt di energia for­nita ai consumatori e alle aziende in tutto il sistema. Si chiama Smart Grid.

 

Che cos’è la Smart Grid?

Smart Grid (“rete intelligente”) è un termine tecnico ge­nerico che include la generazione, la distribuzione il con­sumo di corrente elettrica, ma anche di gas e acqua. La rete elettrica americana sta invecchiando, ed è sempre più fragile e inefficiente. Smart Grid è un’iniziativa volta a riprogettare completamente la rete elettrica usando tec­nologie digitali avanzate, tra cui l’installazione di nuovi contatori digitali in ogni casa e azienda degli Stati Uniti. Tali contatori digitali offrono un monitoraggio costante del consumo energetico utilizzando una comunicazione continua bilaterale tra l’erogatore e la proprietà del con­sumatore. Inoltre, i contatori saranno in grado di comu­nicare con i dispositivi elettrici all’interno della residenza per acquisire dati sul consumo e controllare direttamen­te alcune apparecchiature, senza intervento da parte del consumatore.

Secondo una pubblicazione dei Ministero dell’Energia statunitense: “II Ministero dell’Energia ha ricevuto l’ordine di orchestrare la modernizzazione in massa della rete elettrica della nostra nazione… À capo di questo progetto è l’Ufficio di Erogazione energetica e Affidabilità ener­getica. Coordinandosi con le ricerche e i programmi di politica energetica più avanzati la nuova multi-agen-zia dell’Ufficio, la Smart Grid Task Porce, ha il compito di sovrintendere allo sviluppo degli standard, guidare i progetti di ricerca e sviluppo, e conciliare le esigenze di un’ampia gamma di soggetti coinvolti,” tratta di un’ini­ziativa relativamente nuova, ma che sta avanzando a ritmi rapidissimi. L’Ufficio di erogazione energetica è stato cre­ato nel 2003 sotto l’amministrazione di George W. Bush, e ha acquisito ulteriore importanza nel 2007 con la cre­azione della posizione di Assistente Segretario all’Eroga­zione energetica e Affidabilità energetica. Non è indicato precisamente chi abbia dato questo “ordine” al Ministero dell’Energia, ma poiché il Ministro dell’Energia risponde direttamente al Presidente, si può dedurre che la direttiva giunga proprio dal Presidente. Di certo, non si tratta di una direttiva o un mandato emesso dal Congresso.

Implementazione

II 27 ottobre 2009, l’amministrazione Obama ha rivela­to il piano della Smart Grid destinando 3,4 miliardi di dollari a 100 progetti correlati. Secondo un comunicato stampa del Ministero dell’Energia, tali fondi serviranno per l’installazione di:

  • oltre 850 sensori, chiamati “unità per la misurazione di fasori”, per monitorare la rete elettrica in tuttala nazione;
  • 200.000 trasformatori intelligenti;
  • 700 sottostazioni automatizzate (all’inarca il 5% del to­tale nazionale);
  • 1.000,000 display domestici;
  • 345.000 dispositivi domestici per il controllo del carico.
    Uno di questi progetti, operativo in cinque stati del Nord-Ovest e con un target di 60.000 clienti, è guidato dal Battelle Memorial Institute. II progetto, in realtà, era stato sviluppato dall’Amministrazione elettrica di Bonneville (BPA), un’agenzia federale dipendente dal Ministero dell’Energia. Poiché è esplicitamente illegale che un’agen­zia federale richieda fondi federali, la BPA ha passato il progetto al Battelle, un’organizzazione no-profit non go­vernativa, che ha immediatamente ricevuto 178 milioni di-dollari.  È interessante * notare che la BPA, si attribuisce il merito di aver inventato il concetto di Smart Grid all’inizio degli anni Novanta, definito Energy Web, con un ambito on­nicomprensivo dalla produzione al consumo. Secondo il comunicato stampa del Battelle del 27 agosto 2009, “II progetto coinvolgerà 60,000 clienti con contato­ri in Idaho, Montana, Oregon, Washington e Wyoming. Attraverso tecnologie di reti intelligenti; il progetto impie­gherà risorse di sistema per oltre 112 megawatt, ovvero l’e­quivalente dell’energia per servire 86.000 famiglie… f“La dimostrazione proposta studierà i vantaggi della re­te intelligente su un’area campione di un’ampiezza senza precedenti, che comprende cinque stati; coinvolgerà il si­stema elettrico dalla generazione all’utilizzo finale e con­terrà mólte funzioni chiave della futura Smart Grid’, dice Mike Davis, vice-presidente di Battelle. ‘L’impatto auspi­cato per questo progetto si estenderà ben oltre i limiti territoriali del tradizionale servizio di erogazione, contri­buendo a permettere una rete futura in grado di soddi­sfare le incalzanti esigenze locali, regionali e nazionali”. Battelle e la BPA intendono lavorare a stretto contatto, e si fatica a distinguere chi abbia davvero il controllo della gestione del progetto durante il periodo di prova. In un documento “riservato per uso interno”,scritto nell’agosto 2009, la BPA ha offerto ai suoi partner degli spunti di discussione: “La tecnologia Smart Grid è onnicomprensi­va: dalle apparecchiature interattive nelle case ai contatori intelligenti, dall’automazione delle sottostazioni ai sensori sulle linee di trasmissione.” (corsivi aggiunti)

