La memoria è uno strumento collettivo e noi vogliamo difenderla.

A qualche mese dal rifiuto del Comune di Schio di installare le pietre d’inciampo dedicate ai deportati nei campi di sterminio del nostro territorio, crediamo sia importante costruire un momento collettivo che possa esprimere la necessità di mantenere l’attenzione alta su questo argomento e che sia voce di una comunità che crede fermamente nei valori dell’antifascismo e della preservazione della memoria storica.

Il 27 Gennaio ci saranno le celebrazioni per la giornata della Memoria e tutte le istituzioni si spenderanno in grandi discorsi e commoventi ricordi che qualche ora più tardi cadranno nel vuoto e saranno belli che dimenticati.
Proprio la memoria storica e gli ultimi episodi che hanno riguardato l’amministrazione comunale scledense negli ultimi mesi ci spingono a invitare tutti* ad un momento pubblico che ribadisca la necessità di mantenere alta l’attenzione ma soprattutto che sia in grado di esprime un bisogno fondamentale: in un periodo storico come quello che stiamo vivendo dove una retorica sempre più reazionaria e violenta sta emergendo è indispensabile ricostruire e preservare quello che è il patrimonio storico nato dalla resistenza e quelli che sono stati i crimini ingiuriosi compiuti dalle forze occupanti naziste e dai fascisti al soldo del regime.

Indispensabili diventano quindi tutta una serie di richieste e azioni da compiere da qui in avanti per fare sì che la città di Schio non cada in una voragine buia di inconsapevolezza e ignoranza. Bisogna in poche parole assumere e costruire quello che le istituzioni ingiustamente tacciono: il Ricordo per l’appunto.
Un ricordo e una memoria condivisa e collettiva che passa attraverso iniziative di informazione ma anche attraverso una presenza reale e non mediatica nel territorio. Dalle lapidi in onore ai partigiani che liberarono l’Alto Vicentino, a quelle in onore ai deportati nei campi di concentramento. Ma non può bastare più la semplice pietra fredda posta in qualche anfratto. Serve la perseveranza e la tenacia delle persone e dei/delle cittadini/e che vivono l’Alto Vicentino e che non hanno alcuna intenzione di restare inermi di fronte a quanto sta accadendo.

Invitiamo quindi tutte le persone a scendere in piazza domenica 26 gennaio per un momento pubblico di incontro e confronto ma anche di consapevolezza nel voler rimettere al centro dell’interesse pubblico la volontà di preservare la memoria storica.