Vicenza libera dall’intolleranza; caricato il corteo antifascista
Durante il corteo contro la sfilata di Forza Nuova la polizia carica i manifestanti
Più di 800 in corteo. Poi due cariche della polizia contro le foto dei campi di concentramento: non potevano andare in Piazzale Fraccon, luogo intitolato a un partigiano ammazzato a Mathausen
Ci sono gli studenti, reduci da una settimana di occupazioni delle scuole; i cittadini e i migranti sotto sfatto. Le bandiere NoDalMolin e quelle arcobaleno. E, poi, tanti vicentini che sfilano perché la propria città resti libera dall’intolleranza.
Sono più di 800 le persone che, nel freddo di questo sabato pomeriggio, sono scese in piazza per #vicenzaLibera dall’intolleranza. Nel giorno in cui Forza Nuova vuol tornare a insultare la città con un centinaio di teste rasate calate da tutto il nordest con i propri slogan inquietanti che in questi giorni hanno riempito i socialnetwork: foto che parlano di campi di concentramento come villaggi vacanza per migranti, o frasi che inneggiano a coloro che si sono macchiati di crimini contro l’umanità.
Il corteo è pacifico e attraversa tutto il centro città, tra slogan e canti. Non lo è, invece, la Questura, che vuol difendere con i propri reparti la scelta di far sfilare Forza Nuova in strade e piazze intitolate ad antifascisti. Come Piazzale Fraccon, intitolata a Tommaso Fraccon, tra i fondatori del CNL vicentino, morto a Mathausen insieme al figlio.
E così, quando il corteo decide di non fermarsi in piazza Matteotti, ma proseguire la propria marcia proprio verso Piazzale Fraccon per depositare, sotto il monumento che ne ricorda la morte, due gigantografie dei campi di concentramento con la scritta “Mai più”, la Questura decide di schierare i propri uomini e dar l’ordine di caricare.
Con il risultato che le manganellate colpiscono ripetutamente proprio le due gigantografie usate come scudi dai manifestanti, e la brutta immagine delle forze dell’ordine che, invece di schierarsi a difesa di quella dolorosa memoria, l’attaccano, fermando poi due persone.
In ogni caso, quella di oggi è stata un’altra importante giornata di mobilitazione per Vicenza, città medaglia d’oro alla Resistenza. Con centinaia di vicentini che – di fronte alle provocazioni di Forza Nuova – sono tornati in piazza, promettendo di rifarlo ogni volta che sarà necessario. Perché Vicenzanon è solo una città legata storicamente alla Resistenza: è anche una città aperta, tollerante, abituata alla democrazia. Una città che non può tollerare saluti romani e odiosi slogan razzisti: Vicenza è libera dall’intolleranza.