Intervista a Christos Giovanopoulos (Solidarity4All)
Nel giorno dell’insediamento formale del nuovo Governo vi proponiamo di seguito l’intervista a Christos Giovanopoulos di Solidarity4All, organizzazione che in questi ultimi anni – come abbiamo potuto leggere dai diversi approfondimenti pubblicati nelle scorse settimane – ha contribuito allo sviluppo e al sostentamento di numerose realtà di solidarietà sociale diffuse in tutto il Paese (cliniche autogestite, vendita diretta tra produttori e consumatori, assistenza legale, etc).
A Christos abbiamo chiesto un commento rispetto al recente risultato elettorale greco e come questo possa aprire un nuovo scenario, una terza opzione rispetto al contesto europeo che si è delineato in questi ultimi anni. Sorge infatti spontanea la domanda se questa vittoria possa determinare un’alternativa radicale alla stagnazione di immaginario nel Vecchio Continente fermo, negli ultimi anni, a due sole possibili vie d’uscita dalla crisi: le politiche di austerity promosse e praticate dalla Troika o la deriva nazionalistica e protezionistica determinata dall’avanzamento di partiti di estrema destra.
Come prima cosa penso all’importanza di queste elezioni, le ritengo il più importante “evento storico” verificatosi in Grecia in questi ultimi anni.
E’ sì il popolo greco ad aver espresso un voto, ma ciò non toglie che queste elezioni abbiano avuto un respiro immediatamente europeo.
Questo risultato, fondamentalmente, ha espresso una volontà di cambiamento rispetto alle decisioni economiche e strategiche operate dalle élite europee, espressione di politiche neoliberali di uscita dalla crisi attraverso un programma di austerity e di indebolimento di diritti.
Questo risultato elettorale si tramuta in un messaggio che apre un dibattito a livello europeo, delineando l’inizio di una nuova fase, di una nuova situazione, che non può essere solo circoscritta ai confini della Grecia.
Tra pochi mesi la vittoria di Syriza potrebbe essere seguita da altri successi elettorali in Spagna e in altri paesi europei. Specialmente in quei paesi periferici che hanno maggiormente subito il programma della Troika.
I movimenti, le lotte sociali, in questi paesi hanno l’opportunità di sperare di determinare anche loro un cambiamento, un rovesciamento delle strategie economiche e sociali dominanti. Questa è la prima valutazione.
La seconda valutazione è che il messaggio determinato dal risultato elettorale è stato molto chiaro. Sancisce un rigetto nei confronti della strategia della Troika, ma allo stesso tempo un ribaltamento del vecchio sistema politico, dei vecchi partiti presenti in Grecia che in questi anni hanno scelto di seguire la linea neoliberale dell’UE.
Allo stesso tempo produce una chiarezza rispetto a ciò di cui la popolazione ha bisogno. L’esperienza dei movimenti nel nostro Paese ci ha permesso nell’ultimo anno di scoprire nuove pratiche in cui le nostre idee teoriche sono state “testate“. Abbiamo avuto la possibilità di valutarne l’efficacia nel momento in cui sono riuscite a intensificare e rendere più forti le lotte contro l’élite dominante.
Ci ha permesso di scoprire una nuova modalità capace di cambiare radicalmente il sistema politico, per come lo abbiamo conosciuto fino ad ora.
Non è facile, per chi fa parte dei movimenti, comprendere le motivazioni di questa coalizione tra un partito radicale di sinistra e il partito degli indipendentisti greci, una forza di destra, ma anch’essa anti-austerity. Credo che non sia dovuta solo alla natura di questa crisi, infatti sappiamo che – dato l’attuale scenario rispetto alle relazioni di forza e potere a livello europeo – l’unico modo per contare ed esprimere la possibilità di cambiamento nei confronti delle imposizioni che ha subito la Grecia, è creare un largo supporto sociale al Governo. E non dobbiamo dimenticare che in questo Governo e in queste lotte l’egemonia appartiene alla sinistra. Un supporto allargato che mette in campo le differenti anime della società civile ed esprime sicuramente delle contraddizioni, le quali si riflettono nella composizione del Governo stesso. In ogni caso io sono convinto che questa coalizione di maggioranza ha espresso un messaggio molto chiaro verso il Governo e i media tedeschi: il Governo greco riflette le più forti posizioni contro la Troika e prepara il terreno per la negoziazione.
Qualche considerazione rispetto ai movimenti sociali…
Dal mio punto di vista dovrebbero mantenersi e cercare di sfruttare questo Governo che dichiara di voler operare un cambiamento di rotta.
In questi ultimi anni in cui la crisi si è fatta sempre più mordente, la società greca ha saputo dare una risposta decisa costruendo una rete di solidarietà civile e di mutuo aiuto, dando vita essa stessa a movimenti sociali che non possono essere ricondotti a uno spirito cosiddetto di “sinistra”, anche se è sicuramente egemone, ma investono la società in tutta la sua complessità. Questi movimenti dovrebbero mantenere la loro autonomia e allo stesso tempo cercare di supportare in modi creativi il largo panorama di lotte politiche tra la Grecia, in prima linea contro l’austerità, e le politiche neoliberali europee. Tutto questo continuando a praticare quelle esperienze di lotta ed autogestione, in modo da poter influenzare così il cambiamento e la ristrutturazione delle istituzioni correnti.
Spero che il conflitto che si sta operando in Grecia contro le politiche di austerity si relazioni immediatamente con i diversi network internazionali, come ad esempio Blockupy o Agorà99.
L’appuntamento lanciato dalla coalizione di Blockupy a Francoforte per il prossimo 18 marzo è sicuramente un momento importante per il messaggio che può lanciare al resto dell’Europa, essere a Francoforte significa portare ai piedi dell’Euro Tower – nel centro dell’Europa – questa volontà radicale di cambiamento dell’esistente, che soprattutto i paesi periferici esprimono.
Questo percorso comune non si esaurisce con quella giornata di mobilitazione, ma attraverso essa può solo rafforzarsi.
Spero che si uniscano le forze per essere in grado di portare avanti una vera alternativa di sinistra a livello europeo, per rovesciare l’alienazione o l’indignazione delle persone verso il sistema politico, per instillare speranza contro la paura e l’incertezza che in Grecia abbiamo visto e vissuto su diversi piani.
Si deve praticare questa alternativa anche rendendo tangibile la vicinanza tra le persone che vivono in Grecia, in Italia, in Spagna, in Germania o in qualsiasi altro paese europeo, e rendere più visibile la connessione, che già esiste, tra le lotte sociali di questi ultimi anni su scala europea. Credo che se si riuscirà a realizzare questo intreccio sarà una vera alternativa radicale per una più profonda trasformazione del contesto europeo.