Network of Things una rete delle cose

Ciò che è il World Wide Web’ (¥WW) per le persone ha un’equivalente per le apparecchiature: la Network of Things (NOTj), ovvero la rete delle cose. Questa nuovis­sima tecnologia crea una rete senza fili riservata a un’am­pia gamma di oggetti inanimati, dalle scarpe ai frigoriferi, Un concetto pronto da attuare per l’implementazione della Smart Grid, poiché apparecchiature, contatori e sot­tostazioni sono tutti elementi inanimati che secondo i tecnocrati dovrebbero comunicare tra loro, Per esempio, nel 2008, il Pacific Northwest National Laboratory (PNNL) ha sviluppato una piccola scheda di circuiti-chiamata Grid Friendly Appliance™ (GFA) Con­ troller. Secondo una brochure del Ministero dell’Ener­gia: “II GFA Controller sviluppato dal Pacific Northwest National Laboratory è una piccola schedaci circuiti integrata nelle apparecchiature domestiche che riduce le sollecitazioni sulla rete elettrica attraverso il monitoraggio continuo delle fluttuazioni dell’energia disponibile, Nei momenti di maggiore fabbisogno, le apparecchiature do­tate del controller si spengono automaticamente per un breve lasso di tempo, consentendo una riduzione cumu­lativa per mantenere stabile la rete.” Secondo il sito Web del PNNL: “II controller è essen­zialmente un semplice chip di computer che può essere installato su normali elettrodomestici come lavatrici, la­vastoviglie, asciugatrici, frigoriferi, condizionatori e cal­daie: lì chip rileva quando si verifica un’interruzione sulla rete e spegne gli elettrodomestici per qualche secondo o minuto per permettere alla rete di stabilizzarsi. II control­ler si può anche programmare in modo da ritardare la riaccensione degli elettrodomestici. Questo ritardo per­ mette alle apparecchiature di riaccendersi una alla volta, anziché tutte insieme, così da facilitare il ripristino della rete dopo un blackout.”

Si può notare l’idea che le azioni automatiche siano in­nescate dall’interazione diretta tra gli oggetti senza inter­vento umano; Le règole saranno scritte da programmatori sotto la direzione di tecnocrati che conoscono il sistema, e verranno scaricate nei controller in base alle necessità. In questo modo, le regole potranno essere modificate al volo, in qualsiasi momento e senza che il padrone di casa lo sappia. II PNNL, però, non è un’impresa privata. È di “proprietà del Ministero dell’Energia statunitense, ed e operato dal Battelle Memorial Institute! Tutta questa tecnologia utilizzerà circuiti “Wi-Fi, identici ai modem e router per reti Wi-Fi usati comunemente nelle case e nelle aziende di tutto il mondo. “Wi-Fi” è un marchio registrato di Wi-Fi Alliance e si riferisce ai sistemi di reti senza fili utilizzati in vari dispositivi, dai personal computer ai telefoni cellulari, per comunicare tra di loro e connettersi alla rete Internet. Secondo Wi-Fi Alliance, “La necessità delle soluzioni di Smart Grid deriva dall’ascesa di una generazione elettrica distribuita e della gestione/mo­nitoraggio dei consumi”. Nel libro bianco “Wi-Fi per la Smart Grid”, sono elencati i requisiti specifici per l’interoperabilità annunciati dal Ministero dell’Energia:

