Sul palco del Sherwood Festival per il lunedì dei dibattiti si sono avvicendati al microfono alcuni esponenti dei movimenti europei, Gianmarco De Pieri (Coalizione Centri Sociali), Kelly Mulvaney (Interventionistische Linke – Germania),Yannis Almpanis (Diktyo- Grecia), e Toni Negri.
Il dibattito coordinato da Beppe Caccia nella prima parte ha riguardato le esperienze maturate nei percorsi di attraversamento dello spazio europeo, sulle possibili interconnessioni, sulle possibilità di trasformazione da sviluppare attraverso un maturo ciclo di lotte.
Quello che è emerso dall’interlocuzione tra le esperienze di movimento a confronto è che il piano continentale europeo, inteso come spazio dei conflitti e non delle frontiere stabilite, è il terreno su cui è necessario, anzi obbligatorio misurarci per poter dar luogo a dei processi trasformativi.
Gianmarco De Pieri ha ripreso i temi d’analisi e le proposte dell’assemblea svoltasi il giorno prima a Sherwood.
Kelly Mulvaney ha sottolineato i temi racchiusi nel documento la “per la Comune d’Europa”, frutto della condivisione tra la Coalizione dei centri sociali e Interventionistische Linke. Prassi ed azioni di movimento capaci di essere all’altezza della sfida tracciata nella ricerca di nuove forme di governance nel tempo della “post-austerità” intesa come rimodulazione delle politiche di sfruttamento sociale. Da questo punto di vista l’attivismo del Premier italiano Renzi, con la sua insistenza sul superamento della crisi, con le sue piccole ridistribuzioni di reddito, rappresenta il tentativo di interpretare scelte condivise dal comando capitalistico e per questo il semestre che si è aperto a guida italiana deve rappresentare per i movimenti un laboratorio di nuovi conflitti.
La necessità dimensione europea innovata delle pratiche di movimento è stata al centro dell’intervento di Yannis Almpanis dalla Grecia, partendo dalla riflessione sull’essenza del Memorandum imposto al paese ellenico come rimodellamento delle relazioni di potere e sociali e sottolineando l’insufficenza di pratiche politiche confinate negli spazi nazionali.
Qui l’interlocuzione di Beppe Caccia con Toni Negri sull’analisi della situazione attuale a livello europeo e sulle prospettive dei movimenti.
La discussione è continuata con Toni Negri inquadrando quelle che sono le faglie di rottura nella geopolitica globale, dove l’egemonia americana, giocoforza, sta lasciando aperti gli spazi per il riemergere di una forma di conflitto inter-imperiale, in cui le potenze continentali sgomitano e confliggono pericolosamente, dall’Ucraina al Medio Oriente, dalla Cina al Brasile. Anche per questo, ha insistito Negri, è opportuno rilanciare la lotta per la pace contro le politiche di guerra che si ripropongono in ogni angolo continentale, a partire dalle sanguinose guerre invisibili che si stanno combattendo nell’Africa subsahariana e che stanno spingendo milioni di profughi verso le sponde, già, devastate del Mediterraneo.
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