La terra produce cibo, l’asfalto cosa produce? Giovedi 3 aprile manifestiamo a S. Tomio di Malo

da EcoMagazine

 

Questa primavera,  i comitati Difesa Salute e Territorio Valle Agno/Alto Vicentino hanno compiuto sei anni.
Il regalo di compleanno da parte di Sis (general contractor), Pedemontana Srl (soggetto concessionario), Renato Chisso (assessore Regionale alla Mobilità), Silvano  Vernizzi (commissario straordinario per l’emergenza traffico tra i comuni di Vicenza e Treviso, Amministratore delegato di veneto Strade e presidente della commissione Via) e Luca Zaia (presidente della regione veneto e inauguratore in anticipo di svariate opere incompiute – vedi ponte sull’Astico) è stato l’invio delle squadre di tecnici per effettuare l’entrata in possesso dei terreni su cui dovrebbe passare l’inutile arteria autostradale denominata Superstrada Pedemontana Veneta a Pagamento.

I nostri amministratori in Regione, sanno bene che, dati di traffico alla mano, (calo del 30% negli ultimi cinque anni), l’opera è completamente inutile e si sostiene economicamente solo grazie ai contributi pubblici erogati in forme diverse (contributi regionali in conto capitale (172 mln), contributi aggiuntivi richiesti, (72 mln),  contributi statali last minute (370 mln) e persino pagamento del canone di disponibilità anticipato a coprire future minori entrate per scarsità di traffico (436 mln).

Servirà a rendere più competitivo il Veneto ci dicono. Dovrebbero però spiegarci competitivo come e nei confronti di chi, perchè la competitività con Cina, Vietnam, Bangladesh, Costa Rica e molti altri paesi “emergenti” si declina nel tentativo in atto in Italia, di trasformare tutti noi in schiavi sottopagati e senza diritti (tentativo peraltro in atto con un certo successo se consideriamo le masse di precari, di partite iva per costrizione, e di dipendenti con salari sempre più bassi e diritti in calo costante).

Servirà a portare lavoro alle imprese ci dicono. Dovrebbero però spiegarci perchè diverse aziende subappaltatrici sono fallite e altre sono in difficoltà. Forse perchè a causa dei pagamenti che arrivano col contagocce si sono trovate costrette a fare da banca al committente? E’ una domanda legittima a cui ci piacerebbe avere risposta.

E’ miope chi spera in una ripresa basata sul modello economico degli anni ottanta e novanta del secolo scorso, è ipocrita chi presenziando a eventi di varia natura, spiega che che il comparto agricolo sarà il futuro del veneto e poi permette e giustifica la distruzione di milioni e milioni di metri quadrati di terreno fertile (oltre al  nastro d’asfalto su cui corre l’autostrada vanno considerate le opere complementari: caselli, stazioni di servizio, complanari ecc.)

La realtà è che il Veneto non è più nemmeno in grado di produrre da sè il cibo che consuma, la nostra pianura si è trasformata in un florilegio di centri commerciali semideserti e capannoni abbandonati, cresciuti come funghi malati in un autunno radiattivo.
E con veemenza i nostri amministratori insistono su questa strada: l’elenco delle grandi opere inutili nel veneto è lungo una lenzuolata.

La terra dovrebbe produrre cibo, cosa produce l’asfalto se non grandi affari per pochi amici?

Per questo e per molto altro invitiamo tutti a essere a S. Tomio di Malo giovedì 3 Aprile alle 9 del mattino. Saremo lì per ribadire il nostro Sì ad un modello di sviluppo diverso, basato su economia prossimale, conversione ecologica dell’industria, rimodellazione del sistema di trasporti, opere locali per il territorio, sviluppo delle energie rinnovabili, efficienza energetica, utilizzo della tecnologia per praticare la ‘mobilità immobile’, produzione e consumo responsabile, agricoltura di prossimità, cultura dei Beni Comuni, sobrietà degli stili di vita, cultura della democrazia dal basso e della partecipazione, condivisione del sapere per sviluppare la democrazia degli uguali, sviluppo della scuola, dell’università e della ricerca per sperimentare nuovi modelli culturali e sociali.

CDST (NO Pedemontana) Rete dei Comitati dell’Alto Vicentino

Ps – Per la manifestazione portate scarpe comode, il percorso si svolge lungo le capezzagne, tra campi arati, capannoni e cave dismesse.