Il governo di Ankara, per bocca dell’onnipresente primo ministro Erdogan, prova ad alzare un muro contro l’utilizzo dei social media (assunti come diabolici nemici) e cerca di bloccare twitter.
Il pretesto l’accusa rivolta a Mr. Twitter di essere strumento di diffusione di insulti e ingiurie tali da intasare la corte di Ankara nelle denunce per diffamazione. Le reali motivazioni sono le divulgazioni delle telefonate che hanno dato vita alle indagini sulla corruzione dilagante nell’establishment turco e terminate con le dimissioni di 4 ministri ed ovviamente l’utilizzo strategico che gli attivisti sociali turchi fanno del web e dei social media.
L’iniziativa del governo turco arriva durante le celebrazioni del Newroz ( il capodanno curdo) e ad una settimana dalle elezioni amministrative del 30/3 cercando di condizionarne l’esito.
L‘approccio liberticida racconta l’arroganza (ed anche l’ignoranza in materia) del governo di Ankara e scatena una valanga di proteste, anche istituzionali come quella dello stesso Presidente della Repubblica Abdullah Gul che, in un tweet appunto, si scaglia contro questa decisione. Neelie Kroes, commissario delle telecomunicazioni dell’ UE cinguetta di “un atto codardo” e di censura. Lo stesso cofondatore e creatore di twitter Jack Dorsey da’ consigli su come bypassare la censura.
La Turchia è l’ottavo Paese al mondo per utilizzo di questo social media, la relazione virtuosa tra offline ed online è stata ben visibile durante le mobilitazioni della primavera scorsa, come in quelle delle scorse settimane quando, il seguito alla morte del giovane Berkin Elvan, l’utilizzo della rete per chiamare all’indignazione ed alla mobilitazione ha raggiunto picchi vertiginosi.
Ed anche questa volta non si sono fatte attendere le reazioni dei mediattivisti: con l’ashtag #ErdoganBlockedTwitter e #direntwitter segnalano i modi per aggirare la censura e si moltiplicano gli sberleffi verso questo pacchiano tentativo di fermare la comunicazione in rete.
Raccolta articoli sulla Turchia
CAROVANA IN TURCHIA
Per saperne di più sulla delegazione in Turchia all’interno dell’iniziativa “Sulle rotte dell’Euromediterraneo – Carovane in alle frontiere, per i diritti e la dignità: prima tappa Libano, Turchia e Tunisia”: