Riceviamo e pubblichiamo un contributo sulla vicenda dei nove richiedenti asilo espulsi dal piano di accoglienza dopo i fatti di Cesuna accaduti due settimane fa.
C’è una volontà precisa di alcune amministrazioni locali di rendere i Migranti sempre più invisibili nascondendoli nella periferia delle periferie, lontano dagli occhi e dalle pance del benpensante (o malpensante) elettorato di riferimento che peraltro gradisce, apprezza e se potesse li renderebbe ancor meno visibili, rimandandoli “indietro” a “casa loro”, che qui si lavora e nessuno ci paga le vacanze in albergo, a noi.
E’ la strategia dello struzzo: se una cosa non la vedi, la cosa non esiste.
In questo contesto, che sarebbe comico se non fosse tragico, si inserisce la vicenda dei Migranti confinati dapprima a Pian delle Fugazze e poi a Cesuna, lontani e invisibili appunto, relegati ai margini del nostro benessere, gestiti da cooperative sul cui operato più di un dubbio è stato espresso da diversi soggetti, lasciati tutto il giorno ai bordi della strada a guardare le macchine passare, senza alcuna occupazione, senza nessuno da incontrare, senza una passeggiata in città da poter fare, senza vestiti e coperte per il freddo, senza la possibilità di scegliere cosa mangiare, senza poter comunicare.
Succede però che le persone, a volte, a essere trattate male, a essere relegate, di fatto, in cattività non ci stiano e decidano di ribellarsi.
Questo è successo qui, da noi, due volte, tra la tarda estate e l’autunno.
Tutti ricordiamo la protesta di settembre quando i Richiedenti Asilo, da Pian delle Fugazze sono scesi a Schio per rendere pubblica (visibile) la loro condizione e quella di Cesuna il mese successivo per gli stessi motivi.
Ricordiamo anche i terribili e disinformanti articoli di buona parte della stampa locale tesi a minimizzare le motivazioni dei migranti sostenendo invece la tesi che chi viene accolto dovrebbe rinunciare in toto non solo alle proprie abitudini, cibo, cultura e visione del mondo, ma anche alla propria dignità, e quindi dovrebbe ringraziare chi lo accoglie qualsiasi siano le condizioni dell'”accoglienza”, fossero anche umilianti o tali che nessun “nativo” le accetterebbe.
Le proteste autunnali avevano lasciato sul terreno strascichi giudiziari come l’espulsione dal programma di accoglienza di un Richiedente Asilo (colui che era considerato portavoce del gruppo) e dubbi sulla credibilità di alcune delle cooperative che si occupano dell’accoglienza, sulla loro preparazione, sulla gestione dalle stesse somministrata, ma soprattutto sul modello di accoglienza emergenziale che si confermava in quel momento fallimentare.
E’ notizia di pochi giorni fa che, di nuovo, i Richiedenti Asilo di Cesuna hanno messo in atto una protesta per l’isolamento in cui sono costretti, per la mancata somministrazione della diaria di 2.5 euro con i quali dovrebbero gestire i propri minimi fabbisogni e per le condizioni generali in cui versano.
Questa volta però le conseguenze sono state pesanti: 30 agenti delle Forze dell’Ordine intervenuti sul posto e 9 migranti denunciati, condannati a otto mesi di carcere ed espulsi dal programma di protezione.
Conosciamo il modo di agire delle Forze dell’Ordine, sappiamo bene che spesso le loro accuse sono ingigantite, che un lieve contatto casuale diventa aggressione, parlare diventa un insulto e alzare un braccio diventa minaccia.
E proprio perché sappiamo, ci chiediamo cosa sia veramente successo a Cesuna e quale assistenza legale abbiano avuto i nove espulsi.
Sappiamo da notizie di stampa che essi sono in Italia con pieno diritto in quanto in attesa di risposta alla Domanda di Asilo, sappiamo che non hanno più casa né riparo né protezione e abbiamo letto sulla stampa locale delle preoccupazioni che questi uomini si aggreghino alle fila degli accattoni o addirittura a quelle della piccola delinquenza per sopravvivere.
Non possiamo non chiederci che senso abbia tutto ciò: da un lato escluderli dal programma di protezione e dall’altro meravigliarsi se, privi di mezzi di sopravvivenza, proveranno a sopravvivere come meglio riusciranno.
Qualsiasi cosa sia successa, alla fine, il risultato più che giustizia ci pare vendetta.
Vendetta perchè questi “ospiti” mal sopportati hanno osato rivendicare la propria dignità di uomini sulla terra.
In ogni caso una sconfitta per tutti.
Vendetta perchè questi “ospiti” mal sopportati hanno osato rivendicare la propria dignità di uomini sulla terra.
In ogni caso una sconfitta per tutti.
Tackente#2