20140403_091644Resistenza

Abbiamo visto.
Abbiamo visto coi nostri occhi, anziani seduti sui campi coltivati da una vita, mentre con arroganza i “tecnici”, autorizzati dal potere politico regionale, ne notificavano l’entrata in possesso.
Li abbiamo visti firmare, spinti dai figli o dai nipoti e alla fine alzarsi e tornarsene verso casa.

Abbiamo visto altri proprietari firmare, non convinti in cuor loro, ma dalle parole di SIS e Coldiretti che di comune accordo hanno cercato di far trovare ai “tecnici” resistenza zero in loco.

E invece…

Invece resistenza c’è stata, eccome!

Questa mattina a Malo, i tecnici mandati dal general contractor S.I.S. che coordina la costruzione dell’Autostrada Pedemontana Veneta su mandato del Commissario Straordinario all’emergenza tra i comuni di Vicenza e Treviso Ing. Silvano Vernizzi, ha trovato sul campo noi attivisti che da sempre ci battiamo contro quest’opera devastante che costerà miliardi di euro pubblici a fronte di utilità nulla, ma anche alcuni proprietari che, coraggiosamente e caparbiamente, si sono rifiutati di firmare l’accordo col quale avrebbero accondisceso a cedere la loro terra.

Hanno e abbiamo ribadito che la resistenza continua, e che non tutti sono disponibili a lasciarsi asfaltare terra, cuore e pensiero dai tecnocrati e dai sostenitori di un “progresso” divoratore di risorse comuni.

Abbiamo visto  e sentito i tecnici chiedere di picchettare arre più vaste rispetto a quelle comunicate ai proprietari, aree segnate sulle carte in possesso dei tecnici dal colore giallo, ma non segnate nei documenti ufficiali coi quali si comunicava l’entrata in possesso agli espropriati.

Abbiamo chiesto perché e ci hanno risposto che si tratta di varianti di progetto.

Sulla base di questa risposta, proviamo a percorrere un ramo laterale della questione Pedemontana Veneta.

1) Il governo Letta ha finanziato l’opera con 370 milioni di euro, ponendo come clausola che il progetto esecutivo fosse depositato entro il 31/12/2013.
2) Il progetto è stato depositato a fine dicembre (a memoria, il 23/12/2013).

3) A marzo, sulla base di quel progetto, (esecutivo!) sono stati comunicati i lotti di terreno da espropriare.

4) Al momento dell’entrata in possesso, viene chiesto di picchettare lotti più grandi e vengono esibite carte diverse da quelle mandate ai proprietari.

5) Alla domanda perché, viene risposto che sono “varianti al progetto”.

Allora chiediamo: è legale cambiare un progetto esecutivo dopo che la sua presentazione ha determinato l’erogazione di così tanti soldi pubblici?

La risposta proveremo a fornirla quanto prima.

Nel frattempo assicuriamo che la resistenza contro i divoratori dei beni comuni continua.

da: http://difesasaluteterritorio.blogspot.it/