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Abbiamo incontrato Furio Colombo, maestro del giornalismo italiano e parlamentare PD. Con lui abbiamo chiacchierato sul ruolo della politica e dei media sulla questione Val Susa.Un atteggiamento sospetto dei giornali e una decisione presa dai partiti senza tener conto dei cittadini, così la vede l’ex direttore dell’Unità. Ritiene assurdo parlate di inaudibile violenza quando i cittadini bloccano le strade per protestare e chiude con una domanda: ” In quale altro paese un’opera pubblica avviene bastonando le persone? naturalmente se parliamo di democrazia e non di Cina”.

TRASCRIZIONE:

NCP: A noi sembra che la rappresentazione di ciò che accade intorno alla TAV in Val di Susa non corrisponda alla realtà dei fatti. A cominciare dal consenso che sembrerebbe esistere a favore del progetto, un consenso curiosamente lontano dalle persone comuni. Noi del NCP stiamo portando avanti una battaglia per far emergere e rappresentare le voci di un legittimo dissenso verso tale progetto. Lei cosa ne pensa?

FC: Ma infatti la cosa buona è scoprire che la maggior parte delle persone non si sentono affatto militarizzate, non sentono affatto di aver ceduto i propri diritti, non sentono affatto che devono ubbidire a cose a cui non hanno mai concorso, per vivere vite che non le riguardano e per essere le comparse del film della loro vita invece di essere i protagonisti, o almeno i comprimari. Tutto quello che ci stanno proponendo è di essere le comparse della vita che qualcun altro disegna. E purtroppo avessero almeno fantasia i disegnatori di questa vita che ti chiedono di vivere come comparse. Ma invece ci troviamo di fronte a una ripetizione antica di una vecchia ingordigia di potere nella quale puoi solo essere un personaggio secondario, di fondo che esegue. E quando ti ribelli diventi un “terrorista” di colpo, una “inaudita violenza” diventa scendere per le strade e dire NO. Questo sta accadendo. Delle persone scendono per le strade, dicono NO ed ecco che si parla di “inaudita violenza”. Poi, appena aprono bocca per precisare, ti dicono “però con la violenza no”. Ma non la stanno facendo la violenza. Siamo in un’occupazione militare, come varie signore hanno spiegato in varie occasioni, signore non giovanissime e non con l’aria di essere terribilmente aggressive, anche molte mie coetanee, hanno spiegato “noi stiamo qui perché ci stanno occupando la nostra terra”. Quindi c’è un immenso dispiegamento militare che non si vede. La telecamera viene messa in direzione della ribellione che è fatta di persone giovani e non giovani sedute per terra, che poi vengono trascinate via, ed è una inaudita violenza. Io non lo trovo accettabile, meno che mai quando voci relativamente autorevoli e che dovrebbero rappresentare la sinistra ti compaiono sui grandi quotidiani e ti dicono “Si però… questa terribile violenza no!” Si tratta di gente che dice “Ma quand’è che io ho detto sì alla trivellazione della mia valle? Quando me l’avete chiesto? Io non me lo ricordo. E’ accaduto qualcosa?”. Ecco, questo non è accettabile.

NCP: Un maestro del giornalismo come lei come vede il trattamento riservato dai giornali a questa situazione?

FC: Io vedo il trattamento riservato dai giornali sospetto, nel senso che una quantità di eventi vengono tagliati. La famosa sequenza stessa del giovane che cade: c’è un taglio in mezzo, manca un pezzo. E questo è accaduto in tutte le testate che cose che abbiamo visto. Però non è lo stesso intervallo nel TG3 e nel TG di Mentana. Viste in sequenza ci sono dei pezzettini in più e in meno che suscitano perplessità, per esempio. Perché mi manca quel pezzo visto che la telecamera era fissa e guardava direttamente ad un solo punto, non era una telecamera mobile. Così come non vedi mai, ma apprendi da un lapsus di un cronista che ci sono i Granatieri di Sardegna, ma io non li ho mai visti in nessuna inquadratura. Allora dove sono, cosa occupano? A parte il fatto che forse servirebbero altrove per quel che costano le forze armate. Sta di fatto che io non li ho mai visti. Ci sono i soldati, certo. Se ne vantava l’altro giorno Maroni dicendo “Ho mandato io le truppe”, perché è chiaro che è il Ministro dell’Interno che manda le truppe, no?

Ma in quel Governo poteva succedere di tutto. Quello che non è comprensibile è che in questo Governo si dica che una decisione è stata presa. Ma chi l’ha presa? L’ha presa quel governo che si è dovuto dimettere perché altrimenti ci faceva crollare l’intera situazione economica. E a quello dobbiamo ubbidire? E da quando? Non stiamo obbedendo a nulla di ciò che era stato prescritto da Berlusconi. Perché dovremmo in particolare accettare che venga perforata la Val di Susa senza tenere conto dell’opinione dei suoi abitanti?Credo che sia abbastanza semplice. La questione, come altre questioni italiane viene trattata a spot. Certe cose di dicono, certe cose non si dicono. Ci sono dei pezzi che mancano e ci sono dei buchi che non si spiegano.Però vale la pena ricordare che si sta creando un modus operandi: tutte le grandi opere sono fondate sull’idea che prima si forma un’alleanza trasversale, poi si stanziano cifre immense, e alla fine ti viene detto che l’hai deciso tu e che ci devi stare perché partecipavi alla decisione. Abbiamo scampato per poco il ponte sullo stretto di Messina, altrimenti sarebbe successa la stessa cosa. Un’idea folle si sarebbe realizzata perché avrebbero detto: “Ma come, l’abbiamo deciso!”. Sì, ma chi? Questo è il punto.

E con il governo tecnico sta avvenendo esattamente nello stesso modo. Uno sventramento di tutta la Toscana, a partire dalla fine dell’autostrada di Civitavecchia, quando mancano solo 27 Km per avere una superstrada che colleghi La Spezia alla fine dell’autostrada di Civitavecchia. Invece si farà una colata di cemento grande quanto una pista d’atterraggio sopra l’Aurelia, cancellando la strada storica, e sarà lungo il mare. Avremo l’unica autostrada del mondo che corre lungo il mare, sventrando tutta la parte di paesaggio che rappresenta la famosa bellezza della Toscana dove c’è l’ulivo, la pecora e il mare, che rappresentano una cosa rarissima. Questo per avere una carovana di TIR che corra lungo il mare fino a Torino, e da Torino in avanti bisogna andare su rotaia in Francia, perché la Francia gradisce la rotaia. Quindi ci stiamo dicendo delle cose ridicole, ci stiamo prendendo in giro e stiamo soprattutto trattando i cittadini in un modo indegno. E’ triste che accada adesso che non è Berlusconi a farlo. A quei tempi c’era almeno la soddisfazione di dire che un uomo ridicolo abusava del suo potere perché era un miliardario non proprio a posto mentalmente. Ecco, dispiace che questa cosa continui a succedere e che persone serie che hanno votato, un gruppo di cui alla Camera anche io faccio parte, ti vengano a dire: “No, no, ma abbiamo deciso… una volta deciso non si possono mettere in discussione le decisioni prese”.

Quello che mi fa impazzire è che mi domando in quale altro paese un’opera pubblica è stata fatta bastonando le persone. Non è mai accaduto. Parliamo di democrazia, naturalmente. In Cina sì, ma altrimenti non me lo ricordo. Queste sono le considerazioni che mi sento di fare con voi su questa vicenda.