  • Fornire una comunicazione bilaterale tra gli utenti della rete, ad esempio operatori di mercato regionali, erogatori, fornitori di servizi e consumatori.
  • Consentire agli operatori dei sistemi elettrici di monitorare tanto i propri sistemi quanto quelli vicini che in­fluiscono sui propri, per facilitare una distribuzione ed erogazione di energia più affidabile.
  • Coordinare l’integrazione nei sistemi elettrici di tecnologie emergenti quali risorse rinnovabili, risorse di risposta al fabbisogno, strutture di immagazzinamento dell’energia e sistemi di trasporto elettrico.
  • Garantire la sicurezza cibernetica della rete.

Dunque, la rete di comunicazioni bidirezionali e in tempo reale della Smart Grid si affiderà da un terminale all’altro al Wi-Fi.

Mentre il consumatore è rasserenato dalla promessa di minori costi di erogazione, sarà la società erogatrice ad attuare le politiche imposte dagli enti regionali, naziona­li e globali. Cosi, se in un sistema vicino si verifica un blackout, il vostro termostato potrà spegnersi automa­ticamente per compensare; se eccedete la vostra quota mensile di elettricità per le ore diurne, delle attività ad alto consumo come il lavaggio e l’asciugatura del bucato potrebbero essere limitate alle ore notturne. Smart Grid e il controllo delle erogazioni si estendono al di là dell’elettricità: il collegamento Wi-Fi è valido anche per i contatori di gas e acqua.

Espansione globale

Un articolo di BusinessWeeky “Come l’Italia ha battuto il mondo con una rete più intelligente”, pubblicato il 16 novembre 2009, diceva: “Dopo varie false partenze, il 2010 potrebbe essere finalmente l’anno in cui i contatori intelligenti diventeranno globali.” E infatti lo è stato: L’Italia ha già implementato la tecnologia Smart Grid nell’85% delle abitazioni;

Eàrih2tech.com afferma che la Smart Grid genererà 200 miliardi di dollari in investimenti globali nei prossimi anni; la Commissione Elettrotecnica Internazionale ha stila­to un piano per garantire l’interoperabilità dei sistemi di Smart Grid tra una nazione e l’altra;

• Le multinazionali si stanno affrettando per accaparrar­si una quota del mercato globale della Smart Grid: IBM, Siemens, GÈ, Cisco, Panasonic, Kyocera, Toshiba, Mitsubishi, ecc;

 La Cina sta spendendo 732 miliardi di dollari per im­plementare la Smart Grid in Asia.

Tra gli altri paesi che hanno già lanciato dei progetti pilo­ta di Smart Grid figurano Germania, Francia, Inghilterra, Russia, Giappone, India, Australia, Sudafrica e molti al­tri. Sono state create anche organizzazioni regionali come Smart Grids Africa per promuovere la Smart Grid nei pa­esi più piccoli. In ciascun caso, i governi stanziano incen­tivi per accelerare l’Implementazione della Smart Grid. I fornitori globali si stanno già preparando a rimpinguarsi le tasche grazie ai fondi dei contribuenti. Nel caso degli Stati Uniti, ma non solo, non c’era una domanda pree­sistente o latente per una tecnologia Smart Grid: la do­manda è stata creata artificialmente dai rispettivi governi di ogni paese.

PARTE 3 :

Smart Grid globale: la vittoria della tecnocrazia

Oggi, nel 2011, lo sviluppo é l’implèmentazione della tecnologia Smart Grid negli USA”- la reinvenzione della rete elettrica con contatori digitali dotati di Wi-Fi — sta procedendo a gran ritmo. Multinazionali come IBM, GÈ e Siemens stanno investendo parecchio dietro le quinte di questo “progetto” che consoliderà tutta l’America in un unico sistema integrato comunicante di distribuzio­ne e monitoraggio, e i progettisti sono al lavoro per crea­re gli standard che integreranno Finterò Nord America, compresi Messico e Canada, in un sistema Smart Grid unificato.

