Attivisti dei centri sociali del nordest occupano il padiglione turco in solidarietà con i movimenti e i cittadini che a Istanbul e in tutta la Turchia sono nelle strade a difendere la loro libertà e democrazia contro il governo Erdogan.
Aperti dei grandi striscioni con le scritte “GeziPark resiste” e Resistanbul la primavera continua” mentre centinaia di foto delle giornate di scontri e manifestazioni con la scritta “Good Bye Erdogan” sono sparse ed appese nel padiglione presiodiato dagli attivisti: viva e partecipe la solidarietà espressa dai visitatori italiani e stranieri della Biennale all’azione degli attivisiti.
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Activists of the Social Centers of italian North-east have occupied the Turkish pavilion of Venice art Biennale in solidarity with the movements and citizens in Istanbul and allover Turkey, who are now in the streets to defend their freedom and democracy against the Erdogan government.
Opening large banners claiming “GeziPark resists” and “Resistanbul the spring continues”, hundreds of photos showing demonstrations, clashes and hard repression by Turkish police, with the words “Good Bye Erdogan”, are scattered and now hung in the pavilion occupied by the activists. Living and shared solidarity is expressed by Italian and foreign visitors of the Biennale.
Read below the leaflet distributed during the action.
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CRONACA
16:08 Venezia – Il curatore del padiglione turco sostiene la mobilitazione di oggi contro la repressione e le politiche di Erdogan!
16:07 Venezia – In corteo ci si muove dall’arsenale verso la stazione dove alle 17.00 avrà luogo un Flash Mob in solidarietà con la “Battaglia di Istambul!”
16:04 Venezia – Le insegne del governo turco vengono staccate dai muri de padiglione della biennale.
16:03 Venezia – “Quello che sta accadendo in Turchia non può passare sotto silenzio, ma deve essere denunciato in ogni luogo possibile. ResIstambul…la primavera non è finita, ma è appena cominciata!”
15:48 Venezia – I visitatori della biennale solidali con l’iniziativa contro le violenze della polizia di Ergogan,”Erdogan must go Home!”
15:40 Venezia – Mentre all’interno del padiglione, nel mezzo delle installazioni, continuano gli interventi, fuori ai volantina ai tanto turisti in visita alla biennale “oggi in solidarietà ai manifestanti di GeziPark il padiglione turco rimane chiuso!”
15:37 Venezia – Continua l’occupazione del padiglione turco della biennale “Erdogan se ne deve andare!”
15:33 Venezia – I manifestanti intervengono dentro il padiglione turco “la mobilitazione turca parla il linguaggio universale di lotta e di rivolta contro l’ordine costituito, che ha attraversato l’Europa e tutto il bacino del Mediterraneo!”
15:28 Venezia – “Solidali e complici con chi si ribella in Turchia”
15:27 Venezia – all’urlo “free free Gezi Park” i manifestanti entrano e occupano il padiglione turco”
15:25 Venezia – Gli attivisti dei centri sociali del nordest entrano nel padiglione turco della biennale di Venezia contro Erdogan e le violenze della polizia in Turchia
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IL VOLANTINO (in italiano e in inglese) diffuso durante l’occupazione:
#OCCUPYGEZI RESISTE
PIAZZA #TAKSIM DAPPERTUTTO
Siamo al quindicesimo giorno di assedio e di resistenza al parco Gezi di Istanbul, dove il 28 maggio scorso era stata organizzata la prima manifestazione contro il progetto di costruire un centro commerciale, distruggendo questo polmone verde.
Da allora, le manifestazioni si sono estese a molte altre città della Turchia e sono diventate una protesta contro il governo di centrodestra di Erdogan, accusato di essere sempre più autoritario e di mettere a rischio la laicità dello stato con leggi che tendono all’islamizzazione del paese e alla limitazione delle libertà delle persone.
Migliaia di persone sono in rivolta, non solo a Istanbul ma anche ad Ankara, con l’occupazione di piazza Kizulay, così come era avvenuto per il movimento degli indignados spagnoli e per gli egiziani di piazza Tahrir o gli Occupy americani ed inglesi, andando creare una zona temporaneamente liberata nel cuore delle metropoli, dove confrontarsi, organizzarsi e partire con le iniziative di movimento.
Una mobilitazione, quella in Turchia, che parla un linguaggio universale di lotta e di rivolta contro l’ordine costituito, che ha attraversato e sta attraversando l’Europa e tutto il bacino del Mediterraneo. Lo stesso linguaggio che abbiamo parlato a Francoforte il 31 maggio e 1° giugno scorsi, bloccando il grattacielo della Banca Centrale Europea, contro le politiche di austerity che stanno impoverendo la maggioranza di noi e negando il futuro a un’intera generazione.
Una rivolta che parte dalle nostre stesse rivendicazioni: BENI COMUNI E DIRITTI, LIBERTA’ E DEMOCRAZIA. Rivendicazioni che difendiamo anche qui, quando blocchiamo per un giorno, come avvenuto a Venezia lo scorso 9 giugno, il traffico devastante delle grandi navi da crociera o ci battiamo per la chiusura degli inceneritori come avverrà il prossimo sabato 15 a Parma.
Siamo tantissime e tantissimi, siamo dappertutto e non ci potranno fermare né scatenando la loro polizia e i suoi gas lacrimogeni, né mettendo a tacere le voci dei media indipendenti e Twitter. ERDOGAN SE NE DEVE ANDARE! E con lui se ne devono andare tutte le oligarchie economiche e politiche che, con le loro scelte di rapina, hanno determinato la crisi e ora la gestiscono, combinando oscurantismo ideologico e spregiudicate politiche neoliberiste.
Stiamo arrivando e niente sarà più come prima.
Centri sociali del Nordest
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#OCCUPYGEZI RESISTS
#TAKSIM SQUARE EVERYWHERE
Occupied Turkish Pavilion at the Venice Biennale
After 15 days of siege the resistance at Gezi Park in Istanbul is still alive. On May 28 we had the first demonstration against the possibility that this park could be destroyed and replaced by tons of concrete.
Since then demonstrations have spread allover Turkey and have become a mass uprising against Erdogan government, accused of being anti-democratic and leading the society to a forced Islamization with a significant restiction of civil rights and personal freedom.
Thousands of people are revolting allover Turkey like it happened with the Indignados in Spain, the Tunisian Revolution, the Egyptians of Tahrir Square and the Occupy movement in the U.S.
The Turkish upheaval is speaking a universal language of struggle against the established order, a language which is now common to all Europe and Mediterrean area. As in the recent Blockupy mobilizations in Frankfurt (May 31-June 1) where we blocked the skyscraper of the Central European Bank against the austerity policies which are impoverishing the people and actually denying the future to an entire generation.
The Turkish uprising has our same claims: commons and rights, freedom and democracy. Claims that find space even here in Venice where the last 9th of June we participated a day blockade of the harbor against the devastating passage of mega cruise ships inside our lagoon.
We are everywhere and we will not be stopped by repression and police brutality. Independent media and social networks are showing to the world what is happening in Turkey: ERDOGAN MUST GO AWAY! And with him we have to get rid of all the economic neoliberal oligarchies still in power.
We are coming to get you and nothing will be as before!
Social Centers of North-East (Italy)
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