Oltretutto, è in corso ur’iniziativa seria per creare una Smart Grid globale che integrerà tutti i continenti del glo­bo! Il Global Energy Network Institute (GENI) presen­ta la sua Mappa mondiale Dymaxion™ dalla prospettiva del Polo Nord; che rivela la rete globale attualmente in costruzione. L’unica parte del pianeta Terra che non viene toccata è l’Antartide. II progetto del GENI sta acquistando sempre più slancio ed è appoggiato da! Dalai Lama, dall’Arcivescovo Desmond Tutù, dal Senatore USA James jeffords, dal Dott. Noel Brown ([ora ex] direttore del Programma Ambientale dell’ONU per il Nord America), dalle Nazioni Unite e dai governi di Canada, Nuova Zelanda, Svizzera, Cina e altri. La natura della rete globale viene rivelata sul sito Tèrra-Watts.com: C’è un nuovo world wide web che emerge proprio di fronte ai nostri occhi. È una rete energetica globale che, come Internet, cambierà la nostra cultura, la società e il nostro modo di fare affari, E soprattutto, mo­dificherà il nostro modo di utilizzare, trasformare e scam­biare energia.

“Non esiste un problema di scorte energetiche, ma un problema di distribuzione energetica, e la soluzione che sta emergendo è un nuovo Word Wide Web dell’elettricità.”

 

Genesi della Smart Grid globale

II sito Web del GENI attribuisce a R. Buckminster Fuller (1895-1983) il titolo di padre concettuale e architetto della rete energetica globale. Nel suo libro Critical Path del 1981, Fuller ha scritto:

“Questa rete elettrica mondiale, con il suo vantaggio onni-integrato, porterà la sua energia ovunque, a tutti in qualsiasi momento e a uno stesso costo comune. In questo modo si creerà un sistema mondiale uniforme di costi e prezzi per tutti i beni e servizi realisticamente ba­sati sul sistema di contabilità metabolico tempo-energia dell’universo.

“In questo sistema comune energia-valore, uniforme a li­vello cosmico per tutta l’umanità, i costi-saranno espressi in Kilowattora, wattora e wattsecondi di lavoro. I kilowattora diventeranno il criterio primario per i costi di pro­duzione del complesso di legami metabolici per ciascuna funzione o merce.

“Queste valutazioni energetiche uniformi sostituiranno tutti i sistemi monetati mondiali, che sono intervariabli, soggetti a giochi di opinioni, manipolabili da sistemi di potere. Il sistema contabile mondiale tempo-energia si sbarazzerà di tutte le iniquità che oggi avvengono per via della manovrabilità arbitraria delle spedizioni internazio­nali delle merci e della bilancia commerciale internazionale, inventata dalle banche ai vertici delle strutture di potere economico.

“Eliminerà i truccherò per sfruttare le differenze di fuso orario sui mercati bancari e dei titoli all’insaputa dei due miliardi di esseri umani che in qualsiasi momento stanno dormendo.”

Se vi suona familiare, è perché si tratta di un crudo rima­neggiamento della tecnocrazia anni Trenta, ma su scala globale anziché continentale.

L’elettricità viene distribuita a tutti equamente e il sistema economico basato sui prezzi è sostituito da un “sistema contabile mondiale tempo-energia”* basato su kilowattora, wattora e wattsecondi.

Non è stato dimostrato che un sistema simile potrà mai funzionare, ma ciò non ha fermato i gruppi globali che si stanno buttando a capofitto in questa iniziativa. Prendia­mo per esempio il Forum economico mondiale…

Il Forum economico mondiale e i cambiamenti climatici

Gli eventuali scettici che dubitano della serietà di organiz­zazioni come TerraWatts e GENI dovrebbero considerare che anche .l’elitario Forum economico;mondiale (WEF)  ha fatto, sentire il suo peso collettivo sull’iniziativa.-È riuscito a creare un nesso tra l’avanzamento della Smart Grid e la riduzione delle emissioni di carbonio, promettendo cosi un modo tangibile per combattere il surriscaldamen­to globale.

Fondato nel 1971; il WEF si riunisce ogni anno a Davos, in Svizzera; I partecipanti sono tra i personaggi più in sta dell’élite globale. Il WEF ha presentato .nel gennaio 2011 un importante réport sui progressi, del Programma di partnership, indu­striale energetica,: e ha fatto riferimento a una recente pubblicazione ‘ sull’enérgia: ” Accelerare, la riuscita di progetti pilota di reti-intelligenti un report del Forum Economico mondiale sviluppato in collaborazione con Accenture ed  esperti del settore, delinea la centralità delle reti intelligenti come fattori chiave per un’economia a basse emissioni di car­bonio e come risposta a un fabbisogno energetico sempre crescente. Il report Ha coinvolto oltre 60 soggetti industria­ li e politici per identificare i fattori che determineranno il successo o meno dèi progetti pilota di reti intelligenti…
Esiste l’opportunità di lanciare la futura ondata di sviluppo verso un sistema energetico con minori emissioni e la riuscita dei progetti pilota di reti intelligenti sarà una fase fonda­mentale del processo.” (corsivi aggiunti)         a Mark Spelman, Direttore strategico globale di Accenture, ha partecipato al Seminario sulla Smart Grid del WEF 2010. Alla domanda “Che valore può aggiungere la Smart Grid nei prossimi 30 anni?”, Spelman ha risposto: “Le re­ti intelligenti sono assolutamente fondamentali se inten­diamo raggiungere alcuni dei nostri obiettivi in, tema di cambiamenti climatici. In altre parole, le reti intelligenti sono la colla, sono l’Internet energetico del futuro, e sono il fattore essenziale che aggregherà domanda e offerta.”

L’Associazione per gli standard dell’IEEE

La rete energetica globale, o Smart Grid, opererà secondo standard ingegneristici universalmente,accettati che rendono compatibili tra loro dati e flussi energetici. Chi fornisce tali standard? Lo stimato Istituto degli Ingegneri Elettrici ed Elettronici (IEEE). L1EEE afferma di essere “la più grande associazione professionale al mondo dedicata al progresso delle innovazioni tecnologiche e all’ec­cellenza, a vantaggio dell’umanità”. Fondato nel 1884, si occupa di standard dell’elettricità e di sviluppa fin da quando Thomas Edison inventò la lam­padina, Oggi, però l’IEEE ha una massiccia. presenza globale, con 395.000 membri in 460 paesi; e supporta circa 900; standard attivi in vari campi  dell’ingegneria e dell’elettronica! Come si legge nel suo sito relativo alla ‘Smart Grid, l’IEEE haà detto chiaramente la sua iniziativa energetica’”globale:. “Non c’è un’organizzazione globale che sovrintenda alla formazione dei sistemi energetici in tutte le nazioni: si tratta di un movimento vasto è che sta muovendo! primi passi I’EEE è nella posizione di guidare l’iniziativa, della rete intelligente grazie alle nostre 38 società’ e i consigli. Attraverso di essi e grazie; ai nostri 395.000 membri che lavorano nei settori accademici/governativi e privati di tutto il mondo, L’EEE’ tocca;praticamente tutti gli aspetti della Smart Grid. “Facciamo leva sulle nostre solide’basi e sulla collabora­zione totale per migliorare gli standard, condividere le *best practice’, pubblicare gli sviluppi e fornire la relativa offerta’formativa per l’avanzamento della rete intelligen­te. Siamo in prima linea nel progresso tecnologico e faci­litiamo il’successo della sua adozione in tutto. Il mondo, “È lavorando mano nella mano con altre: organizzazioni leader per creare una serie di standard per la rete intelli­gente che possiamo garantire il successo.” – .
Le vanterie dell’IEEE non sono infondate. Si tratta davve­ro una organizzazione globale capace di un compito tanto monumentale; Davano alla sfida di unificare la rete elettrica globale, 395.000 dovrebbero bastare per compie­re  la  missione!

Conclusione                

La tecnocrazia è un sistema politico-economico collettivi­sta e utopistico guidato da ingegneri, scienziati e tecnici. Ha un potenziale di controllo e di oppressione di gran lunga maggiore rispetto al comunismo, al socialismo o al fascismo. È la Smart Grid a derivare dalla tecnocrazia, e non il contrario; Non è chiaro chi sovrintenderà a tutte le sfaccettature della Smart Grid globale: ampliamente sembra che saranno gli stessi ingegneri e multinazionali che attualmente la stanno sviluppando.
Con la crescente ondata di attività globale ‘per creare la Smart Grid a livello mondiale, è difficile che l’iniziativa
si possa arrestare, tanto più perché è così strettamente in­trecciata con il movimento del surriscaldamento globale e quindi dello sviluppo sostenibile, e addirittura con l’A­genda 21 dell’ONU.

L’autore:      .

Patrick M, Wood è redattore di The August Review,

Maggiori informazioni sono disponibili sul sito http://www.augustreview.com.